:: Claudio Di Scalzo: Pensosità Buber ti dà. Con Notte di giugno.


Sara-Corsara della Metamorfosi riflette su Buber - cds giugno 2011

 

 

 

Claudio Di Scalzo 

PENSOSITÀ BUBER TI DÀ

(Uomo libero e Olandese Volante con OLandese e Sara Corsara della Metamorfosi) 

 

L’uomo libero è colui che esercita la volontà senza arbitrio. Crede nella realtà, vale a dire che crede nel legame reale della dualità reale io e tu. Crede che vi sia una destinazione, e crede che questa abbia bisogno di lui: essa non lo conduce, lo aspetta; egli le deve andare incontro: pur non sapendo dove sia, sa che deve mettersi in viaggio con tutto il suo essere. Le cose non andranno secondo i suoi propositi; ma qualsiasi cosa avverrà, avverrà soltanto quando si proporrà ciò che è capace di volere. Deve sacrificare la sua piccola volontà, quella non libera, governata dalle cose e dagli istinti, alla sua grande volontà, quella che si allontana da una destinazione passiva e va verso una destinazione attiva. Qui l’uomo non interviene più, eppure non lascia che le cose semplicemente accadano. Presta orecchio a ciò che avviene da sé, al cammino dell’essere nel mondo, ma non per esserne portato, ma per realizzare l’essere – che ha bisogno di lui – come vuole essere realizzato, cioè con lo spirito e l’azione dell’uomo, con la sua vita e con la sua morte. L’uomo crede, dicevo, ma con ciò si intende: l’uomo incontra.

da “Il principio dialogico

 

Con Martin Buber poso piedi pensosi sulla spiaggia del dialogo platonico aggiornato al giugno 2013 ascoltando relazioni delle labbra con le ciglia. Sembra che ogni rapporto tra gli individui – tanto più se scheggiato on line – possa rivelarsi minacciato d’insignificanza come il sole agostano che incide gusci vuoti di telline. L’inautentico è il “mondo dell’Esso” che ti lascia lesso come  polpo che bollito si strangola fesso. Su quest’isolotto della Tradizione Ebraica, pensoso in pensosità all’Olandese Volante questa rotta si dà: andiamo on line verso il “Tu terreno” acquoreo, a conoscere l’Altro in ogni suo delicato ordito d’Equatore che canta la grafia dell’essere autentico. Iniziamo relazioni oltre i mulinelli dello scafo nell’idioma dei tempi polifonici. L’essere si costruisce, nella filibusta, con la coppia “Io-Tu” evitando l’Io-Esso.

Relazioni autentiche?  Hai idea Olandese di quanto ciò sia arduo?

Chiede una voce gentile che sembra chitarra nella sera estiva.

Lo so. Sara-Corsara della Metamorfosi che temo non t'imbarcherai con me. Ma dobbiamo tentare l’avventura spezzando quanto gira “ininterrottamente a vuoto” come afferma Buber, oltre quanto è strumentale e superficiale che sol nell’arbitrio vale.

Probabile con te non parta; però è dolce a giugno, nella notte stellata - vele pallide riflettono il lucore di Dio in lontane galassie - conversare a prua dell’Olandese Volante, nel porto telematico, sopra il filosofo amico Buber.

Ragionano di Libertà e Destino mentre stanno in coppia, e lui teme che non avrà seguito come auspica in mare aperto-web. Sotto l’albero maestro giunge lo sciabordio del timone che ricorda l’Arbitrio e la Fatalità. La Sara-Corsara della Metamorfosi mi dice che attuare il proprio destino si traduce con rispondere in modo creativo alla Parola che ci viene rivolta. Lo facciamo, oh se lo facciamo dal maggio 2009 quandi ci siamo innamorati, Capitano. Siamo fuggiti dall’arbitrio, dunque, perché adesso rispondiamo delle nostre scelte. La mia potrebbe essere quella di stare lontano da te sulla terraferma mentre tu navigherai sull'Olandese Volante a fine 2011. Ma adesso fatti baciare la fronte, le rughe, quanto curva in noi, è lo spirituale. Lo mettiamo davanti nel bene a chi ci legge. Con il nostro immaginario!, ovvio. Siamo immaginariamente pensosi, in certe notti. E ora Rhum!

 

 L'Olandese

NOTTE DI GIUGNO

 

                                                                                     

                                                   Se guardo la Galassia penso a Dio

                                                   come un bambino che guarda il futuro

                                                   tenendo i bordi ancora della culla.

 

                                                   Aspetto il  ritorno, del mi’ Babbo.

                                                   So d’essere scemo in questa preghiera

                                                   nella notte prodiga di giugno

                                                   che per me si sbriciola mollica d’astri

                                                   voci d’occhi, famiglia, protetto,

                                                   tenendo in me il carillon bisbiglio

                                                   dell’Io per il Tu Eterno