:: Karoline Knabberchen: Il Cigno morto di Radiguet |
Karoline Knabberchen IL CIGNO MORTO DI RAYMOND RADIGUET
Leggi questa poesia di Radiguet. Chi muore giovane ha queste visioni definitive. Riesce ad essere drammatico eppure ironico sul mito su quanto è passione con eros. Sorrido, amandoti e ancor più desiderandoti, al pensiero che possa riguardarti mio cigno fotografo. All’idea folle che sia stata scritta per la Leda che sono casomai pensassi al suicidio. Dalle mie piume, mi piace fantasticare, ricaverai non cuscino, bensì pagine da scrivere. Questo è uno scherzo agostano sulla mia pelle bianca che bianca resta arrossata nelle carezze di me cigno in accappatoio bianco sulla riva. A te ch'a breve ti tufferai. Per dirmi dal largo, a me che sto sulla riva, qualcosa di bello che non intenderò del tutto; io risponderò con qualcosa di intenso che solo a framemnti intenderai; ma quanto non inteso sarà poesia mia e tua eterna, e matta, come l’acqua che dalla sorgente raggiunge sempre il mare. Oggi il Cigno di Radiguet ti leggo, ti affido, intenderai a metà, e a metà io la tua risposta, saremo sublimi e sciocchi, però eternità - anche in noi - in questa maniera si posa. Esiste qualcosa di più adatto per me e te?
Tua Karoline Knabberchen traduttrice a Marina di Vecchiano Addì 18 agosto 1983
Un cigno morto passa inosservato In riva al lago tra le spume.
Eccoti vendicata, Leda, Immagina che un cigno uguale al tuo Dolce all’orecchio dell’ava, Al primo canto venne sgozzato.
Delle sue piume è composto il cuscino Sotto cui Leda abbandonata Informa del suo abbandono Il passante che lo sa già.
Transitate, colori, tutto passa, E bianco resta alla fin fine. Gli angeli in accappatoio Sulla sabbia non han lasciato traccia
Del passaggio. E li inquieti A notte qualche abbaio; Un calcio d’angelo insegna Al cane come si mente.
E tu, tristezza mia, cigno Che ingrasso per il Natale, Le lacrimose gocce che ti colmano il cuore Impediscono che il sangue macchi La sabbia su cui Leda Si suicidò per un cigno. Asciugati lacrime e vesti, Si sta lanciando l’angelo dal trampolino.
UN CYGNE MORT
Un cygne mort ne se remarque Parmi l’écume au bord du lac.
Léda te voilà bien vangée, Pense qu’un cygne au tien pareil D’une aïeule charmant l’oreille Au premier chant fut égorgé.
Son duvet emplit l’édredon Sous lequel Léda délaissée Informe de son abandon Le passant qui déjà le sait.
Passez, couleurs, puisque tout passe, À la fin il reste du blanc. Les anges en peignoir de bain Sur la sable n’ont laissé trace
De leur passage. Et les dérange Du chien la nuit quelque aboiement; Le simple coup de pied d’un ange Enseigne au chien comme l’on ment.
Et toi, mon cygne, ma tristesse, Qu’en attendant Noël j’engraisse, Les larmes dont ton coeur est plein Empêchement le sang de tacher Le sable sur lequel Lèda Pour un cygne se suicida. Son linge, ses larmes séches, L’ange s’élance du tremplin.
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