:: Santissimo - Di Scalzo: Marcia d'avvicinamento all'epos amoroso d'inizio anno |
Claudio Di Scalzo - Santissimo MARCIA DI AVVICINAMENTO ALL'EPOS AMOROSO D'INIZIO ANNO
Racconto un po' come stanno andando i capitomboli del calendario per slogarmi l’osso frontale. Non sto studiando: è grave. Sistema sicuro quanto costeggiare un muro. Ma come ho pompato il cuore fino all’epifania posso dirlo come terapia se la vita è mia? Ovviamente, ombre malvage m'hanno perseguitato, senza lasciarmi un minuto. A Natale mi sono arrivati gli auguri, della donna dai capelli lisci di seta. Ho ricambiato con distacco e malcelato disinteresse, come fa il ramo innevato verso il tronco che regge un ramo con frutti. Lo vedi come sono muschiato? Volevo urlare che sto rachitico all’ombra!!! Invece che metafore arboree ho graffitato un rapido: "Cresci!". Dopo mi sono pentito. Se il tronco ancora cresce io ramo verrò potato ulteriormente. Un déja vu per la mia testa persa senza la Cichita bollino blu. Oddio!... allegoria bananiera mi sgonfio a sera.
Poi mi sono detto: ho colto nel segno. Mediterà.
Capodanno con gli Amici del fuoristrada in Brianza, e con la splendida ex del presidente, la famosa *** con qualche anno più di me. Scollatura da vertigine. Gote da leccate alla Pluto. La sono andata a prendere a casa sua, abbiamo preso il caffe-sigaretta e ha cominciato a raccontarmi alcuni grovigli, della sua vita, di cosa la spinge e di cosa invece la tira indietro. Sapessi il mio gorgo, pensavo, il Maelstrom di Poe, è un risucchio da lavandino al confronto! Cena (costosetta per quello che abbiamo mangiato) e poi notte a chiaccherare, in un parcheggio, sul mio fuoristrada. Fuori incombeva l’universo scorticato dai primi razzi. Mi racconta i motivi per cui s'è ritrovata sola, di quale cancro la sta distruggendo, di perché nemmeno lei riesce a staccarsi dal recente passato come sarebbe giusto fare, date le circostanze... (fra le circostanze credo di starci in mezzo pur'io). E la piovra del suo darsi al ricordo mi sfracellava lo sterno mentre le mie confidenze somigliavano al fiato sul vetro. Ma ho insistito. Facevo ping, dice gong, ricamo sul fu e dice anche tu? Ti flauto dolce ***, di me, dei fantasmi che mi sbafano, anche sbocconcellandomi annoiati; dei draghi che mi bruciano, anche combaciando col gas spento della combustione retroattiva verso le sue cosce, lunghe lunghe lunghe… Quasi... erano le cinque e mezza del mattino passate (il pirata dell’amore consolatorio incombeva con la sua benda) quando ci siamo abbracciati prima di salutarci... lei è alta molto meno di me, sale sul marciapiede e mi posa (con stile, sembrava stessimo in un film degli anni quaranta, di quelli che non hai visto però ti immagini come sono)... le mani attorno al collo, affondano nella mia giacca. Il profumo, l'intensità del respiro infreddolito, il bacio sulla guancia ricevuto sincronizzando il muso mio canino con la morbidezza, le lacrime che umettano gli unici occhioni scuri che mi piacciono... che bella *** e sento bello pur me stesso, se lei ispirata mormora: "Che bello che sei così" ...
Per un paio di giorni ho temuto di essermi innamorato, cioè ero gasato all'idea, poi ho ripensato a ciò che l'affligge ogni minuto, al messaggio che mi ha mandato chiedendomi di tenerla viva, col suo incubo che dormiva sul divano... e poi mi ha ringraziato, con un "ti voglio bene da impazzire!" che spalma un po' di sorriso dall ghigno solito all'orecchio. Ah il gioco dei cuori stavo per esclamare perché le mie scale perdenti sono minori?
NOTA Santissimo - 2007/2009 - è un giovin personaggio protagonista di un poema-racconto transmoderno virato nell'umorismo nerissimo e altre vicende ove le gote a volte ballano sarcasmo e altre lacrime irridenti.
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