:: Accio: Sara Esserino in Lucca... te lo dio in vernaholo a-b-c |
Accio TE LO DIO IN VERNAHOLO A B C (A Sara Esserino in soggiorno sentimentale a Lucca nel primo dell’anno 2011) A - “A me mi garbi parecchio!”- Modo di dire rivolto a persona, figura amata, personaggio, che muove l’altro a gioia, a desiderio, al gioco sensuale e spirituale dell’intesa. L’espressione si può usare, la uso, nel quotidiano: metti passeggiando sulle Mura di Lucca, metti al ristorante da Vasco, metti alle bancarelle dei libri usati in Corte del Biancone, metti quando gli scuri capelli con un colpo di spazzola ti fan i’ciuffino; oppure quando mi racconti, entusiasta, che bisogna, nella nostra “Lucca Transmoderna” ricordarci del “Viaggio sentimentale” dello Sterne tradotto da Ugo Foscolo (ed il libriccino in lontanissima edizione del Girasole l’hai appena trovato, e sembrava aspettare te per iniziare questo legame “sentimentale” tra il Settecento e il 2011 lucchese e il brilluccichìo giallo) senza dimenticare il teatro aristocratico, mutuato da quello Nô giapponese, epperò mitico di Yeats, poche battute, persona in maschera, tutto svolto nel denso mimare in evocazione un rituale. A me mi garbi parecchio vien qui sotto l’ombrello che ti bagni come un pucino… e già sei piccina piccinì… picciò B - “Baho Gigi nella mela sta meglio che a Parigi”. E io son su’ parente perché sto bene uguale con te Sara Esserino e la mela l’è simbolia tanto non un poettino! C – “Chi più arde, più splende”. A fa’ le ‘ose con passione tenace e talentosa, e tenendo presente il detto di ‘Ampana orfio, che importante non gliè esse un grand’artista ma un pur’artista, queste ‘ose nun verranno cancellate nun si perderanno, e il brillio sarà più forte di tanti foi di paglia o di 'arboni mezzi spenti.
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