:: Claudio Di Scalzo traduttore: A Boine-Bua lamento dell'organista di nostra signora dei tisici di Jules Laforgue. Con ricordo umoristico della Robert Ford |
A BOINE-BUA. (Affinché la Misteriosa DAMA R sappia che so pericolosamente versificare su poetiche terre da abbordare. Suo JULESaccio)
JULES LAFORGUE Digià gli invernali corvi-web lor salmodia mischiano ai rintocchi delle nostre campane-like, le bufere d’autunno Facebook sono assai vicine, perciò boschetti followers ameni rifugi, ormai addio!
Ieri, era ancora più pallido e il suo corpo rabbrividiva intirizzito tutto, questa chiesa d’Imperia è imperativamente glaciale! Ahimè! Quaggiù non c’è nessuno che lo ami-interpreti eccetto me-tisico a pari.
Io (con l’Es) che a sminuzzare cuore (scritto) sarei adatto, per un solo triste sorriso! E resterei fedele amico-seguace sempre, nel mondo telematico vincente insulsi commenti.
Il giorno che Boine lascerà questo mondo, alzerò un miserere poetico così cosmicamente recitato che per forza Dio dovrà rispondermi! Sennò resterò solo, quaggiù, webbato-gabbato.
Tutto votato al caro defunto frammentato ex-tisico-sepolto, cullando cuore a riva, esageratamente ipertrofico al suono eterno d’una Fuga di Bach. Bacato. E ogni anno
giorno anniversario (16 maggio 1917) senza che niuno lo sappia, per noi due (iO-Es tisico per poco ancor vivo; lui poeta morto) innalzerò il Requiem da me stesso-fesso composto per la Morte Terracquea. Buona-Boine-Bua.
JULES LAFORGUE
Voici que les corbeaux hivernaux Hier, elle était encor plus blême, Moi! Je m'entaillerai bien le cœur, Le jour qu'elle quittera ce monde, Non, je resterai seul, ici-bas, Et tous les ans, à l'anniversaire,
A volte m’è dato ritrovare, quanto avea pensato di presentare per il CENTENARIO DELLA MORTE DI GIOVANNI BOINE, il 16 maggio 2017 che si sarebbe tenuto ad Imperia. Secondando il mio sciagurato (l’ho capito dopo) assenso alla pubblicazione, mesi prima, per i tipi della Fondazione Museo Storico del Trentino (che accettò il progetto nato sull’OLANDESE VOLANTE perché avevo pubblicato da un grande editore con epistolarietà romanzesca verso Antonio Tabucchi. In questo caso grazie Feltrinelli!) a una nuova edizione dei Discorsi Militari e vari semi-inediti ripresi da giornali e mai più ristampati dagli anni dieci del ‘900. Sarebbe valso a valicare la ricorrenza celebrativa inutile, passarella per universitari, loro preparati, e improvvisati-impreparati critici senza titolo, alla Robert Ford-Chiara Catapano per intenderci (Presente nel libro ricordato con una biografia del poeta sanza infamia senza loda), per poi tutto finire nel dimenticatoio-Ohio-oiii. Perché nel Duemila, seondo me e anco seondo i mi’ vari padri che tegno nascosti, far accademia o pseudo-critica nell’ombrucola poetica nun serve a nisba. Muco che cola! Il mio attraversamento di BOINE che dura in silenzio dagli anni Settanta del '900 nei vari generi estetici avrei rivelato dando signifiato anco a quanto scrivevo sui "Discorsi Militari", nel libro ricordato del Museo Trentino, ad esempio inserendo Alfred De Vigny e Barbey D’Aurevilly, eh sì assieme lì; epperò la Robert Ford (ingrata per il libro pubblicato grazie al viatico dello scrittor in Feltrinelli non obliato!) volle aver scena tutta per sé; fé Boine adepto della tossicchiante Ontologia Estetica (che sfiga! Per Boine poveromo) come Glossa di tal critico Linguaglossa. Allor io saltai la fossa (tomba Boiniana) e me ne andai invece che ad Imperia in Garfagnana. A passeggio con Sara Cardellino (clikka: Quando salvai Jesse Accio James...) tornata da me la Festa delle Palme nel mese precedente venuta a salvarmi dalla pistolettata a tradimento, appunto, della Robert Ford al grullo Jesse Accio James. Convintosi ch’era stato un bel cretino! Lei annuiva dicendo tieni il sacco con la piva! A fare il critico militare militante transmoderno. Ma siccome ogni tanto ritrovo qualcosa come LAFORGUE/BOINE tradotti tisicucci in coppia: godo scoprendo che agli altri son rimasti sfarinati ossi a me la polpa.
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