:: Claudio Di Scalzo: Oceano sopra mattonella Lofoten |
Fabio Nardi: "Mattonella Lofoten copertina" - Luglio 2015
Fabio Nardi OCEANO SOPRA MATTONELLA Nel luglio 2015 torno in una casa sul mare. Un cascinale a Marina di Vecchiano. Nella pineta che guarda all’arenile e poi al mare. Riapro finestra e porta della sala. Qui venni con Karoline Knabberchen ad inizio 1984. Alla vigilia del nostro viaggio che ci avrebbe portato fino alle Lofoten in Norvegia e dove la mia fidanzata si suicidò, annegandosi, il 20 agosto.
Fabio Nardi "KK sul fonfale Lofoten" Luglio 2015
Era gennaio e il libeccio sferzava le imposte e piegava i pini. La casa ce l’aveva prestata il mio amico barbiere di Nodica detto Il Pazzo. La teneva per pescare e per cacciare di frodo. Stemmo lì una settimana per preparare la mappa del viaggio, gli itinerari, i baci da camera più fantasiosi. Vivemmo come dei contadini negli anni cinquanta. Il grande camino scaldava le stanze. Il pavimento di pietra non era ostile. Vi camminavamo scalzi prima di tuffarci sotto le coperte del letto con la testiera d’ottone. La casa non è più stata abitata. E porta i segni degli anni. Anche se un contadino che aspira ad acquistarla dagli eredi del mio amico, ha mantenuto negli anni la cura del tetto della grondaia invasa dagli aghi di pino e degli infissi verniciandoli.
Fabio Nardi: "Mattonella Lofoten introduzione" - Luglio 2015
Mi sono aggirato nelle stanze salito le scale rivisto la camera. Poi il salotto cucina che guardava il mare. Ho spalancato la porta. Ho guardato le piastrelle in pietra, in marmo rosa e bianco. Mi sono sembrati riquadri di dune di arenili di acque velate da brume. Ho intravisto corpi evanescenti, facce, profili. Ho provato una stupefazione intensa che mi ha spinto a fotografare quelle presenze larvali. Capisco che sta avvenendo una sorta di trasmissione per immagini tra me e Karoline. Tremo quasi. Ho la pelle accapponata e brucio. Poi la tenda celeste, celeste acqua marina, sospinta dal vento estivo prende a vibrare a muoversi avanti e indietro. I lembi di stoffa scivolano sulle pietre, sulle venature, sulle macchie rossastre e grigie. Sono come un fondale marino che vela e disvela, delicato e struggente. Scatto foto seguendo il movimento di questa trasparenza celeste. E so che questo è il mio Requiem, di quest’anno, per Karoline Knabberchen; Requiem per tenda per marmo per luce. Dopo verranno le parole, la pittura, il canto, lo sviluppo di questa preghiera. Ma quanto conta è stato l’attimo eterno che mi ha coinvolto. Il fenomeno. Ora posso piangere e sorridere alla donna amata. Sono ancora il suo fotografo, sono ancora da lei amato.
Fabio Nardi "Fondale Lofoten con figure" - VII 2015
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