:: Claudio Di Scalzo detto L'Olandese: Decalogo feuilleton per la pomona dell'Olandese Volante al Campo della Barra dopo Madrid - Con Calamares fritos e Sara Cardellino |
DECALOGO FEUILLETON PER LA POMONA DELL’OLANDESE VOLANTE AL CAMPO DELLA BARRA DOPO MADRID. Di ritorno da Madrid, ancora al Campo della Barra, mentre Sara Cardellino in silenzio mi guarda commossa, porto la Pomona dell’Olandese Volante (2011- 9 gennaio 2017) nella baracca che ho costruito per noi due, mentre il grano sembra un’orazione. Sara Cardellino per me è Senta che salva L'Olandese maledetto. Nel melodramma che ci riguarda... Wagner, col suo Olandese Volante, ha un posto fondamentale. Dal compositore la testata del sito transmoderno.
Così si conclude la mia avventura nelle arti. La vita che viene, quella che mi resta, custodirà questo passato. Nell’accudire il volto della pomona - ha i lineamenti di Karoline Knabberchen - affido alle spighe del grano maturo il decalogo che modellò e modella la mia vita. Nell’amore nel bene nella rivoluzione. 1 Non ho mai pensato di vivere il ruolo di autore poeta scrittore artista intellettuale come mestiere o carriera. E l'ho dimostrato con le scelte (Clikka: Idina Faro al campo della Barra a Vecchiano. Prima viene l'amore poi i libri da stampare). Ho soltanto svolto il mio “gioco” suggerisce Sara Cardellino (Tutto rivela il grano. Come volavano gli aquiloni. Campo alla Barra). Volevo fare - sarebbe stato meglio per me - il camionista come mio padre. Per campare, questo è il mio vero mestiere, insegno negli istituti, per scelta, professionali o tecnici: in classi“difficili”. Se ho svolto, da sempre, e poi on line, dal 2000, attività che rimandava all’estetica (nei vari generi, scrittura, arti) l’ho fatto per trovare un “accesso ontologico rivoluzionario” (György Lukács, Storia e Coscienza di classe) all'amore al mestiere estetico per la classe proletaria, alla quale appartengo, e non per pochi eletti, bensì per gli esclusi, tutti. Non sono uno stinco di santo. E se mi chiamano Accio, sulla terraferma, un motivo c'è! Eccome! E ne ho combinate di cotte e di crude, come si dice a Pisa. Però azioni simili non l'avrei compiute neppure verso una persona che conoscevo da un mese! - Non avrei compiuto azioni simili per il mio cristianesimo, incentrato sul Mistero della Croce, sull'episodio del Ladrone e Cristo (Sul Buon Ladrone, su Giovanni Boine); e sulla teoria etica di Mc Intyre (Vecchiano di Alisdair McIntyre 1 - Vecchiano di Alisdair McIntyre 2), perché L'OLANDESE VOLANTE (2011 - 9 gennaio 2017) aveva una sua filosofia facendo finta di non averla, perché pur non essendo mai stato in Epiro né nei venti greci, sono stato nutrito fin da piccino, dai miei padri, di virtù eroiche ed etiche. Imparate nel tragico d'inferni domestici e politici. E poi mi bastò leggere un manuale di storia dell'antica Grecia, non ponderosi trattati, per capire che se avessi ripudiato senza guardare negli occhi la persona a me legata, sarei stato come Efialte di Trachis alle Temopili e inadatto a ricordare miti e Leonida e Pericle. Lalo/Accio: Due loculi partigiani! Feuilleton proletario transmoderno 2 La mia natura è giocosa candida scherzosa nonostante il Tragico che ha coinvolto la mia esistenza, fin da bambino, e il dolore del 20 agosto 1984; essa sempre è riemersa. I miei personaggi umoristici e comici lo dimostrano. Ed anche in quelli tragici c’è, spesso, il gioco delle battute, appare la levità quotidiana, lo scherzo. (Nella Barra Rossa/CDS: "Golem e Mara Zap, Rosa Mollica e Marco Pachi, Salata Maretta e Covato Poco, Eroma di Vecchiano, Il Santissimo). Anche nelle avventure di Fabio Nardi e Karoline Knabberchen c'è il sorriso.
3 I miei maestri, nella vita e nelle arti, sono stati mio padre Libertario detto Lalo, Il Pazzo, Margherita Stein, e Karoline Knabberchen. E la Donna che visse due volte nel mio cuore. (Sono in pericolo Sara. Ho bisogno di te). Ad essi aggiungo molti miei conterranei, paesani, umanissimi e pure sperduti nei loro difetti (simili ai miei) nei loro errori (simili ai miei). Non ho mai riconosciuto alcuna "autorità" a intellettuali impegnati nell'estetica. Non ci ho mai perso tempo!, non sono adatti alla mia costituzione, io do importanza alla vita non al suo riflesso in qualche vanesia vocazione al bello e al sublime con cui salvare l'umanità. Sono menzogne idiote. Stronzate. Bêtise (Flaubert). Da Salon Caricatural (Baudelaire). Che ho combattuto con il personaggio Buck Eden (Contro la gerarchia vassallatica in letteratura in estetica on line). Però ho tenuto care le ombre di Gauguin di Modigliani e Jeanne Hèbuterne di Gemma Galgani di Bonaventura Durruti (12 Santi per L'Olandese Volante) e di tanti personaggi (letteratura e arti valgono se inventano personaggi) che fossero Cyrano o D’Artagnan o Achab o Moby Dick. Sono grato a Antonio Tabucchi, un maestro della narrativa, che ricorda me e Lalo. In “Piazza d’Italia”, romanzo; in “Campane del mio villaggio”, poema in prosa con dipinti di Davide Benati.
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Appartengo a chi, come mi ha fatto comprendere, un tempo, Lalo mio padre, Karoline Knabberchen, e oggi Sara Cardellino: Gauguin, Modigliani, Boine, Picasso, Montale, Campana, Tozzi, Dickinson, Jeanne Hèbuterne, Tabucchi, non ebbero bisogno di alcuna teoria a priori. Ho pena, avendo frequentato questi maestri sull'Olandese Volante, per l'infelicità di chi si fa modellare su come scrivere o pensare! Son più liberi i cani al guinzaglio quando li portano fuori casa. Chi segna con citazioni colte spropositate, per ottenere pesca dai motori di ricerca, il proprio territorio poetico ha natura da animali domestici adatti alla ciotola o alla bastonata sulle terga. E questo mio pensiero è figlio di un'azzardata unione di Stirner e Kierkegaard! Non ho mai fatto mistero di quanto sopra scrivo a chi si avvicinava a me ai miei siti. Meglio ha fatto chi subito si è allontanato dalla mia persona! Senza darmi l’illusione di avere una complicità in atti rivoluzionari ed estetici che invece non esisteva! Gauguin e Bernard. La Teoria, la Parola e il Vomito.
Le due donne, che hanno portato rispetto, al "patto", al mio "gioco", sono state Karoline Knabberchen (Guarda-Engadina 1959- Lofoten-Norvegia 1984), che rifiutò ogni carriera universitaria e letteraria (clikka: Esclusività) ben sapendo che soltanto lei Costanza poteva difendere da ogni sconfitta il suo d'Artagnan di Vecchiano!; e Sara Cardellino, allora Sara Esserino, (I due addii di Sara Esserino che diventerà Sara Cardellino) che dopo la nostra separazione a Villa Malcontenta nel novembre 2011, smise di scrivere poesia per dedicarsi soltanto alla musica come solista e in orchestra. Questa si chiama onestà, dell'essere, nel tragico dell'amore e delle arti. Questo è stato L’Olandese Volante. Nel suo veleggiare nel suo inabissamento. Che aprendomi gli occhi, li tenevo chiusi (io Bella Addormentata, tu con gli occhi chiusi come mi disse Sara Cardellino) mi ha portato a una vita, traversando il dolore e la nausea per i miei errori e colpe, dove non è più contemplata nessuna attività estetica, che non sia, nel privato, per chi amo. Vivo o morto che sia. Una liberazione!
5 L’Olandese Volante è stato una scelta politica ed estetica. Rivoluzionaria. Mai ho cercato entrature pubblicazioni mostre recensioni scambi per quanto scrivevo o disegnavo. Tutto Pro Bono! (clikka: Sara Cardellino: L'anno di Accio e il Pro Bono Malum di Ariosto) Nessuno scambio con chi ha lavorato con le strutture di dominio, nella Microfisica del potere, e per il capitalismo schizoide (Foucault-Deleuze).
6 Il mio legame artistico è anche, molto, con i generi detti: popolari: melodramma, fumetto, narrativa d’avventura, western. Non esisterei senza questa mia appartenenza. Per me Dumas vien prima di Heidegger o Lacan. O di Wittengstein. Schubert dei Lieder e il rock (Led Zeppelin) prima di Shoemberg. (Barra Rossa/Transmoderno e Transfumetto)
7 La mia caratteristica è l’ingenuità. Come il Povero musicante. Di Grillparzer! Suona e non sa scrivere la musica. Sono sgrammaticato. Senza cultura letteraria nei fondamentali. Candido e crudele. Per me prima di tutto viene l’atto concreto. (Lettera di Sara Cardellino al Povero scrittore sgrammaticato. Che vede stracciato il suo fumetto) Non ho mai tradito chi amavo d’amore assoluto. Sennò esso, semplicemente, non lo sarebbe stato! La mano sul petto che mi pose Karoline Knabberchen la sua scelta di prendermi intero anche con il Male addosso, la sua teoria che ci si possa rincontrare in altro universo: cerchio di esperienze religiose in più vite: io a ciò sono rimasto fedele! Con gli atti concreti. Reali. Tangibili. Nessuna poesia o testo letterario può sanare la ferita che viene inferta quando questa fedeltà viene tradita o non c’è, al di là dell'enfatismo letterario, un amore e un bene all'altezza di qualcosa di assoluto e che non scade come il latte!; questa letteratura è ridicola e mediocre: come abbellire la morchia con pittura dorata. La tomba di Paolo Fatticcioni detto il Pazzo (1949-2005) son riuscito a raggiungerla 13 anni dopo la sua morte soltanto con Sara Cardellino! A riprova di cosa sia l’amicizia per me! Cosa sia l’amore che comprende le nervature intime dell’uomo amato. Questa è poesia. Una donna che ti porta alla tomba di un amico e del padre... è poesia e amore assoluto (Accio e Cardellino sull'argine. La tomba di Lalo e del Pazzo)
8 Chi mi conosce, chi mi ha conosciuto, sa che giungo fino all’estremo. Fino a dare tutto me stesso. Ciò spero!, oh se lo spero!!, riscatti agli occhi di Dio, gli atti sconsiderati e banditeschi, i miei limiti, la facilità con cui compio errori e colpe, le scemenze estetiche con le quali ammantai la mia vita troppo a lungo! “Ho bisogno di te, sono in pericolo”. E sempre sono arrivato. (L'ultima volta con Paolo Fatticcioni sulle Mura di Lucca) E quando lo sono stato io, in pericolo, e chi chiamavo è giunta, è giunto, per me, dimostra concretamente non a parole!, senza finta letterarietà!, cos’è l’amore cos’è il bene.
9 Quando mia madre sembrava morisse… letterati e letterate (anche ospitate nella casa della sarta, ricevendo in dono “cicalini” e limoni) si son tenuti alla larga. Neppure una telefonata. Sara Cardellino, invece, è giunta a tenermi le spalle. E quando viene a Vecchiano porta i dischi, LP, di Puccini per l’anziana signora maestra del cucito. Questa è Poesia. Amore. Bene. Comunismo! (clikka Accio: La musicista cardellina e la sarta)
10 il 9 gennaio 2017 ho sentito nella testa le pallottole di Robert Ford. Sparate per conto della legge poetica al servizio degli sceriffi Pinkerton. E son diventato Jesse Accio James ammazzato e resuscitato da Zerelda Zee Cardellino con la musica di Schubert. (clikka: Quando salvai dalla morte Jesse Accio James con l'Ave maria di Schubert il 9 gennaio 2017 di Robert Ford). Però sono morto con il mio passato estetico. Tengo con me Karoline Knabberchen e i personaggi. Vivranno con me al Campo della Barra a Venezia a Marina di Vecchiano. E nei luoghi (dove vivono persone come noi la loro vicenda umana senza necessità di nobilitarla con enfatica poesia più falsa dei biglietti da 100 euro stampati in un basso napoletano) che raggiungerò con Sara Cardellino. La Donna che visse due volte nel cuore dello stesso uomo. Che ha completato melodramma, romanzo, western, cappa e spada.
"Bacio al Campo della Barra Contea di Clay Missouri
Sara Cardellino e Accio Anelli di calamari per dita di sposa
-Accio la poesia-ricetta è certamente gustosa, mette appetito, allegria… ma sei proprio sicuro di voler friggere te il pesce acquistato a Viareggio. -Scusami tanto, … siamo tornati da Madrid, a Vecchiano ora mangi una bella frittura con una bella insalatina e poi la bella Cardellina domattina la porto a Venezia con la macchinina, mia. Ci tengo più a fare il cuoco che ad abbrustolire parole! Trova chi ti fa meglio!… -Appunto, temo che “bruci” tutto, vien fuori un “untume” unico!... e farai “del tuo peggio!” -Cribbio!, Sara, ecco che mi fai venì il nervoso! Ma come parli!... “bruci”, “untume”… -Accio, dammi retta, fai “frigge” alla Nada, che si sta per “sbellià da ride”. -Oh mamma… ma la senti come mi fa il verso vernaolo questa veneziana!? … dai la tua sentenza… -Ah, è meglio che friggi te!... e perché?... perché io son già impanato e fritto! E cotto a puntino!… perfetto siamo alla complicità totale contro di me… va beh!… cedo… ma anche lei è fritta! Sia chiaro… -Accio, intanto, andiamo a prende da Agostino i “pomodorini lucidi” che ci ha promesso… davvero mi vedi fritta cotta di te senza rimedio? … -Per forza sei pomodorina cardellina! che s’è innamorata del calamaro poeta fritto raro… -Vieni qui, dietro la siepe, e stai fermo che sennò “t’impungii”… Smack…SMaacKK
LUNGA NOTA CON WESTERN E MELODRAMMA TRANSMODERNO Sara Cardellino scherza usando il vernacolo pisan-vecchianese. Ortica, qui, si dice “pungia”! E se ridi forte l’ombelico si sbellìa. Anch’io, ma con più fatica, perché son duro, linguisticamente, m’esercito col dialetto veneto-veneziano. L’ho parlato anche a Madrid a volte creando una comicità unica. (Sempre su Accio e Cardellino nella cucina vecchianese: Bandito scervellato. la poetica del ragù a Vecchiano. Lucca Comics 2017) Con questo diario-dialogo, con il quale reali voci affidate a personaggi (racconto transmoderno, da Vecchiano-Campo alla Barra a Madrid e ritorno) salutano dal social per entrare nell’estate, e, magari tornare nell’autunno, rivela come Accio, come Claudio Di Scalzo, un tempo autore nei segni scritti ed estetici, abbia trovato il suo “centro di gravita cardellente”. Dove ogni vita letteraria e letterarietà non ha posto. Il “centro” è il fritto, l’anziana madre malata di cuore, la giovane musicista che pur suonando Bach come poche, con la sua cultura classica, sceglie Accio, perché le ha fatto trovare la sorpresa, tornando contadino, del grano al Campo della Barra, vicino al lago Puccini, con relativa baracca, come davvero poteva fare un Jesse James per la sua Zerelda Zee. Nel racconto di oggi col fritto, al centro di gravità ci sta il vicino di casa di 90 anni, che le racconterà dandole i pomodori, di Accio monello. Non sarò io al centro, bensì una voce narrante proletaria, che con parole semplici, narra nel tempo avanti eindietro. Questa è la mitologia che a me attiene. Sono un uomo semplice. Non ho mai voluto essere un intellettuale, un colto, insegnare ad altri autori e autrici la letteratura l'estetica la cultura, ma stare dentro una comunità di linguaggi, della mia classe d’appartenenza. Ed ebbi, l'utopia, con L'Olandese Volante (2011-2017), di creare on line, voci, andando oltre il comunismo-capitalistico dei social, dei siti, di ideare un comunismo popolare: narrazioni, autofiction, novel, diari, realismo popolare glocale (locale e globale), poesia-flusso... che fornisse estetica ai movimenti di ribellione e rivolta anti-capitalistica. In questo quadro anche Agostino mio vicino di casa, anche il giovane sfruttato da Ikea, il migrante e l'antico pescatore anarchico poteva avere (potrebbe avere) la propria dimensione espressiva. Trovare un "accesso ontologico di classe". Non per singoli nominatisi intellettuali guida. Che poi è una ridicola stronzata già, giustamente, seppellita nel Novecento dai movimenti d'avanguardia. E ognuno mi racconta un evento, di gioia, di dolore, scherzoso o malinconico. E ricorda il tempo nostro trascorso. E mi chiede della Nada. Di questo racconto, che è orale, non scritto, io sono destinatario e autore con altri anonimi autori e autrici. Il Cardellino, quando la Domenica delle Palme, nel 2017, ed erano passati 5 anni e 5 mesi dalla nostra separazione, ha risposto alla mia richiesta di aiuto: "Sono in pericolo Sara", e lei è giunta, è arrivata al cancello verde dietro la Chiesa di Sant'Alessandro, chiedendo nei paesi della val di Serchio, semplicemente, "Cerco Accio, potreste indicarmi, dove abita?". E le hanno risposto: "Dietro la Chiesa di Vecchiano, vedrà un cancello verde a barre orizzontali che fece su pa' anarchio, c'è un pino alto dietro un noce e una magnolia e canto la 'asa un limone... chiama forte: Accio!... se è in casa appare sulla porta e ti viene incontro. Se è in giro chiedi di lui in piazza e te lo mostrino di siuro. Non dire il suo nome e cognome, qui per noi, è Accio! E lui ci tiene ad esse chiamao osì". E se qualcuno ricorda, quando da solo, Accio “stese a mani nude tre fascisti che volevano picchiallo…” o quando andavo con il Pazzo (1949-2005), l’amico barbiere, a caccia di frodo di fagiani e cinghiali nel Parco dei conti Salviati, perché l’avanguardia del proletariato si riappropriasse di quanto era nostro… a costo di prendere qualche fucilata dalla guardie… allora sarà chiaro alla Cardellina… cosa intendo, da una vita, per amicizia, invincibile, e per lotta comunista. E, seondo me, non vorrei sbagliammi!, andrà ‘osì!
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