:: Claudio Di Scalzo. Messa a fuoco sulla pelle carnali stelle. Antonia Milk. 1976 |
A Sara Cardellino nominatisi “Curatrice” di quanto trova nelle soffitte e nei vari pc abbandonati nelle istesse mura, cantine comprese, del cascinale, da me accatastato-obliato, in varia estetica, più o meno, in 50 anni, e mi rendo ‘onto che son tanti, offro sigla “Curatrice dello Scalzo senza forbice”. Perché se deve occuparsi di riscoperte e stilare un minimo di Indice deve accettare tutto quanto scopre, che poi riguarda altre figure femminili e segreti vari, anche politici, senza usare “forbice”. Ha accettato e io didascalizzo il ritrovato. Che ogni lontano tempo in fondo al bicchiere estetico ha depositato. La mia avventura nella fotografia, come CDS e Fabio Nardi, si posò fin dall’inizio sul “Pittorialismo”, sul ritratto verso la fotografia di moda, sul nudo femminile, sul paesaggio ribattezzato “Paesassaggio”, su sperimentalismi operati dai maestri e da seguaci meno talentosi ma degni per me di nota che dalla polvere li scuota. Ebbi l’accortezza di usare reflex con ottime lenti: Nikon, Leica, e la portentosa Hassemblad. Luci adatte artificiali. Carta per stampare ottima. Costi alti allora. Però così operando, passati decenni, negativi e stampe sono in stato perfetto. Oggi il web, i social, e la carta stampata accolgono milioni di foto. Spesso chi fotografa, metti in materia, di immaginario femminile, ripropone calchi (infiniti) da chi, fotografo, lo fece per primo. Comprese riviste di moda e di nudo artistico o da calendario. Io negli anni Settanta del ‘900 questo, già, sapevo. Per questo né esposi e neppure ne feci mestiere. Per la fotografia di nudi, ebbi allora presenti, a parte i maestri riconosciuti che stanno nelle enciclopedie, anche fotografi di nudi del Secondo Impero, francese; la fotografia del cecoslovacco Frantisek Drtikol che nel 1940 fotografava con gusto tardo simbolista. Il fotografo Giulio Puccio medico di Albisola con l’hobby della fotografia per le anatomie svestite. Jan Sandek coi nudi pube nero in vista che da decenni in tempi di depilazione imposta dal consumismo americano non se ne vede più uno in giro e gli stessi dipinti fino al 1980 sembrano corpi con casuale pennellata scura. Quando si dice la Dominazione del gusto Yankee imposto nelle Arti! Iniziarono le comunità gay americane e poi il mondo etero ha sviluppato il tutto fino ai porno su Youtube! Tenevo d’occhio nello scatto anche il giapponese Hideki Fuji e il fotografo, per la moda, David Bayley, che ispirò Michelangelo Antonioni per Blow Up. Orbene. Alcuni di questi motivi ispiratori li sparsi sulle modelle con cui vissi, mie muse, nelle foto di seguito ANTONIA MILK, nel 1975 e 1976. Unendovi poesie-didascalie che rimandavano però alla macchina fotografica e al suo funzionamento. Oggi; in tempi che non esiste più il “Piacere del testo” di barthesiana memoria né il “Piacere di guardare” per eccesso di corpi in giro sui social, dove i photoshop offrono ogni gamma cromatica che un tempo costava settimane di lavoro in camera oscura e pose; concludo con una battuta di APOLLINAIRE, che convince anche la “curatrice” Sara Cardellino: “ Ho il cuore grande e grosso come il culo di una ballerina a Damasco”. Ecco, quando fotografavo in questa dimensione stavo. Rima. Pure l’organo sessuale comincia per “C” come cuore. Ero APOLLINAIF?
1 L’aria mossa dal clik finalmente si calma: dal soffitto scende alito lembo, anche nembo?, palpazione terrestre. Fumo divampa piacere d’averti accanto di jeans vestita. Prima del nudo primo confine valicato.
2 PELLICOLA ADATTA AI MILLIMETRI Parlo senza risponderti dalle ombre che lenzuolo modula. Trepido respiro nel cerchio dell’obiettivo 50mm unisce sonno a quanto si rivela impenetrabile.
3 GRUPPO OTTICO GRUMO LIBRI Ascelle dell’attimo lembo rimpianto effigia l’abbandono. Curve grembo mano tempo dell’indugio messa a fuoco. Oh palmo a palmo fermo tempo agitato della pupilla.
4 CALCOLATA LUMINOSITÀ IN LENTA RIPRESA Spasimante del gracile essere in posa contro l’immane forza complice all’intima intesa: arco vitale con finestra serena.
5
MIRA OTTICA CON CENTRO E BORDI DOPPI Specchio ricordo di realtà che ti beve nell’intima fibra delle labbra schiuse come jeans da cintura sfibrata dall’uso. Curiosa sorpresa doppia dell’occhio sopra la birra (per il fotografo mirra in mira) accoglie segreto della fonte. La sorte sul palmo della mano più in alto. |