:: Giovanni Boine LA PUNTA DELL'ICEBERG. Antologia a cura Claudio Di Scalzo. Con Karoline Knabberchen, 1 |
Se c’è uno scrittor-poeta-critico-filosofo-rivoluzionario conservatore, dissi umoristicamente in università a Silvio Guarnieri, che m'indirizzava verso Imperia, adatto alla metafora PUNTA DELL'ICEBERG galleggiante nel Mar freddo dei morti letteratura italiana corrente novecento ingolfata questo è... GIOVANNI BOINE. Con essa Freud didascalizzò conscio e inconscio ed Hemingway ci titolò il libretto piccolo ma profondo detto ”Il principio dell’Iceberg”. -E come intendi rapportarti a questa metafora senza troppo umorismo caro studente Claudio Di Scalzo? Vuoi ricavarne una tesi per me da discutere qui all’Università di Pisa? Rispose Guarnieri, presente Antonio Tabucchi che col critico bordeggiava il libro “Piazza d’Italia” uscito nel 1975 da Bompiani e duve ir-mì-babbo Lalo glièra Garibaldo partigiano nella Vecchiano nazifascista a metà 1944 rimpiattato partigiano nella tomba della sorellina morta bambina. -No no, risposi ammiccante al tono del critico montaliano marxista prolisso, ci salirò talvolta come orso polare al sole dell’Alaska come stessi sulla tirrenica frasca o inabissato palombaro in cerca di quanto è sommerso e raro. Il duetto rise, alle rime da cantastorie, e assieme pur’io perché seppi che carriera in università su me non aveva prese. Ribadita da Tabucchi, con tocco di divertita complicità verso l’amico compaesano, dalla battuta: È troppo impegnato, Silvio, a Viareggio nella “Danza Continua” con le borghesi milanesi per “frantumarsi” in studi sulle tracce di Boine.
5 – Tu resti saldo-piantato nell’ieri specula (posto osservatorio, NdC) alta dell’oggi, ed attento vi spii le cose, ciascuna secondo il suo nome. Che nessuna ti sfugga ecco il tuo ufficio, e che tutte si seguano secondo l’ordine giusto. Che tutte s’incastrino e facciano insieme un regolato disegno. Che nessuna ti sfugga, né vi sia salto. (dai FRAMMENTI di GIOVANNI BOINE) Karoline Knabberchen tenendo il libro in lettura scrisse in calce al frammento in stampatello a sottolineane una sorta di titolo per lei, essenziale, da rammentare: COSE E NOMI. In un quaderno che custodisco scrive: “Se cerco l’osservatorio dove giunse Boine, ammesso lo raggiunga, nel passato travalicante nel presente starò assieme a San Paolo: perché i NOMI adatti alle COSE che da costì vedo-vedrei, siano l’elsa della spada inguainata una parte nel mio essere in cerca di discernimento verso il fuori da me e l’altra parte nella mio intelletto. Per svelarmi quanto ancora sia vivo nel creato percepito. Tale da diventare disegno riconoscibile, in parte, di Dio: adatto incastro per me per l’amore per il bene che devo a chi sulla terra amo. Senza un ordine adatto di disposizione saltando passaggi-paesaggi interiori tutto sarebbe consegnato al vuoto nonostante l’aiuto di Paolo. (1983). |