:: Claudio Di Scalzo: Di piante e fiori e dipinti con Boeklin |
Arnold Böcklin - Pan nel canneto, 1859 ,Monaco. Neue Pinakothek
Claudio Di Scalzo DI PIANTE E FIORI E DIPINTI 1
PAN E CANNA Cosa vuoi che ci faccia qui? Mi zufolo in parvenza d’arcana necessità mitologica mia ninfa! Quanto genera il fiato io musico quanto raccoglie l’istinto io modulo verso quanto ci assomiglia. Vieni qui che il Tutto ci piglia! Nel canneto un dì ci incontreremo inesorabilmente avrò i tuoi anni e pensieri in chiarità perché diffondo l’aulòs in ogni forma da diritto e da rovescio di traverso se con il dio converso. Ti raggiungo semplice e doppio in altezze sonore come l’acqua e il limo come il bagliore dell’astro con la notte come il sudore con la pelle accaldata. Queste labbra soffiano lo strumento e soffio anco in me sciame chiaro dall’alba a notte fonda.
E se Atena l’ha inventato e il satiro Marsia l’ha raccolto per danzante teatralità con i nudi supporti del canto e dell’eros sia lodato anche Böcklin che mi dipinse infrascato tra le canne, inventore del flauto e tu non far la scema Siringa che all’auto-erotismo mi sospinga resta nelle forme ignude non farti canna che la campagna vecchianese lungo il Serchio all’amor è adatto – Evochiamo ogni viridescenza primigenia suggendo l’intimo dolce giugno scambiamoci i fiori nostri porporini bagnati dall’inviolato meriggio estivo. Facciamo contento il presocratico pensiero nel verde incauto lungo la riva, e il pelo dei baffi di Nietzsche nel simbolismo incessante della metamorfosi per vera tenera luce che pigramente s’affida all’ora del qui e per sempre Di Pan che di te è il Diman.
FIORI E PIANTE E DIPINTI PER LA DONNA AMATA Se il transmoderno impone la metamorfosi dei linguaggi ovvio apra alla sperimentazione lungo l'elastico avanti e indietro dell’immagine della parola, il trattato e il dizionario, la tavolozza e la piccozza che tropi e simboli scozza per creare altri miti in carrozza, con in più rispetto al post-moderno la raggiunta consapevolezza che ogni avventura può scadere nell’infamia della superficialità in cui a migliaia che trafficano con i segni d’ogni tipo cadono essendo miranti, ognuno a suo modo e forma, a una classifica di successo, per dirla con Giorgio Agamben (“Il fuoco e il racconto”, nottetempo, 2014) dove l’atto creativo è più azzoppato d’un cavallo a cui abbiano reciso gli zoccoli! Personalmente non corro pericolo d’infamia e perché la mia storia d’autore va esattamente verso la ricerca del molo dove l’energia creativa sia sempre imbarco verso l’avventura inattesa e perché io scrivo e disegno soltanto per una donna, esattamente come accadeva nell’età antica e nel medioevo e nel romanticismo che è lontana da me. - “Di piante e fiori e dipinti” è un viaggio nella flora apparsa in pittura con esuberanza molto mediterranea. Da dove io vengo. (Claudio Di Scalzo)
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