:: Luigia Zamorano: Quando Mozart mi suggerì il suicidio dallo stesso mi salvò. Ovidio Werther Esploratore. |
Luigia Zamorano ascolta ascolta l'Andantino di Mozart, 20 III 2021 Luigia Zamorano QUANDO MOZART MI SUGGERÌ IL SUICIDIO DALLO STESSO MI SALVÒ. OVIDIO WERTHER ESPLORATORE. “Né con te posso stare né senza di te” - Ovidio Tra i ghiacci dell’Antartide nella Terra di Ross ascoltavo continuamente il Concerto n. 9 K 271 di Mozart per pianoforte e orchestra. L’Andantino mi faceva pensare al suicidio alle parole di Ovidio. “Né con te posso stare né senza di te”. Fu Einstein che collegò l’Andantino, secondo movimento, al Werther di Goethe. Incarnazione delle parole di Ovidio nel parossismo romantico. Tono di purissima alta intima confessione (donatemi rosa rossa di plastica dove mi sperdo) punteggiata palpito dolente discreto (linfa coagulo donna plasticata giocattolo sverginato) degli accompagnamenti. Si scioglieva il petto si scioglievano ghiacciai quale migliore attimo per spegnermi? Lacrimando uscivo dal gorgo aggrappandomi alla puntina del giradischi sopra il primo movimento. A ritroso dal secondo. La squisita vivace eleganza del suono: flessuosità degli intrecci: mi riportava al desiderio di respirare. Bastava ascoltassi l’insolito scambio di battute fra orchestra e solista nell’introduzione prima dell’Allegro. Tutto ricchezza di proposte in sviluppo. Condotto con agilità. Il corpo tornava a suggerirmi desideri d’abbraccio. A te Esploratore di ieri neri pensieri. Tenevi la mia perduta verginità sulla slitta per raggiungermi? Ne intendevi finalmente il valore?!
L’Andantino wertheriano potevo accantonarlo cavandomela col solo pianto. Poi mi consegnavo al Rondò finale dove il Minuetto modellava grazia brillante al mio roteare sotto zero. Se Mozart creava un capolavoro facendosi bastare pianoforte archi due oboi due corni pure nella nostra separazione perché potesse dirsi opera unica nel suo genere con esiti non tragici estremi: mio suicidio tua disperazione mortale, poteva bastare la ricerca inesausta di me racchiusa nel gelo che t'aspettava ti fuggiva t'aspettava. “Solo con te posso stare oltre il gelo perenne”
NOTA L’avventura di Luigia Zamorano ed Esploratore, in questo capitolo che segue (clikka) “La mia fuga per te esploratore" rivela come, con la presenza di Sara i vari albi e personaggi si formano. Questo testo in particolare perché risalta subito il suo contributo di musicista oltre che in fotografia. Anche l'andirivieni stilistico nel tempo che opero. Il ritratto di Luigia Zamorano disegnato a china acquarello è del 20 marzo 2021. La fotografia del pensato suicidio è del dicembre 2011. L’Esploratore “neri pensieri” è del marzo 2018. Il ritratto di Luigia incollato sopra una carta incorniciata del 1985 “Diavolangiolo” è il ritratto che accosasto al volto della protagonista ripropone Morte Male Peccato Grazia Salvezza. Il tutto, nel cascinale, da quando Sara è tornata il 9 aprile 2017 Domenica delle Palme (Sono in pericolo Sara. Ho bisogno di te), dopo il naufragio dell’Olandese Volante il 9 gennaio precedente, si ricompone, lentamente, in maniera inarrestabile, da sé quasi, e l’Opera si forma come il Destino o la Divinità protettrice ha voluto e deciso accadesse. Ciò durerà fino alla mia morte. Poi se lo vorrà il Cardellino potrà tutto inabissare quanto la riguarda oppure proseguirlo. |