:: Claudio Di Scalzo detto Accio: Eriche per Sara Cardellino. Calluna. 2009


 
A Lucca Comics 2024 sarò per te Calluna sotto la luna lo sigli Accio il patto?
Tavola 20 x 30 - cds ottobre 2024





Claudio Di Scalzo detto Accio
ERICHE PER SARA CARDELLINO. 2009.

Prendo a coltivare ERICHE per devozione verso chi ne aveva scritto in poesia e prosa: come Apollinaire Storm Campana. Perché espongono fiori tutto l’anno, e io Sara Cardellino l’amo tutto l’anno e più in là; perché a me pisano ricordano brughiere ove dimoro, io turista dell’immaginario, i luoghi descritti da Robert Stevenson da Thomas Hardy da Conan Doyle da Emily Brontë da Jane Austen.

Le eriche son disposte all’ibridazione. Perfette per mischiare generi forme stili illustrandole. Facili da moltiplicare posso pensare varianti sempre più tenere sublimi o acrobatiche di eros infuocato.

L’erica, poi, rimando con prefica può adornare, lutti, disgrazie, accadute o immaginate o soprattutto da scansare. Si sa che l’Amore scorre binario accanto alla Morte alla Fine, quello romantico intendo, del quale soffro mi nutro.

Da questo “ericare” di sopra annunciato romanticamente lambente pericoli amor-sesso-sasso-sprofondamento lago lacrime (che tratto nelle Piante Acquatiche pur’esse dedicate a Sara Cardellino) vien in aiuto la declinazione italiana di quanto è nordico portante seco ironia benefica:

Le CALLUNE son appellate BRUGO. Facile rimare con “Ogni guaio io fugo”; “Ti guardo nuda e degluto vicina al Brugo” e così via. L’ERICA CINEREA, da cenere sob sob, vien appellata a Pisa ERICA CENERICCIA” di te mi godo spirito e ciccia, diceva mio nonno. In Sicilia GALENCIA PICCIRIDDA “Sul mio glande posa lingua riccia”; ERICA SCOPARIA facile in ardito lagunare declinare “Ti scopo in posizione varia”. L’EROCA ARBORIA vien detta a Lucca, “scopa da ciocco” da tradurre “fai di me il tuo cocco che piacer ti scocco!”

 

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La CALLUNA te la dono in collina, prendo ispirazione dai tuoi seni esposti nudi, in questa estate che riunisce nostre diverse etade!

Con la CALLUNA VULGARIS impetro il tuo sì sì sis!

Calluna che cresce in terreni esposti al sole ma in terreni torbosi e acidi fai che lei mi ami seppur io sia solare in certi giorni e acido con battute e gesti; e torbo, oscuro, nelle radici psichiche. AMA ME E LA CALLUNA SEPPUR A VOLTE IMPRUNA GUIDATO DALLA LUNA. Le dico nella notte focosa e gotica e tempestosa. Cardellino dice: “SÌ SI SIS amante vulgaris!