:: Claudio Di Scalzo: 12 Santi per Olandese Volante |
Jeanne Hébuterne il giorno che siglò il patto d'amore con Amedeo Mogliani posandogli la mano sul petto
NOTA Questa come altre pubblicazioni sull'Olandese Volante nella sua ultima avventura sono l'equivalente di un poema grafico o di un fumetto o di un racconto popolare o forse di frammenti feuilleton e biografie immaginarie stavaganti. Non hanno niente a che spartire con la letteratura colta e alta e illustre. Sono avventure di un autore con i suoi personaggi che scelgono di apparire quantomeno presentabili, nei linguaggi, dinanzi alla parola FINE, o quasi fine tenendo conto che L'Olandese Volante ha qualche universo parallelo in cui potrebbe riapparire in altra avventura, del Romanzo transmoderno che gli fu dato di vivere e interpretare.
Claudio Di Scalzo SULL’OLANDESE VOLANTE PER AVERE PROTEZIONE NEL PERIGLIO HO DODICI SANTI A CUI RIVOLGERMI COME LE DITA DELLA MANO + ANELLO + BRACCIALE. Libertario Di Scalzo, mio padre, detto Lalo. Perché comunista anarchico, combatté partigiano la sua lotta contro il nazifascismo mettendo a rischio la vita, e poi con il suo camion lavorò spesso senza chiedere compenso ai contadini poveri e agli operai. Rifiutando ogni arricchimento che andasse al di là di mantenere con dignità la vita quotidiana. Che regalò ogni sua proprietà a un fratello avido. Per morire povero come San Francesco, in un campo, alla Barra, da solo, addormentandosi e morendo sotto un ulivo. E Giovanni Boine l'ha raccontato alla Nada Pardini di recente. Antonio Tabucchi, di Libertario Lalo, ne parla nei suoi libri. E il pittore Davide Benati gli dedica disegni. A questo amico scrittore sarò sempre grato anche se avemmo idee diverse sul comunismo e la cultura. Che poi ci separarono. Clikka: Cancello Verde di Lalo. Pino Noce Magnolia
Jeanne Hébuterne perché pittrice d’una delicatezza visionaria e intrisa d’ogni bontà. Perché seppe litigare e macularsi col suo amato Amedeo Modì. Ma lo seguì, ubriaco, aggressivo, sciagurato, fino all’estremo. Perché il Patto d’Amore, "La mano sul petto", la chiamarono!, vale sempre nella gioia assoluta nella catastrofe assoluta. Rosa Luxemburg perché il comunismo è sentire sulle proprie spalle le catene di Spartaco e per romperle si può anche morire subendo baionettate in petto. Perché comunismo, compagno Lenin, non può consistere in un partito che rischia di diventare una dittatura sul popolo che hai liberato. Arthur Rimbaud, perché a 20 anni smise di scrivere, senza pubblicare alcunché, lascio la sua opera in giro sparsa (oggi la leggiamo grazie a Verlaine), e nelle sue poesie, come in (clikka) Saldi e (clikka) Promontorio un secolo e mezzo prima di oggi anticipa quale sia il destino dei poeti in rete. Con la Nada Pardini, nel febbraio 2017, Arthur Rimbaud ha con me e la Nada Pardini discusso di poesia e silenzio e alfabeto originario. Gliene sono grato e riconoscente. Franz Kafka perché chiese di scomparire come scrittore a Max Brod (che non rispetto il giuramento) di bruciare ogni suo manoscritto. Negando così alla letteratura ogni funzione. Perché quanto vale è la Legge di Dio. E con la letteratura si finisce in qualche colonia penale o davanti a porte che non si aprono. Perché seppe amare in modo inesausto e sia quando s’innamorava che quando si separava seppe scrivere lettere che oggi ancora strappano lacrime e tenerezza. Un artista è grande nel suo linguaggio se lo è nella gioia estrema e nel dolore estremo. E cosi Milena. Seppe scrivere. E purtroppo queste lettere sono andate perse. Sono stato sempre convinto che superavano quelle del suo amato.
Gemma Galgani passionista perché l'amore assoluto è frutto della passione di Cristo, delle sue ferite che sulla terra chi ama deve accogliere in sé come condizione per raggiungere la bellezza e la gioia che non scade, che sarà per sempre. Alla povera Gemma Galgani il povero scrittore di paese è devoto. E la prega. Quando è a Lucca, e quando è lontano da Lucca.
Vladimir Majakovskij perché comunista coerente fino all’estremo. Fino ad immolare la sua vita. Dopo aver riversato ogni risorsa creativa nella possibile cultura rivoluzionaria. E nell’amore rivoluzionario. Interprete dell’estremo: “E’ deciso si muore col vestito migliore” che ereditò da Gauguin.
Giovanni Boine dalla Nada Pardini nel febbraio 2017
Giovanni Boine perché si frantuma l’essere suo candido nei rami storti degli ulivi di Porto Maurizio e sa che il peccato, la mostruosità, che la salute culturale rivela, necessita della malattia, mortale, per guarirne. I discendenti di Prezzolini e di Papini che lo tormentarono, li ritrovo tra i Neo-Orfisti così come tra i Neo-Indiani. Stessa supponenza e imposizione di gerarchie culturali verso il bello poetico e la cultura che deve alzare il mondo al loro livello e invece è il poeta che deva abbassarsi alle radici degli ulivi e sentire cosa hanno da insegnargli. Come disprezzo la coppia Papini-Prezzolini degli anni venti così disprezzo le ombre che li ricordano in rete oggi. Jules Laforgue perché anche se muore a ventisette anni fa in tempo a scrivere poesie decisive che corrodono e umoristicamente rivelano l'insulsaggine della poesia nei tempi moderni. La poesia decadente alta nel linguaggio e incartata nella filosofia tonitruante (definizione di Laforgue) per la redenzione dell'essere; che "tromboneggia" (parole di Laforgue nei suoi giochi linguistici in rima con "tonitruante") con i suoi accademici sulla fine ottocento. Attitudine anche spalmata nel '900 e ora on line. Laforgue non poteva mancare santo e tisico, con Giovanni Boine, sull'Olandese Volante nella sua ultima avventura. Ed è presente soprattutto con il racconto illustrato di "Misteriosa Dama R e Laforgue" sul veliero corsaro. C'è da rimarcare che Laforgue e il suo umorismo irriverente e la sua ironia gelida (l'unica maniera perché il dandysmo sia rivoluzionario!) ancora sta tra le mani di lettori, mentre i decadenti autori che irrideva sono nelle fosse comuni. E nessuno più li legge né li ricorda. Proprio loro che ambivano a stare nelle antologie letterarie. Ah, che destino banale li ha ingoiati, ghignava Laforgue fumando sigarette sottili sulla diligenza che lo portava al Nulla Eterno! Ah ah ah! Paul Gauguin perché artista e pittore che raggiunge l’estremo d’una terra dove trovare segni vergini, dove rinuncerà a ogni mercato artistico, a ogni riconoscimento; e per i nativi i suoi dipinti, e lui ne era contento, valevano un frutto o un pesce saporito; e poi sceglierà di morire solo e malato e ancora dipingendo. Perché quanto vale è la leggenda che ti bacia le ferite raggiungendo la Finisterre dell’assoluto dolore e amore. E questo è per pochi! Dino Campana perché ammattisce scrivendo e amando. E il mondo che lo rifiutò ancora gli gira a tondo. I discendenti dei Papini e dei Soffici stanno ancora un po’ neoclassici un po’ finto ribelli nei siti di poesia on line. Bonaventura Durruti perché è simbolo di come lo stalinismo abbia ucciso i migliori e i veri eroi della classe proletaria. Il comunismo se mai tornerà tra il popolo dovrà avere Durruti nella sua mitologia.
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