:: Fabio Nardi: Stanotte m'รจ apparsa Karoline Knabberchen |
Fabio Nardi STANOTTE M’È APPARSA KAROLINE Stanotte m’è apparsa la mia fidanzata Karoline Knabberchen. Già nella sera tenuamente chiamava. Allarme tensione allucinata meraviglia. Il liquido corpo feconda l’attrattiva della notte buia. Qui lo sbiadimento dell’essere ti curo, amore mio, sussurra. Stanotte muoio e ti raggiungo? chiedo. No, Fabio Nardi. Risponde. Scosta i capelli bagnati e le ciocche rivelano il linguaggio che avrò nei mesi a venire; e mentre ne carezzo il biondo tenue esco dalla zona opaca della disperazione di giugno, e capisco che necessito di un ideale che mi spinga oltre ogni decorazione dell’io per attingere al tragico senza niente concedere all’artificiale. Fuggi dal pluralismo dei segni consolatori imposti dal contemporaneo, mi dice Karoline, e credi fino all'estremo, come io feci, che l'arte come i fantasmi non ha corpo. Ad essa il compito, per me e te che così ci amiamo, di tornare nell'immaginario a noi adatto. Questa è la Croce che sorge dalle mie due K. Una è per te. Pallide di lignaggio antico erano le spalle di Karoline sulle quali ho pianto e il frutto della notte m'ha nutrito come non accadeva da tanto e tanto tempo. E dal frutto l’infiorescenza d’una fede nell’amore che vince ogni distanza, e dal fiore il seme ammirato di labbra che portano tepore simile a quello della tellina sulla spiaggia deserta con a fronte il mare. Se così l’hai pensata con te rimarrà, basta ne sfiori col dito la superficie bianca. Dice Karoline andandosene. E sorride, tenera, sapendo che me ne uscirò con facili rime perché l'uomo a cui è legata... scanzonato deve affrontare il tragico. Beltà del respiro sul volto che ammiro in canto silenzioso spanto accetta questo disegnato rimpianto.
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