:: Santissimo - Di Scalzo: Elogio del muro di gomma. Tavola Tellus |
SANTISSIMO ELOGIO DEL MURO IN GOMMA
Oggi è vacanza. Scopro il bisogno (l'ozio sviluppa utopie consolatore) di un muro di gomma. Un muro di gomma per esercitarmi. Funzionerà così. Lancio i colpi, la parete gommosa li fa rimbalzare a caso, in direzioni non definite dalla terna ortogonale cartesiana, e io mi devo dileguare dal percorso dei miei stessi colpi. E' delirante ma corroborante. Un esercizio che oscilla fra San Sebastiano e l'Incredibile Hulk. La sanità mentale col muro in questione prende le ferie, anche se la faccia non è presa in piena dalle sfere. Dopo questo esercizio mi sento parecchio sbattuto, senza una radice, senza un male da curare, e al mattino la giornata sarà satura prima di tirarsi fuori dal letto. Allora prendo a scrivere. Dopo il muro di gomma il muro della pseudoletteratura universitaria. Scrivo come un dannato perché così qualche pensiero fa star zitti altri pensieri densamente equatoriali vista la serpentina che hanno in testa e in coda. Viscidume. Tritume. Delirume. Velenume. E' il mio Zen con lo zenzero della mente ridotta a sasso illuminato dalla perdita di sé fra il comodino e il w.c. Un mio amico mi ha detto: "Se ambisci al muro di gomma con palline rimbalzanti verso i tuoi coglioni e le tempie, se aspiri a prose che diventano coltelli insanguinati contro il tuo sterno, perché non fai il giocoliere in un circo: palle o coltelli: te le tirano veh, e ricevi uno stipendio mica male!" Così ha sentenziato il Socrate che trovo sotto la pensilina al bus per la facoltà. Ha il potere di smontarmi nella ricerca dell'assoluto in camera questo babbeo. Domani cambio. E' già domani nella scrittura il tempo schizza via. Cerco mille interessi, diecimila amici, centomila modi di impegnare il tempo libero, e capitombolo nell'accidia, nell'ira, nell'avarizia, nella gola, nell'invidia, nella scarsa superbia e assolutamente nella pochissima lussuria, poiché da soli ' un l'è 'osì bello... Ho l'impressione che il fuori casa e il dentro s'assomiglino parecchio. Corro. Or dunque. Galoppo in periferia. Petrarcheggio dove l'orma umana lascia, nascosti fra frigoriferi e televisori da buttare, feci e gatti morti . Schiacciati anche dai lenti bus. Corro e mastico vento, e ho le visioni mistiche avvicinandomi al dilemma del nulla, ambientato nel paese di Và A Quel, nell'Anno del mai e nel Giorno del poi.
Sguscio nelle lacrime (anche di riso) palleggiando il cuore di polistirolo (leggerezza dell'amor svanito) e un coltello mi frigge nelle orecchie le residue parole di lei... la capellona diabbbolica! Al di là delle vene e della percentuale, bene e male?, forse sono il personaggio che santifica meglio di ogni altro le sublimi sconfitte sul web. E chi sdegnerà queste ruggenti carburazioni di superomismo in birrificio, non sa che i santi hanno qualche eccesso. Pardon qualche accesso all'io. Avez-vous compris. E questo francese da dove viene ?, bah.
Claudio Di Scalzo SANTISSIMO IN GOMMISSIMA Le TAVOLE TELLUS corredano le narrazioni dei personaggi di Claudio Di Scalzo. Lamento transmoderno villonescamente giovanile e altero con ben misero risultato che non sia il rimbalzo su quanto non accetta modifiche in esistenza-spiritual pecché lo monno è muro gomma e a cussì il linguaggio. Quello amoroso ancor più da questo vizio-crepa roso arroso ronzo gonzo (SANTISSIMO dice, disegnato) Santissimo - 2007/2009 - è un giovin personaggio protagonista di un poema-racconto transmoderno virato nell'umorismo nerissimo e altre vicende ove le gote a volte ballano sarcasmo e altre lacrime irridenti. |