:: Claudio Di Scalzo: Il Boine di "Plausi e Botte" nel fortino e i venditori d'auto

 

Critico Covato Poco pendente a Oneglia nelle simmetrie stridente

fine marzo-aprile 2014

 

 

Claudio Di Scalzo ovvero Critico Covato Poco

IL GIOVANNI BOINE DI PLAUSI E BOTTE E I VENDITORI D'AUTO D'EPOCA

(con lacrime per i poeti estinti adatte a pulire i vetri)

1

Giovanni Boine come Critico letterario, con Plausi e Botte, su La Riviera Ligure dell'amico Novaro, rappresenta un episodio unico, nel continente ormai desertico con sparute oasi, della storia-critica-letteraria italiana, dove soltanto disperate carovane di cammelli testi e cammellieri poeti ormai giungono. In questa evocata sabbia perduta da Critico-me Covato Poco, cioè scemo-mostruoso, Boine lo scopro! in un fortino da legionario della Verità, straniero a tutti e a tutto, forse anche a se stesso. Dove ha combattuto la sua disperata battaglia. E siccome questo fortino è fantasma risulta difficile rintracciarlo.

Io l’ho trovato. E mi permette di scrivere, per “GIOVANNI BOINE MUORE”, del suo ruolo di critico letterario. Anche per difenderlo dai critici di mestiere teorici che nel centenario ruotano su Porto Maurizio dove è morto trentenne. In altra parte, su pagine telematiche (clikka Tellusfoglio: Giovanni Boine evocato ectoplasma per il centenario della morte il 16 maggio 2017), ho immaginato, chi si occupa di Boine, come medium che evocando il suo ectoplasma gli fanno dire cosa pare a loro, per giustificare teorie letterarie che spiegan u’ munno con poesia da rifondar e schiera dei seguaci dietro a tamburellar. Anche la carcassa del povero poeta tisico.

Stavolta, da Covato Poco, uso un’altra immagine da fumettista così chi lo legge (rari lettori) non s'attrista. Ma si diverte. Sul critico Giovanni Boine, qualcuno o in gruppo, non so stiamo nel vago, potrebbe  agire come i venditori d’auto d’epoca. Avete presente la génia commerciale? No? ve la spiego.

Chi restaura metti una Duetto spider Alfa Romeo, si quella del celebre film “Il laureato”,  la rende ancora più vera di quanto era vera negli anni settanta, lustrandola all’inverosimile con maniacale cura; mai esistite Duetto Alfa Romeo simili, ma esistono nella testa e nelle mani-testa del carrozziere che restaura! Così per “Plausi e Botte” di Boine. Vengono lustrate le imprese del poeta come non eran mai state. Con parole enfatiche, confidenziali, senza un briciolo di ironia serissime;  si afferma: questa è l’opera perfettamente e filologicamente restaurata, nelle virgole; ora manca l’interpretazione, e come si può fare per rendere l’opera boiniana critica attuale?

SEMPLICE. Ci si accosta una spider ibrida di ultima generazione. Che il critico-commerciante di auto poetiche usate rese nuove, così celebra: questa auto che è come la mia teoria modernissima, che cambierà il modo di guidare, di viaggiare, di tenere il volante, mettere la freccia, persino se piegando i ribaltabili uno ci vuol chiavare!, ebbene … questa auto che vi vendo teoricamente perfetta la si capisce accostandola all’auto di Boine restaurata (da me, urca!, restaurata): ma non vedete come il motore di Boine anticipi quello moderno del maggio 2017, scoprite come le frecce e il cofano si somiglino, insomma c’è già nell’auto di Boine l’aereodinamica adatta che poi, intelligentemente, vedo e motivo nell’auto per il duemila. Sono decenni che sto studiando l’auto di Boine come quella di altri poeti, e ora la carburazione c’è. Provate l’auto provate le mie istruzioni di guida per il passato per il presente e capirete la letteratura tutta da Alcmane a me. Scusate se ve lo rivelo ma son carrozziere-critico-poeta.

E i morti, i poeti morti come mesti confetti, evidenziando lor detti funzionan da testimonial perfetti. Grandi o dimenticati. Le lacrime che versiamo su di essi - alcuni eran nostri amici l'abbiam frequentati e i libri ci siam scambiati e ci siam a vicenda commentati - sono, raccolte, adattissime! a lavare i vetri dell’auto e persino a profumare il cruscotto. Provate le due auto! Siamo giunti all'uso delle salme poetiche per rammentare teorie e propri libri che l'estinto recensì o il premio a cui insieme poeta ispirato e poeta spirato parteciparono.

Boine avendo notizia dell'uso dei morti per rafforzare poetiche coorti plaudenti avrebbe loro spezzato i denti! 

Può funzionare questa prefazione umoristica al destino d’interpretazione critica  che potrebbe capitare, è già capitato, capitò, al morto cento anni fa a Porto Maurizio per la sua opera “Plausi e Botte”?

Credo di sì.

Ebbene allora entriamo nel Fortino straniero di Boine. E cerchiamo di giocare con lui provando una interpretazione di Plausi e Botte un po’ nomade. Un po’ rivoluzionaria. Rizomatica? Perché se uno sta in un fortino simile avrà pure avuto una sua ribellione congenita contro il “merdaio” della poesia e letteratura italiana. Che pure oggi è così, complicata, smerdata ancor più, dal web! Le carovane di cammelli cammellieri sono infinite. E tutti stampano libri e più che picchiarli, gli autori le autrici,  i libri andrebbero usati, le pagine bianche intendo, per riparare il buco nei ghiacci all’Antartico e all’Artico. Bianco. Ghiaccio. E orsi sopra a ballarci. Dal deserto al Polo. Qui si vaneggia o si scherza con umorismo nero  e crudele? Tutte  e due le ipotesi. Il Critico Covato Poco vaneggia e scherza.

Ma ora scopriamo il LEGIONARIO BOINE nel suo fortino plaudente botte e fucilate agli stolti cammelli e ai rivenditori di auto ibride con l’esempio restaurato dell'auto-libro d'epoca. Che fra l’altro nel deserto non possono viaggiare slittando sulle dune!

 

 

 

 

 

2

PAGINE PER TAPPARE BUCHI AL POLO

Boine legge i libri con spirito anti-accademico. Sulla scorta di letture di Nietzsche-Shopenhauer! ha una sua idea sorprendente di “educatore” del lettore. Intanto prende il giro la logica industriale con cui si stampano i libri, dilatazione della saggistica universitaria. (fosse vissuto oggi con 1000 libri al giorno pubblicati di poesia! E poi altresì presentati on line col "mi piace"  e in sparuti incontri in liberie e angoletti ascosi. Come l'avrebbe presa la faccenda?). Sviluppo, considerazioni inattuali, si dice Giovanni Boine, e fattuali. Che roba è questa che me tocca de legge?

Allora Boine applica rigidamente la regola del singolo che legge. E ci calca sopra un autobiografismo invadente, generoso, tattile, completo. Io che critico il libro son fatto così. Ho questi nervi. Ci siamo intesi?

Il critico afferma Boine è l’incontro di due personalità dove in genere l’incontro sfuma. Per cercare la ceralacca dello spirito che assieme può improntare assieme autore e critico sulla copertina del libro. Se non c’è ognun per sé. E ti becchi la bastonata! Che sembran tre: mancanza di stile, immaginazione, banalità.

Attenzione che questa prassi  sarebbe ottima anche oggi on line. Per chi fa critica letteraria. O dovrebbe fare senza lisciare le pagine. In genere appunto si usa lustrare auto-parole usate di un tempo che fu per vendere-accademicamente-astutamente il nuovo epocale ognidì di più! Siamo in attesa di un nuovo Gadda o di un nuovo Campanile o di un altro Bernhard per raccontare le gesta di questi fulmini della doxa impettita ritenuta sophia. Perché, mammamia!, siano colpiti con barocco furore, asparagi mortali, colpi d'ascia! Dio provvedi!  

Scrive BOINE, più chiaro di così. Vulete intenne u no’ a picciotti a grulli a magna boiate ognidì on line!, stemmi a sentì cu’ dice u' Boine legionario intu fortino:

Il critico lo si fa in nome proprio non come si usa in nome della storia o di qualche obiettiva estetica le quali in ogni modo si riducono sempre alla viva concretezza di chi giudica”. Chi scrive di libri  e teorie ad essi connessi poi ti vuol vendere l’auto nuova e usata! DISVELAMENTO in marxistico andamento! Grazie caro Morto cento anni fa!

Questo scrive Boine sparando ai cammelli e ai cammellieri.

I libri prima di scriverne andrebbero letti. Diceva Nietzsche crudelmente ai colleghi accademici! In pompa magna scrivani e scriventi il nulla! E’ più comodo estrarci citazioni e sparare dal cammello in corsa sui fortini. Si potrebbe aggiungere.

Boine afferma in altre parti che lui, è in cerca di “sostanza umana, in cerca di uomini, e di vita” non di colti intellettuali e letterati. Chi scrive deve avere una vita concreta e non tutta virata nella letterarietà. Sennò i libri fanno schifo. Servono per incartare merda di cammelli, sabbia, e al massimo servono al Polo Nord e Sud per coprire i buchi oggi causati dal riscaldamento nei ghiacci.

L’estremo soggettivismo (DI BOINE) va contro il qualunquismo celebrante il mondismo del pubblicato abusivismo di ieri e di oggi.   

 

3

BARBARO SON RARO

(e la questione dell'Accesso al Mestiere di Letterato ieri e oggi)

Come Boine lesse-scrisse-recensì in Plausi e Botte libri pubblicati, pone il problema dell’accesso al mestiere di letterato. E come nella sua figura coesistessero il Boine provinciale selvatico, e il Boine letterato che per accedere al "mestiere" ed esserne riconosciuto deve passare attraverso lo scambio con i gruppi intellettuali che detengono il potere cultural-editoriale.

La sua vicenda biografica se interpretata e narrata in questo dualismo potrebbe riversare delle sorprese.

Personalmente - dopo essermi dedicato in anni lontani al “Pensiero selvatico”, 1989, con la fondazione della Rivista Tellus, ad esempio; e poi sull’Olandese Volante – in “GIOVANNI BOINE MUORE”, racconto il poeta di Porto Maurizio che si spoglia di ogni orpello letterario e nella morte per tisi cerca l’accesso al sacro definitivo in Cristo, nel Cristo della sofferenza,  rendendo il ceppo del dolore “utile” a varcare la soglia della morte con la speranza. Il mestiere del letterato è negato alla radice. 


Però il problema dell’ACCESSO AL MESTIERE DEL LETTERATO O DEL FILOSOFO (quello dell’artista nelle arti pittoriche ha altri esisti e sviluppi, simili e molto diversi): poeta o scrittore o critico o accademico, è stato fondamentale nel Novecento e mai indagato come si sarebbe dovuto.


Quanto importa però, scrivendo di PLAUSI E BOTTE, recensioni-interpretazioni letterarie è come oggi, nella realtà post-editoriale con la Rete onnipresente, questo “ACCESSO” viene usato-veicolato-istituzionalizzato ancora da riviste, gruppi culturali, gerarchie vassallatiche sottoproletarie e imperiali (di cui si è occupato il personaggio di BUCK EDEN Clikka: Buck Eden contro la gerarchia vassallatica in poesia e letteratura on line-Quartetto con piglio umoristico e pur’io di recente con un gruppo di militanti anti-Bruxelles a Lucca d’indirizzo anarchico: clikka Poesia e Anarchia. Contro la Gerarchia Feudal-Letteraria) e come esso sia in parte ridicolo-grottesco, in parte inutile, in parte generante ancora equivoci e mancate libertà in chi intende dedicarsi alla poesia e arti e creatività.

In questo i grandi rivoluzionamenti del 1968 e del 1977 han lasciato sostanzialmente tutto com’era. Anche perché gli elementi “rivoluzionari” son passati armi e bagagli nelle varie strutture di potere culturale. E oggi in rete?


Abbiamo una miriade di gruppuscoli-blog-siti ognuno, che sia neo-orfista o neo-indiano o neo-realista istituzionalizza antichi vizi e poche virtù, in materia appunto d'interpretazione dell’oggetto-merce libro, opera d’arte, insomma prodotto in vendita. Scansando la necessità, secondo me basilare, di un’ontologia di classe, che partendo dai bisogni delle classi che subiscono sfruttamento, di produrre una propria estetica rivoluzionaria per cambiare intanto i sistemi di produzione culturali e poi il mezzo di produzione lottando politicamente per superare il capitalismo. Se tutto ciò non è possibile. E ora non lo è. Cosa resta?


Resta la prassi del singolo in ribellione, barbara, anche, contro il sistema editorial-culturale che penosamente si è ridotto a CULTURE-DESK, merce da banco, vendite ognidì, esattamente come fanno le TV commerciali con i materassi, e i social per vendere sesso o dentiere.


Giovanni Boine barbaro provinciale, in Plausi e Botte, esprime la ribellione singola, sul piano della critica letteraria, più alta che ci sia stata nel primo novecento.


I lineamenti di questa "ribellione conservatrice" conto di delinearli qui di seguito. Rammentando che essa è viepiù necessaria oggi e che ha avuto sull’Olandese Volante (2012-2016) esempi che tutti possono leggere nel bascullamento con il TRANSMODERNO.

La rappresentazione di una lotta singola e in coppia, corsara, sul veliero questo proponeva. L’OLANDEVE VOLANTE NEGAVA OGNI AUTORITA’ A CHI PROPONE OGGI L’ACCESSO AL MESTIERE DI LETTERATO O ESTETICO. Proprio come l’ultimo Giovanni Boine aveva intuito con la sua selvatica e umorale prassi, combattendo ogni filosofia sistematicamente usata per ibridarla con la letteratura.

 

NOTA: Proprio su questa questione, fondamentale, e avvenuta la separazione della coppia transmoderna  Chiara  Catapano e Claudio Di Scalzo nella direzione dell'Olandese Volante. Lo ricordo per i nostri lettori, che ci hanno seguito in questi anni, e se mai, in futuro l'esperienza a mio avviso unica di questo "Romanzo transmoderno" detto l'Olandese Volante, dovesse essere custodito  e ricordato e studiato. 

 

L'Olandese Volante poteva, può, dialogare con altre esperienze, anche se mai la nostra politica-estetica rivoluzionaria è stata discussa da altri siti letterari o poetici, però la bandiera su cui il veliero e le scritture in esso custodite, le vele, scafo, non potevano, né possono cambiare, per affidarsi ad un accesso alla cultura-poesia-letteratura-arti che contrasta con l'anarchia-comunista-estetica su cui L'Olandese Volante ha fondato fin dall'inizio (2011) la sua rotta.

 

4

NEGARE CON BOINE L'ACCESSO AL MESTIERE DI POETA FESSO

Se la vita in letteratura di Giovanni Boine ha proposto la scissione, da lui vissuta nel corpo nello psiche drammaticamente, dell’ACCESSO-RICONOSCIMENTO al mestiere del letterato, e se PLAUSI E BOTTE, essendo recensioni-interpretazioni di libri dall’editoria proposti, ma di chi cercava “riconoscimento-accesso” al ruolo di autore, ove Boine funziona da ingranaggio di questo meccanismo, rileggere sia i Plausi che le Botte torna fondamentale per il presente. Se tentiamo di definire l’ACCESSO oggi al mestiere. Come si configura. E a lato ricordare, lo faccio, come l’OLANDESE VOLANTE, ha proposto, fallendo, il totale superamento del mestiere solito del letterato, ritenuto inutile, nel presente web-editoria.


Intanto in nessuna recensione Giovanni Boine scrivendo dell’autore e del libro si pone come modello con una sua teoria letteraria affinché il recensito possa istruirsi e raggiungere il ruolo a cui agogna. Mantiene la sua singolarità. Si ferma, frena, rimane al di qua del porsi intellettuale che può dare sigillo-investitura al nome che legge. In nessuna recensione Giovanni Boine legge il libro e lo interpreta partendo da un gruppo intellettuale a cui lui si richiama, per dare forza e spessore, a quanto scrive. Anche qui rimane il singolo che si cale nel libro. Poi che voglia danzarci o zapparla o fustigarlo questa è sua scelta. Mai dettata da convenienza di blandire o ingraziarsi una parte dell’intellettualità italiana.


DOMANDA: Accade lo stesso nei siti di letteratura on line oggi? Possono questi siti occuparsi di Giovanni Boine o di artisti ribelli, cioè selvatici, e oppositori alla gerarchia vassallatico-feudale eterna in letteratura ed arti? OVVIAMENTE NO! Ma fingersi oppositori al sistema anche residuo della cultura poetico-letetraria italiana per farne parte è il trucco da sempre usato dal novecento in avanti da capi-cordata e seguaci per inserirsi al posto di chi sta al termine della catena del riconoscimento-accesso. Basta scorrere le lotte feroci del primo e secondo novecento per averne mappa. Ci sono grandi autori, inutile far nomi, e meschinelli intenti a lottare per il posto lucente di capo-degli accessi-al mestiere letterario.


Però oggi alla fine della catena dell’accesso al mestiere letterario non c’è nessuno. C’è una variante della vendita merci gestita da qualche funzionario, manager con squadra, del capitalismo spettacolarizzato schizoide. Quindi tutto l’indaffararsi dei poeti per “accedere” anche con l’unguento per la catena di poderose teorie… è una idiozia reazionaria o velleitaria rivoluzionaria.


Il LETTERATO PROFESSIONALE semplicemente non esiste più. Non è più ritenuto necessario utile dal capitale. Per cui la selezione dei saperi, dei vari monopoli dei saperi letterari, e di come indirizzarli gestirli per ricavarne merci culturali, non c’è più.


Non amo citare tizio e caio, ma forse Foucault potrebbe aiutare i poerelli che s’attardano a cercar mestiere-riconoscimento in poesia.


In questa condizione poeti e scrittori dovrebbero operare non per rinverdire l’acccesso-mestiere, proporne di altisonanti, o risolutivi,… bensì accettare la perfetta orizzontalità della pianura senza saperi dettata dal web e dai nuovi media. E, in essa, modellare nuovi percorsi. L’Olandese Volante a questo si è dedicata sul piano della semplice prassi creativa. Senza troppe cornici filosofico-teoriche che non fosse il maneggevole TRANSMODERNO che di questa situazione ha preso atto.


Giovanni Boine nel suo ruolo di lettore interprete di prodotti dell’allora nascente editoria non ancora massificata dal capitalismo del secondo dopoguerra editoriale, intuisce, i passaggi di questo inutile accesso in fieri. Ma non può che, del tutto in onestà spirituale - econ uno stile unico, insomma le recensioni sono pezzi di alta bravura stilistica, intrecci di stili diversi, che o usare l’arma dell’ironia anche burlesca (cosa che pure io faccio qui) contro i mediocri oppure di salvare dal magma della mediocrità autori di sicuro rilievo. Ma sempre come interprete singolo e mai proponendo, lo ripeto, una sua teoria letteraria per accumulare potere e seguaci. Cosa acui si dedicavano gli intellettuali del tempo. E, con le dovute proporzioni, si dedicano anche oggi sui social sui siti sulle riviste più o meno in missione per avere uno sportellino dove i poeti-artisti in cerca di riconoscimento possono bussare.


Da qui i vari incontri di poesia da leggere recitare commentare ampliare sparare on line con foto e sorrisi all’impazzata. Ogni giorno si possono ricevere inviti simili.

 

(CONTINUA…)