:: Accio: La Donna d'Aquileia Esserino si rivolge al suo fotografo - III |
Marzo 2011
Accio LA DONNA D'AQUILEIA SI RIVOLGE AL SUO FOTOGRAFO
Cerco stasi nel fluire d’ogni mia immagine. Vertigine a settembre della libertà: con labbra schiuse mute sovra ogni tecnico codice.
Vinca il niveo punta sul naso vinca il ciuffo scuro dei capelli la memoria che di me ebbi.
M’affido inerme al fotografo nel digiuno dormire nel fiorire delle scure pupille. So che mi preserverà da ogni minaccia da ogni agguato da chi mi sfiora col senso d’un mondo assente.
Lui mi pone sotto il segno che interrompe l’accavallarsi d’eventi pericolosi col bacio intatto senza guastare grano delle guance segnate dal tempo.
Lui è il fotografo con cui mi sposo nel contatto per custodire quanto dura appena viene sera, buio, e rompo col reale della seduzione più alta più fotografata.
Sospesa nell’immediatezza della fedeltà poso la fronte accosto alle sue rughe siamo visti dall’interprete a cui tendiamo da vivi battezzati.
Settembre ad Aquileia dona a me ritratta condizione di donna nel precipitato destino immobilità animata dall’energia che chiamo sacro.
Saremo salvi per questa foto ad Aquileia per questo dialogo che anche tu che guardi ora conosci.
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