:: Lettera di Sara Cardellino a Claudio detto Accio. Al mio povero scrittore sgrammaticato - E lettera a fine maggio al povero disegnatore che scopre stracciato il suo fumetto |
Domenica delle Palme 2017
LETTERA DI SARA CARDELLINO A CLAUDIO DETTO ACCIO AL MIO POVERO SCRITTORE SGRAMMATICATO (In risposta alla - clikka - "Lettera a Sara Cardellino con grazie cristiano e comunista" Accio, ho letto la tua lettera dove mi rendi personaggio anche disegnato. Ti dico in sincerità che forse sarebbe meglio non entrassi in alcun libro, come Sara Cardellino dopo esser stata Sara Esserino; anche se gli scritti sono struggenti e i disegni colgono quanto mi agita. Ti sono vicina in questo tuo momento perché anch’io so cosa vuol dire avere i genitori ammalati gravemente. Ora voglio dirti qualcosa che spero non ti sorprenda. Penso tu sia l’uomo più buono che io abbia mai incontrato. E per questo anche se non posso vivere con te oggi, ora!, non posso fermarmi qui!!, come vorrei!!!: provo ancora quanto mi coinvolse in un maggio lontano del 2009. In un novembre lancinante nel 2011: quando lasciai l'amore che tutta ancora mi scòteva.
"Non soffrire più Accio. Te lo chiedo io, Sara. Ora basta! Non voglio accada così ancora!"
Io però adesso so il segreto e il mistero del Povero Scrittore di paese parente del Povero Musicante e ti starò nel bene, nell'amore, non posso fare altrimenti, accanto. Non hai nessuna vanità o presunzione che hanno gli autori o le autrici in cerca di lettori, riconoscimenti, premi. Anche i più onesti verso il mestiere letterario li superi perché tu scrivi e disegni soltanto per chi ami. Nella missione che ti sei imposto di rendere l'amore assoluto e per sempre. Tu sei parente dei folli come Novalis e Hoelderlin e Modigliani. E nessuno lo saprà mai. Qui sta la tua bellezza ai miei occhi di donna! E per questo sei nei miei pensieri anche se neppure un bacio tra me e te ci sarà. L'ultimo è stato, e voglio fortemente voglio!, che sia così!!, quello che ci demmo nel Vicolo del Gatto e poi a Villa Malcontenta... io Sara Esserino, a Verona, sul Brenta. E non so se ci riuscirò!! Tu chiedi soltanto che il libro che vivi assieme a chi ami sia scritto soltanto in due. Anche se non verrà mai pubblicato. E' una richiesta che ritengo logica. Allora, nel 2011, dopo la nostra separazione fui talmente addolorata di non poterci più stare con te, in quanto avresti ancora scritto, che decisi di seppellire, realmente, quanto m'avevi affidato. Ti racconterò tutto presto! E dopo non ho più scritto un rigo. Né ho partecipato a nessun evento in poesia. Ho smesso di scrivere. O con te o con nessuno! E' stata questa la mia fedeltà all’amore assoluto.
Io credo che dinanzi alla tua sgrammaticata e candida epopea d'amore che doni starti fedele in questo sia quanto attiene a chi ama. Sennò non è un amore adatto. Non lo è mai stato. Non è abbastanza grande! Si può dialogare con chiunque (come te scelgo le persone semplici, non i poeti o gli intellettuali, bensì missionari, volontari nel sociale, persone del mio quartiere dove abito) però musica e scrittura la si fa con il Povero Musicante Scrittore che ha soltanto questa gioia. Questo volevo sapessi e credimi per questo ti porto con me - mi sono sposata dopo la nostra separazione e rispetterò il Sacramento! devo farcela!!! - anche se non posso sfiorare le tue labbra e carezzarti a notte le rughe le ferite i segni degli anni che ti hanno devastato da quando stavi ritto su di una sedia, (clikka) Bambino, a recitare a forza poesia. Lì sei una figura cristologica e la abbraccio fino a farti sentire quanto batte nel mio petto il mio cuore religioso simile al tuo. Religioso! Ricordalo! Tua Sara Cardellino
Sara Cardellino LETTERA AL POVERO DISEGNATORE CHE SCOPRE TRADITO IL SUO FUMETTO È passato un mese dalla lettera che ti scrissi e in questo tempo, standomene a Praga per i concerti di maggio ho pensato a te. Anche se non te ne ho dato notizia scrivendoti o telefonandoti. Sono troppo coinvolta da quanto ti sta accadendo e addolorata per la fine dell’Olandese Volante. Che poi è anche, temo, la fine di ogni tuo rapporto con quanto hai amato nei segni nella tua intera vita. Perché, forse, ma non lo fare!! - non accettare anche questo scacco a cui inconsciamente o coscientemente tendeva la malvagità che ti ha colpito nel gennaio 2017! - smetterai di scrivere e disegnare. In questi giorni, tra le fatiche delle prove per il Concerto di Mozart per flauto KV 314, e gli impegni per l’esecuzione col mio partner della Sonata per flauto e piano di Poulenc, ma eseguirò anche la Serenata del tuo amato Schubert, ho letto attentamente le tue ultime pubblicazioni, le conclusive, sull’Olandese Volante. Sono l’ultimo capitolo, adatto finale, del romanzo transmoderno. Racconti con i personaggi con te ortonimo ed eteronimo la tua esistenza nel nodo terribile vissuto a gennaio-febbraio e nei mesi seguenti fino a questo fine maggio. La tua disperazione. Tu, un tempo così allegro, s’avverte che non hai requie né voglia di scherzare. La sincerità degli accenti, l'amara delusione politica, la biografia velata e rivelata, la passionalità, i temi, le suggestioni, sono perfettamente adatte all’estetica, transmoderna, e te l’ha scritto anche Rosa María Rodríguez Magda, mi dicesti la Domenica delle Palme, dispiaciuta che il veliero transmoderno dalla sua filosofia ispirato cessasse la navigazione. Ma quale transmoderno? in quale genere riversato in questi ultimi mesi? Io penso nell' illustrazione fumettistica. Sono commossa, conoscendoti, che tanta parte di questo finale tu l’abbia affidato al fumetto. Perché da lì bambino Accio partisti. E poi da adulto. Qui affiora parte del Mistero di Karoline Knabberchen. Tento di darne una soluzione possibile. Poi sono, te lo confesso, ulteriormente coinvolta perché hai mischiato il tutto con la musica.
Accio, tu stai scrivendo del linguaggio musicale con una competenza che mi sorprende e mi muove all’ammirazione. Un mio amico dell’orchestra e con il quale eseguo sonate per flauto e piano, è rimasto di stucco. Su quanto hai scritto per Schubert. E mi ha detto quello che io penso. Uno così se studiava musica a venti anni diventava compositore. Ma chi è di preciso? mi ha chiesto. È un uomo che prima di sposarmi ho amato tanto. E che ho ferito e lui ha inventato un fumetto dolcemente malinconico per me. È artista in tutta purezza e crudeltà, anche verso se stesso. E sparirà e conosceremo soltanto un coriandolo di quanto ha ideato. Della festa continua donata e dedicata a chi amava a chi voleva bene. Io, dopo il 20 novembre del 2011, poi te ne parlerò!, ho raccolto ogni singola stella filante. Altri - in ampia schiera - hanno fatto marcire quella gioia perché non diventava carta stampata! Folle e lucido. È il mio Eroe da libro. Ho detto al pianista che scopriva qualcosa di inaudito. Perché nessun artista agisce come te. Tutti e due abbiamo il Grande Meaulnes come romanzo fondante, ho proseguito. Ero la sua Yvonne, e per non morire, non l’ho sposato. Questo il finale cambiato al libro. Ma un po’ sono morta lo stesso. Poi ho chinato il capo. E l'amico gentile mi ha passato un fazzoletto per gli occhi!
Le passionalità con cui scrivi è sceneggiatura di un fumetto. Diretta, coinvolgente. Comprensibile. Il tuo fumetto. Amori perduti, tradimenti, odi, amori assoluti che sfidano la morte, tavole colorate e melodramma, e romanzo feuilleton popolare. Salgari e Dumas e Puccini. Finimore Cooper con Kipling in casa Gauguin. Jeanne Hebutèrne e Gemma Galgani. Il tuo mondo. Ed infatti la stessa testata, L'OLANDESE VOLANTE, è commistione di rimandi al Sacro con Wagner e di fumetto: storia dei pirati, Tortuga, arrembaggi contro gli spagnoli di Maracaibo. L'Olandese e la Corsara della Metamorfosi, se ricordo giusto. Due personaggi alla guida del veliero, corsari, in guerra di corsa-web contro la letteratura ridotta a merce lustra on line. Negata a ogni compromesso con i letterati da Antico Regime in gerarchica letterarietà. Se sei rimasto da solo, come del resto sei sempre stato!, nel tuo fumetto, è perché tu questo fumetto lo ritenevi reale prassi estetica. Non mi sembra che, a gennaio-febbraio, questa guerra di corsa, abbia avuto gli esiti che immaginavi, vero? Da qui svolgo il mio ragionamento sul Mistero di Karoline Knabberchen e il tuo rapporto con lei. Tu hai vissuto realmente con Karoline Knabberchen una vita di coppia in amore e nelle arti. Negli anni che racconti. Avete scritto, viaggiato in Europa, fotografato, dipinto. Era il vostro gioco in amore applicato. Non avevate nessuna carriera letteraria o artistica o accademica da rincorrere. La rifiutavate. Tu realizzi il fumetto a cui aspiri fin da monello e lei la spiritualità metafisica, la letteratura soltanto parola e voce non scrittura. Il tutto per vivere un amore che sia per sempre. Anche nel fumetto gli amori sono per sempre e non solo nel melodramma o in Dante e Shakespeare! E ci siete riusciti! pur nella tragedia. Quanto hai scritto ultimamente grazie a Schubert credo ti avvicini, come Autore e come Fabio Nardi, al groviglio che portò Karoline al suicidio. E, aggiungo, che non avresti trovato questi accenti e questa verità se tu non avessi vissuto i primi mesi di quest’anno nella totale angoscia. Con la sola consolazione di rileggere il Kierkegaard di Esercizio del Cristianesimo. Anch’io, ricevetti, da te, sopra Karoline Knabberchen, una versione che come scrivi in (clikka) "Quattro vetrate per Karoline Knabberchen. Per il suo Mistero" non entra nei particolari del dramma. Deve bastare qualche frammento del Canzoniere di KK pubblicato in trenta e passa anni. E penso che tu abbia fatto bene a non rivelare tutto. Con le donne che tu hai amato (e io so che mi hai amata come autore reale e come personaggio, non so cosa è successo dopo la nostra separazione, se ancora autore e personaggio erano uniti o separati! in altri tuoi legami) hai proposto di vivere quanto Fabio Nardi vive con Karoline Knabberchen, e che tu intendi, intendevi, vivere nel reale, un amore, un legame di coppia, da riversare per gioco e passione, nei vari generi letterari ed estetici dal sublime all’umoristico, usando filosofia e trame popolari. E, creando in coppia una sorta di comunismo transmoderno romanzesco (Clikka: COMUNISMI) che consentisse di tenere accosto vite e date e personaggi della rivoluzione come hai raccontato in Comunismi. Questa è stata la tua rotta per L'Olandese Volante. Alla base il fumetto. Basta tu ripassi le coppie che hai ideato. Sono perfettamente da fumetto. Sorta di graphic novel o poem. E del resto case editrici del settore ti hanno fatto proposte, a Lucca Comics, che tu hai ignorato. Quindi dentro questa tua vita da fumettista segreto, o da Povero fumettista parente del Povero scrittore, i tuoi accenti su come giudichi e vivi quanto accade nel fatuo mondo estetico-poetico, perché vivi quanto i tuoi personaggi soffrono, sia chiaro!, sono perfettamente adatti. Direi necessari! Avendo provato sulla tua pelle e sui tuoi nervi!, in diciassette anni on line!, con i siti inventati, L'Olandese Volante è soltanto l'ultimo e il più bello, il tradimento dell'anarchismo estetico, tu irrompi col tuo privato reso romanzo popolare e fumetto sull'Olandese Volante che va a morire. E spezzi il galateo politico liberal e sentimentale in voga tra addetti alla cultura poetica. Che è ideologia di nascondimento falsa.
Apprezzo, pertanto, Accio, nella città di Franz Kafka - che in punto di morte chiese di distruggere i suoi manoscritti - questa tua vocazione fino a chiamare quanto successo col nome veritiero. Con la rappresentazione adatta. Anche del Tradimento - sbaglio o in sette anni poeti e vari artisti si son affacciati lì per poi darsele a gambe! - delle idealità dell'Olandese Volante! Del resto sotto la testata c'è scritto "ROMANZO TRANSMODERNO". Quanto narri realistico e simbolico è appunto un "romanzo" dove sei voce narrante e molteplici personaggi. E gli atti in amore in politica, nobili o detestabili, esistono per chi li compie anche senza il romanzo a raccontarli. Rimangono nella psiche e nell'animo. Oggi, dinanzi a questo sconfortante panorama è giusto il tuo ritorno a casa, al cattolicesimo della tua adolescenza quando inventasti il "Portatore di Croci" per Don Gino, alla cura senza pubblicare niente della tua vicenda con KK, e alla - possibile - scelta del silenzio, venendo via dal web e smettendo di scrivere e ogni altra attività estetica. Scrivo "possibile" perché penso - egoisticamente - a quanto non potrò più leggere e vedere, e, di più, al dolore che ti darai con questa mutilazione. Forse bisogna, assieme se vuoi, pensare ad una mediazione verso questo tuo radicalismo.
Però, devo dirti, che chi ha fatto in questi decenni scelte di vivere la letteratura come un lavoro un prodotto da vendere sono assolutamente legittimati a farlo. Sei tu che sei diverso. Da tutti loro. Autori e autrici. Scoprendolo in questo gennaio-febbraio hai perso il tuo candore e la tua innocenza di fumettista. Sessantenne. E ti sei sentito anche un po’ babbeo. Ma semplicemente gli altri hanno aspirazioni che non collimano con le tue. Il tuo fumetto, sull’Olandese Volante, di questi mesi, è la risposta a questa innocenza che hai perduto. All'amara delusione in cui ti sei trovato. Non ci sono monelli che giocano, adulti che scrivono e che si amano e che lottano per la rivoluzione nei segni. Era tutto nella tua testa! L’unico amore grande, che ti ha permesso di vivere questa avventura, che non è mai scaduto, è stato quello di Karoline Knabberchen. E tu l’hai fatto vivere a Fabio Nardi.
Disperato artista, Accio mio, mi sono aggiunta a Karoline sulla questione dell’amore che non è scaduto!, anche se sono sposata e rispetterò (non so se ci riesco, dopo quanto a me si rivela scrivendoti e che già so dal 9 aprile: io ti amo Accio, sei il mio Heathcliff!) - tormentata oh se lo sono tormentata - il sacramento!, però oggi ti abbraccio forte, qui, sul Ponte Carlo, ti bacio; suonerò pensando a te come ho fatto l’altro ieri, e andando all’isola di Kampa dove hai inventato, con me!, le avventure di due fenomenali personaggi come Mara Zap e Golem, questa lettera la concludo sorridendo, sorridendoti - Ti siano leggeri i mesi che vengono che so drammatici. Bacia la Nada per me. Una sarta e un camionista hanno messo in giro un bel personaggio anche se lo chiamano ancora Accio. E che è, lo scrivo, il mio fumetto preferito. Quello in cui la mia vita si riconosce e vorrei tanto scriverne la trama fino all’ultima pagina con te. E so che mi aspetti. Perché anche il nostro amore è un Sacramento! Tua Sara Cardellino |