:: Accio: cane e uomo animale irrazionale e razionale. con Aristotele Alessandro di afrodisia la Boétie |
La riflessione recente sul rapporto dell’umano, mio, col cane fino al Cane Stirner che ha preso mossa dalla foto di Sara Cardellino col cane, la proseguo coinvolgendo filosofi greci e cristiani. Se col Cane Stirner appare la Sinistra Hegeliana più estrema: Stirner; rimarco pure l’approccio al cane che mi viene dai miei studi manualistici: che portano quasi agli stessi esiti rilevati nei testi: CLIKKA “Se il Cane Stirner usa il proverbio "cazzo ritto non vol pensieri”; “Io sono come il cane Stirner”; “Cazzo ritto non vòl pensieri". Aristotele definisce l’uomo “Animale razionale”. È la razionalità a marcare la differenza tra essere umano e animale. Dunque anche col cane. A ciò possiamo aggiungere l’interpretazione di Alessandro di Afrodisia che perfeziona Aristotele aggiungendo che sta ne “l’istanza del giudizio” su quanto appare o si manifesta propria dell’uomo a differenziarlo dall’animale. Perciò anche dal cane. Cioè l’uomo e la donna analizzano il fenomeno la cosa l’ambiente poi sceglie quanto è preferibile interessante migliore conveniente. Alessandro di Afrodisia (II secolo - III secolo), valente commentatore di Aristotele, prosegue affermando che seppure all’uomo, non al cane all’animale, capiti di vivere in condizioni da lui non create, con la libera scelta può cogliere la sua Libertà umana migliorando l’insieme. O non avendone danno. Questa superiorità dell’umano razionale non mi si adatta. Né è per me vantaggiosa. Meglio l’animale e il cane che agisce senza razionalità. Affidandosi all’istinto e non dando giudizio su ciò che gli appare o che frena il suo piacere o che gli porta dolore. Io, Accio, agisco il più possibile con ISTINTO. Imito il mio cane. Anche il 9 GENNAIO 2017 quando l’Olandese Volante veliero è stato tradito ho agito d’istinto nel rispondere a chi imponeva naufragio. Se fossi stato più istintivo più animalesco e meno raziocinante avrei annusato prima il pericolo. Salvandomi dal dolore politico reazionario che mi è stato imposto da essere razionale vocato fra l’altro all’animalismo poetico. Buffo davvero epperò logico: chi umanizza al massimo l’animale per renderlo a sé pari nell'estetica non può che ferire tentare di uccidere l’uomo che tende all’animalità istintuale che non è regimentabile con nessun collare né della carriera poetica né degli affetti col tornaconto personale. Il cane, l’animale, evita anche quella che Étienne de La Boétie (1530-1563), amico di Montaigne (1533-1592), chiama per l’uomo: LA SERVITÙ VOLONTARIA. Argomentandola in un pamphlet nel 1576. Secondo La Boétie esiste un paradosso nell’umano che è la Servitù a cui si sottopongono individui e popolazioni in maniera volontaria anche se ciò porta a subire soprusi e ingiustizie calcolando che i vantaggi sono maggiori. Non è il destino di ogni istituzione? Non esiste forse la servitù poetica? L'Olandese Volante subì il 9 gennaio 2017 da chi andò in servitù poetica. L’animale, e il cane, se fai loro angherie, soprattutto chi mantiene istinto di ferocia poco addomesticabile, si ribella alla servitù ingiusta e violenta. Il cane libero morde l’uomo o lo artiglia. Il cane Stirner così opera. Io lo imito. Perciò la mia filosofia manualistica qui esposta somigli al ringhio ai denti scoperti all’istintualità crudele in tutta bontà! |