K.K. con K
Foto Fabio Nardi. 1980
da "FILOSOFIA DA BAITA"
Il volto di KK lo fotografai (cavalletto e Hassemblad 500 EL/M) dopo che mi ebbe letto la sua "declinazione da Kafka".
Turbamento infinito. In seguito sopito con la Poesia Visiva "Kafka col cravattino che bussa pulsa".
Sara Cardellino leggendolo nel dattiloscritto mi guarda,
coinvolta fino alla commozione, dice: "Aveva ventun anni! E scriveva così. Non si necessita aggiungere altro
e il volto non scioglie l'enigma del suo passaggio sulla terra. Ma è una delle fotografie più intense
che Nardi ha dedicato alla donna amata. Mai mestiere fu più utile, Claudio."
Karoline Knabberchen
(Guarda Engadina Svizzera 10 aprile 1959 - 20 agosto 1984 Isola di Austvågøy Lofoten Norvegia)
Karoline Knabberchen
PREMONIZIONI FORSE ANGELICHE FORSE DEMONIACHE.
OMAGGIO A FRANZ KAFKA
40° DELLA MORTE
"Kafka col cravattino che bussa pulsa".
A Karoline Knabberchen - 1980
Fabio Nardi/cds
dalla Rivista di Pensosità e Letteratura TELLUS, 2008
Mi chiamo XX. Il nome mi soddisfa perché se mi chiamano, ripetendolo io facendo finta di non aver inteso, XX XX, rimo, stupidamente lo so, con CLIC CLIC, come una colt che non abbia cartucce. Ciò rimanda al mio “imparentamento” animale con la caccia svolta o subita.
Sono cresciuta con la premonizione strana e terribile che qualcosa di potente fosse nell’imminenza di prodursi attraverso la mia fragile vita. Da piccola non suscitavo simpatia o tenerezza come tutte le piccoline nei grandi; bensì un timore vagamente dissimulato. Adolescente, un giorno, mi allontanai da casa spingendomi oltre il fiume che divide la città bassa da quella alta. Io, figlia di quell’uomo acquiescente e di quella donna misteriosamente ardente, mi spinsi verso la città vecchia dove mi capitò di osservare le merci e i mercanti, i mendicanti e i ladri, gli esattori e le puttane; il brulichio della vita intorno all’edificio più rappresentativo della città. Fu così che venni colta da una specie di incendio nel retro della testa. Voglio dire, quella vita repellente produsse in me qualcosa di feroce, risalente lungo la dorsale, che mi azzannò il frutto galleggiante nel cranio. Sicché annebbiai. Dunque corsi con gli occhi chiusi. Superai, credo, la cinta e i giardini, superai i gradini primi e secondi, superai il grande andito lucente e, cieca, fui nel buio, nel fresco, sacro buio che diede calma al fuoco che mi ardeva lassù, nell’organo superno.
I miei genitori dovevano essere in pensiero, non lo nego. Mi fu detto che familiari di ogni ordine e grado mi cercavano. Allora corsi fuori. Non che mi cercassero nella sinagoga, si intende, ma nella nostra città tutte le strade portano ad essa. Fu così che li ritrovai essendo ritrovata, dialettica senz’altro, e i grandi mi mossero rimprovero e i piccoli saltellando chiedevano: Dove sei stata? Dove sei stata eh furbetta?
Pensai: che vogliono, non sono forse grande abbastanza per fare da madre a me stessa? Dovettero, credo, leggermi qualcosa in volto perché mia madre si coperse il viso con le mani e mio padre impallidì; parole morirono, tremando, sulle sue labbra, quindi indietreggiò e, volgendosi, nello strepito della città prese la via del ritorno. Tutti gli andammo dietro, naturalmente, io tra i fratelli e la madre ultima.
Calma ritornava tra la spina e il cerebro. E mentre i piccoli mi toccavano le mani, i lombi, l’addome, vidi alcune chiare nubi all’orizzonte e pensai che forse sarebbe piovuto. Dissi “pioggia” e, in breve, ma senza merito, fu pioggia grande. Tutti allora fuggirono. Rimasi a bagnarmi. Stupidamente sillabando la facezia: da XX XX a CLIC-CLIC a PLIC-PLIC. La vita a volte somiglia alle tavole illustrate con didascali anche in rima di Rodolphe Töpffer.
Demoni umbratili alunni in incognito
di Pascal visionari impenitenti
si sorpresero davanti al silenzio
delle stelle. Chiusi com’erano
(lo saranno ancora?) al senso
del mondo, chiusi al Logos
di ogni rivelazione. I più cocciuti
(ai quali sarebbe stato addebitato
il fallimento della missione terrestre)
si rivelarono chiusi pure al cosmo
delle idee, alla vertigine
del regno dei fini.
(1980 - K.K.)