:: Claudio Di Scalzo: Ornitologia Vecchianese da banco per Karoline Knabberchen. Mitologia della Ranocchia d'Engadina. 1 |
ORNITOLOGIA VECCHIANESE DA BANCO PER KAROLINE KNABBERCHEN. MITOLOGIA DELLA RANOCCHIA D’ENGADINA
INDICE DEL LIBRO Lucherino (Teologia razionale/negativa – G. Bruno, Spinoza…) Verdone (Gnosi, Eone ecc) Ciuffolotto (Logicismo, Crisi del Fondamento, Frege, Russel…) Verzellino (Eterno Ritorno, Apocastasi, Zenone…) Cardellino (Esistenzialismo, Kierkegaard, Lucio Fontana…) Codirosso (Feuerbach, Horkeimer, Adorno, Marcuse,…Marx/Freud) Frusone e Beccofrusone (Platone…Bello/Brutto…) Passero solitario (Zen…) Fanello (Zen…) Merlo (Freud…) Organetto (Freud e Breton…) Tordo (Freud e Reich…) Fringuello (Pitagora, Plotino, Illuminazione cristiana) Usignolo San Dionigi, Misticismo, Illuminazione,…) Cincie (Decostruzionismo.Derrida) Storno - Lacan Deleuze - Gazza Lèvinas – Passero Foucault – Calandra… ecc
I Lucherino aggraziato e piccino dal ciel hai mandato a starci vicino. Queste semplici rime contadine, dei contadini che allevano volatili in gabbia, dicono che il Lucherino si adatta perfettamente alla vita captiva nel giro di pochi giorni. Passato un mese non ha più alcun timore dell’uomo, della mano che entrando nella gabbia porta semi tra le dita. Sul palmo zampetta e pulisce il becco sulle linee della vita. Tra il Lucherino in volo e quello da gabbia c’è però una differenza teologica fondamentale. Il Lucherino in volo si conforma alla Scolastica. Non sospinge mai, nelle sue planate e risalite, l’idea della trascendenza divina fino a cinguettare nel vento che essa impone una separazione irrimediabile tra volatili e Dio. Nella teologia razionale del Lucherino, Dio anche se sede di ogni perfezione, resta un ente analizzabile dall’intelletto del Lucherino in volo. Contrariamente. Il Lucherino in gabbia, nella vita captiva, aderisce alla teologia negativa. Egli sostiene l’incommensurabilità tra uomo e Dio. La divinità non può essere definità in alcun modo, tantomeno saltellando in un rettangolo di legno e dondolii di plastica; Dio è nello stesso tempo luce e ombra esattamente come il nero e il bianco imposto dalle sbarre sul pavimento su cui cadono escrementi e miglio con semi integri e sbucciati. Dio è quiete sul piccolo trespolo terrestre dove posa il suo piede e movimento e volo immenso nell’universo da una galassia all’altra; Dio è un paradosso che non può esser pensato dalla mente di un Lucherino. Il Lucherino, dalla sua idea di trascendenza, sia in gabbia che in volo, ha modellato piumaggio e abitudini. Si è sforzato di non diventare troppo appariscente nei colori rispetto all’illimitato del divino. Si potrebbe quasi pensare che L’Uno-Bene ben colorato incommensurabile nella sua lontanaza e natura gli derivi da Plotino. Probabile che i due Lucherini, in volo e in gabbia, subiscano l’influenza delle filosofie panteistiche di Giordano Bruno e Spinoza accumunate dal rifiuto a concepire Dio come ente esterno al mondo e da esso distinguibile. Potrebbe confermare ciò la sua livrea con il dorso verde oliva – richiamo probabile alla vigna del Vangelo – striato di nero, teso a intridersi con ogni ramificazione arborea, anche nella notte nerofumo anche nell’autunno nerastro, che regge il cielo; e il petto giallo oro che rimanda alla vocazione iconica sacra della patristica, mentre il giallino e biancastro sul ventre, umilmente, richiama il colore delle feci della materialità accanto alla grazia delle ali. Il Lucherino semplifica nei colori capo ali e remiganti primarie: calotta nera, ali verde oliva con tre strisce gialle – la Trinità – separate da due fasce nere che per alcuni interpreti sono la prima e la seconda morte anche qui come da Vangelo e Apocalisse. Il canto del Lucherino è semplice, però piacevole, e modulato. Si può parlare di canto francescano. Nel Lucherino in gabbia il canto si colora di accenti patetici e nostalgici verso gli elementi da cui è escluso. Ma senza toni di afflizione senza rimedio o moti di dramma. La fiducia nel Cristo è intatta. Il Lucherino compie frequenti abluzioni, se libero nelle pozzanghere, sul greto dei torrenti, sulle grondaie; se in gabbia nella bacinella. Richiamo al battesimo con sorella acqua? Può darsi. Il Lucherino privato a lungo di bacinella, se quest’ultima viene reinserita senza cautele, potrebbe esagerare, bagnante primaverile!, prendendosi una pericolosa costipazione. Le unghie del Lucherino in gabbia tendono a crescere molto, alcuni studiosi pensano che ravvisando nel legno dove posa le zampe, l’ancora evangelica, che sia inutile e dannoso accorciargliele. Anche il becco cresce troppo ed è possibile si ferisca ravviandosi piume. Ma questo potrebbe attenere ad una scelta penitenziale. In vecchiaia il Lucherino da gabbia può andare incontro a forme di epilessia che possiamo considerare stati di deliquio ascetico e meditativi per rinnovare la sua alleanza con il Signore. Ciò accade anche per il Lucherino libero. Ottima la scelta di posare il vecchio lucherino, quando è in questo stato, … ….nell’incavo tra ramo e tronco d’albero o su foglie in verde primavera. Il Lucherino alla fine pregherà per la mano che lo posa nella natura e per il bene eterno dei giusti.
Claudio Di Scalzo NOTA SULLA MITOLOGIA DELLA RANOCCHIA SULL'ORNITOLOGIA D'ENGADINA E DI VECCHIANO “Lucherino in gabbia e fuori” inaugura “Ornitologia vecchianese per Karoline Knabberchen. Mitologia della Ranocchia d'Engadina”. La voce narrante è quella del fotografo Fabio Nardi fidanzato di Karoline Knabberchen (1960, Guarda, Svizzera -1984, Lofoten, Norvegia). “Ornitologia vecchianese per KK. Mitologia della Ranocchia d'Engadina”, studio sopra volatili, sarà una parte del libro “Viaggiatori da Biblioteca”, libro Terzo del Canzoniere di Karoline Knabberchen. Questo volo assieme ad amici pennuti artisti e filosofi ha per protagonista la filosofa e poetessa svizzera che Fabio Nardi chiama affettuosamente “Ranocchietta”, dato che il suo cognome Knabberchen tradotto significa saltellante. Stamani sta finendo luglio, è un bel luglio, dalla mia finestra vecchianese la magnolia risplende nel suo nobile verde e i pini a Marinella verdeggiano popolarescamente – ospitando tortore filosofiche (Husserl e le tortore in parentesi) – gli ultimi cascinali contadini verso Sarzana. Sono nello stesso tempo, ancora, il chierichetto di Don Gino, chierichetto monello, e uomo sale di vissuto e pepe di scemenza sulle tempie, nel doppio un uomo fortunato, forse un po’ lucherino, che domani sarà Verdone e poi Ciuffolotto, e che fra poco leggerà, alcuni degli inediti, manoscritti, che Karoline Knabberchen affidò a Fabio Nardi in custodia. Questo racconta il romanzo nelle sue prime pagine: dove un lucherino fa il nido, stamattina. E ciò immagino, sono certo lo è, Grazia, Salvezza, Religione. L’angelico che nella gioia ritorna dopo il tragico.
Claudio Di Scalzo IL CANZONIERE DI KAROLINE KNABBERCHEN
Il Canzoniere di Karoline Knabberchen, è un immaginario, per estensioni tematiche, che tiene in sé presupposti speculativi che sono anche carne e sangue, reale, di un’avventura poetologica e narrativa. Romanzo. Il personaggio di Karoline ha il cuore angelico oceanico, e può contenere anche altre firme, che ne dilatano il battito. Come per il fumetto e cinema e serie televisive auspico che altre firme ne scrivano un altro lemma, di questa partizione. Transmoderno.
La tensione nell’immaginario per Karoline è unificante. Come la paglia tagliata conserva l’oro e la recisione della falce.
PERSONAGGI PRINCIPALI KAROLINE KNABBERCHEN Poetessa svizzera che studia letteratura e filosofia all’università di Pisa e che si suicida venticinquenne alle Lofoten, Austvågøy, il 20 agosto 1984 FABIO NARDI Fidanzato vecchianese di KK e artista fotografo dalla vena eclettica LIBERTARIO NARDI Babbo sempre evocato senza tomba fissa ELVIRA SPINELLI Madre di Fabio, sarta in ogni luogo apprensiva ETEOCLE SPINELLI Nonna di Fabio ANDRI KNABBERCHEN Padre dei pomeriggi in barca GERDA ZWEIFEL Madre severa, signora degli incubi RUT ZWEIFEL Nonna dei garofani rosa UGO SENTITO Filosofo misteriosofico
PIANO DELL'OPERA
Libro-Introduzione "Le età dell'angelo svizzero Karoline Knabberchen - Diario Bagnato" Telegrammi sott’acqua. Candele spente. Karoline disegna. Libro Nono.
Del “Canzoniere di Karoline Knabberchen” in trentasette anni sono stati pubblicati pochi estratti da “La freccia di sabbia”, CDS cura il racconto illustrato in versi e prosa e fotografia: "Karoline e il fotografo"
SULL’OLANDESE VOLANTE - Barra Rossa - ALCUNI CAPITOLI DEL CANZONIERE DI KAROLINE KNABBERCHEN KAROLINE KNABBERCHEN D'ENGADINA
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