:: Sara Cardellino: Quintetto per archi n. 2 in sol maggiore op. 111 di Brahms per Karoline Knabberchen a Prato nel 1982. Trentasettessimo della morte il 20 agosto |
"se sei triste se non sorridi... destino del mio cor decidi" - Varenna 1982 Foto Fabio Nardi Sara Cardellino
Maglioncino che vibri nelle maniche dove mani scompaiono gelate nell’improvviso autunno a Varenna posso aiutarti nella missione protettiva con Brahms? Il Quintetto per archi n. 2 op. 111 in sol maggiore scalderà dove i palmi si confondono con la cenere della fotografia d’una Karoline in collisione con giornata da locuste. Ancora cola il suo spavento nei grigi di quanto fu lingua triste sillabica che trascinava il mondo nell’urto stagionale che solo lei sentiva. E il fotografo non era innocente nel suo mestiere.
Il Quintetto per archi n. 2 in sol maggiore di Brahms sospinge me ed Accio mentre guardiamo Karoline a Varenna ad affacciarci sulla perfetta terrestrità della sua passione. Tutto sembra scoprirsi nella psicologia della Knabberchen in quelle mani nascoste dalle maniche; gesto adolescenziale, da indifesa nella sua scoperta vulnerabilità intuendo l’accennata crudezza dell’acqua di lago, delle sue rive, nell’incipiente autunno.
La passionalità turbata di Karoline Knabberchen è venata di pensosità austera quel giorno a Varenna. La sua vocazione a nascondersi, che noi non rispettiamo in questa estate 2021, confidiamo la perdoni sapendo che il suo sconcerto suo di allora il nostro di oggi per lei, così giovane così disperata, lo riscatta, lo spiega, il breve adagio che è strutturato come tema con variazioni, e il cui tema – un nostalgico canto dal delicato profumo magiaro – viene svolto per lei per me ed Accio con dolcezza melodica di struggente bellezza. Siano riscaldati i polsi le falangi le unghie e i nostri cuori nell’anniversario della morte volontaria per acqua.
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