:: Fabio Nardi: Petrouchka e Knabberchen il 20 agosto |
Fabio Nardi PETROUCHKA E KNABBERCHEN IL 20 AGOSTO
La fiamma danza sull’acqua norvegese (vista da qui) nel lutto del 20 agosto propizio al vapore. Dall’acqua bruciata il corpo di Karoline danza con Petrouchka nella bontà provvista di saliva salina smagliante schiuma popolare. L’infelice burattino russo l’infelice saltellante d’Engadina scherzano su tutto quanto fu e quanto sarà.
La lucente partitura di Stravinskij rende l’anniversario in pura sonorità di sbattuti stinchi.
Spericolata lucis requiem s’inabissa risale si fissa in perigliose scale. Sul borgo bruno e viola data inquieta camera della vertigine vorticante l’ex mutismo mortale per annegamento. Abisso del tormento scisso scintillio sonoro. È questo l’assoluto mio decoro, dice Karoline, anche nostro tramontato oro aggiunge Petrouchka.
Tagliente luminostà dei legni (m’affila e sfila i giorni della mendicità). Aggressiva asprezza degli ottoni (sfrangiano le povere bandiere vestite in parole carnevalesche). Patina degli archi (nel sole lampone finnico). Martellanti svolazzi crepitanti del pianoforte (vento incide lo scarlatto dell’estate febbraietta tempo biondo disdetta in me e Petrouchka) abbracciano la creatura di legno (galleggia egregiamente) e la creatura di sabbia svizzera (si scioglie e raggruma egregiamente) nella loro inaudità mortale umanità.
L’iridiscente affratella la perdita in esilio tra Vecchiano e le Lofoten. Penetra nel presente piagato ente salvato perché i colori che Stravinskij cresce avvolgono noi due burattini ricci d’oceano che fanno ridere sul palmo delle mani oranti. Ma tu Fabio piangi lo stesso un poco per noi due nel languore di povere figure d’ogni festa nella gola del rimpianto per scene toccanti ove fummo respinte dall’acido timbrico del reale scovolte nel cubismo pallido d’un balletto di cui tieni l’esecuzione ogni anno dissonante al tuo presente.
(VIII 2015)
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