a cura Claudio Di Scalzo - 2
MAN RAY ANCORA RICORDA
Seconda parte dei ritratti scritti che Man Ray fece degli artisti da lui incontrati. E frequentati. In queste note, efficacissime, si coglie la tendenza dell’artista a usare la scrittura in forma di fotogramma. Fotogramma interpretativo ovviamente di un’intera vita artistica. Ma fotogramma fissato con l’aneddoto o il semplice ricordo. (Claudio Di Scalzo)
ANDRÉ DERAIN
André Derain, il pittore, era del tutto diverso dai suoi contemporanei. Grosso e pesante, sedeva per ore al bar della Coupole con-stimando innumerevoli bicchieri di birra. Aveva una conversazione brillante, ardita e pungente. Una volta s’infuriò, non so se era stato provocato da un altro cliente o se era soltanto ubriaco, e divenne violento. Tutti fuggirono, e lui distrusse il bar, rompendo gli specchi ed i bicchieri. Il giorno dopo fece le sue scuse e pagò i danni.
HENRY MATISSE
Henry Matisse m’incuriosiva molto perché il suo aspetto non aveva alcun rapporto con le sue opere. Di lui conoscevo un vecchio autoritratto, nel quale si era dipinto con una barba verde, che aveva suscitato un certo scalpore nel periodo postimpressionista. Adesso sembrava un medico di successo nei suoi abiti di tweed ben tagliati e la sua curatissima barba brizzolata.
PABLO PICASSO
Picasso mi dava l’impressione di un uomo ben consapevole di tutto ciò che accadeva intorno a lui e nel mondo in generale, un uomo che reagiva violentemente a tutte le avversità, ma che aveva una sola via per esprimere i suoi sentimenti: la pittura. Le brevi frasi epigrammatiche o enigmatiche che ogni tanto pronunciava davano solo risalto alla sua impazienza per ogni altra forma di espressione. E queste parole, anche se riguardavano quasi esclusivamente la pittura, indicavano chiaramente, se uno ci pensava un poco, quale fosse la sua filosofia e il suo atteggiamento verso la vita.