:: Sara e Claudio: Storia di un Ex Libris con segreto terribile e vento. Giugno 2009/dicembre 2022 |
(SARA, Otto dicembre 2022). Questo racconto a due voci, con Ex Libris, coinvolge come i più struggenti duetti nel Melodramma: inutile fare nomi. Inutile rivelare il nome di chi lo scrisse con te. Perché sono io ad averle pronunciate queste parole: ti ho atteso e sei giunto. Ma per lo scherzo, o forse per l’insegnamento, doloroso della letteratura, quando ha questo esito, essendo intrecciata alla vita reale dei protagonisti che vissero nel teatro musicale a lato di carta con spada ex libris, tu sei stato come la donna, che parla, ad aspettare che tornassi. Abbiamo vissuto stessa vicenda in opposte contrade e poi la spada l’abbiamo estratta assieme. Perché l’avevamo confitta nelle nostre costole e cuori, non ci dava la morte, ma quasi – questa la pena da scontare – e soltanto estraendola assieme potevamo ancora vivere e guarire: senza equivoci e colpa, amarci!
La spada non è arrugginita. È acciaio. Nel solco dov’è piantata sono passate ossa, figli diventati grandi, amori con la torcia in mano, con l’alfabeto per impari volo rasoterra, teste o teschi nelle tasche del nulla, parecchia roba che il coro della notte a volte ignorò a volte coprì per concedere ai desideri l’adatta riservatezza. Anche immortale. Infatti L’Ex Libris se ne sta su pagine non stampate e sotto copertina non disegnata in tutta calma. Conta poco la curvatura dell’età per L’Ex Libris che deve custodire la dissipazione e nel migliore dei casi una singolare indifferenza verso l’oblio. In questo Ex Libris la spada piantata nella terra di Vecchiano inganna la direzione ai venti ma non la fedeltà della donna che cerca il Cavaliere proprio in un libro non scritto. Che insensatezza l’amore per chi amore vuole ridurre a silenzio e sigillata oscurità su ogni stupefazione: sia essa cielo stellato o schiena bianca da carezzare. Che malinconia disarmarsi per vivere il sorteggio di lune bendate, pensa a volte la Spada, ed ha pena verso il suo Cavaliere, che fugge la vallata e poi anche oltre verso il mare e ancora più in là verso isole che conobbe, senza ricordare i nomi che diede alla sua scherma; e ogni gesto in lui è segatura della festa mai iniziata. Ecco, giovane signora nella notte pisana, se volevi conoscere un segreto terribile ora lo sai. Non c’è il libro, non c’è più il Cavaliere, non c’è più il braccio forte a impugnare l’arma forgiata con segreta formula, non c’è più nemmeno la scrittura, appena avrò posato la penna,… però c’è il vento nella strada dove abito e dove ti aspetto, appena uscirai dalla malia di cercare sotto quella lama chi non esiste.
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