:: Karoline Knabberchen: Libro di Carne. Filosofia da Baita. |
In questo novembre 2023, nel cascinale, protetti dal tepore dei ceppi che nella notte vanno raccesi dal ventaglio agitato sulle braci, io con Sara Cardellino rileggiamo inediti manoscritti, altri dattiloscritti, di Karoline Knabberchen (1959-1984) custoditi gelosamente da Fabio Nardi. Turbamento e stupore raccolto nell’espressione di Sara: “Quando scriveva così, studentessa alla Facoltà di Filosofia a Pisa, nel 1980, aveva 21 anni. Ma chi era questa passeggera in terra?
Una cosa è dire “voglio che non escludiate più da voi l’ammalato e la prostituta”, altra cosa è presentarsi e baciare con proprie labbra piaghe del lebbroso e dividere il bicchiere con la puttana; fare della propria vita molto più che un’esortazione; farne testo vivente, il testo dato nella carne nei sensi nelle pulsioni negli abbattimenti nei disincanti nelle rabbie nei gesti nelle commistioni, della propria intuizione essenziale. Altrimenti essa sarebbe destinata all’irrisolvibilità dialettica: data una tesi è subito dato anche l’insieme inesauribile delle sue varianti e, da ultimo, la sua stessa negazione. L’incarnazione è crittogramma e scrittura originaria. Parlare è consegnarsi alla menzogna. Spremere da sé il succo sanguinolento di un’intuizione originaria esige invece sguardo meno interlocutorio. |