:: Claudio Di Scalzo - Fabio Nardi: Gli occhi di Boine. Con Ghiandaia |
CDS: "Boine monologiante sant'Anselmo" Imperia-Porto Maurizio Transmoderno
Claudio Di Scalzo GLI OCCHI DI BOINE Spicca nel carminio della fronte il pallore della vela sopra guizzi cenere. Sai com’è, visitatore, a marzo la calendula accosto alla mia tomba zittisce la ghiandaia. Sì sì sì non è come credi la primavera che mena gli esuli versi in questo Père Lachaise di Porto Maurizio. Hanno strane succursali i cimiteri dei poeti, e le stagioni che s’inventarono nei loro libri, non lo sapevi?, uno entra in un aforisma, tipo l’immobile tomba del nome, e si ritrova a cercare Peguy a cui fui devoto tossendo come Karoline Knabberchen, la ranocchietta: oh ma se non sai cosa ordisce l’obliquo tempo dei marmi di qui con quelli di Villaroel dove riposano i morti sulla Marna, e Peguy non riderne con pagine dei miei discorsi militari, chissà come l’avrà avute, ti lascio al verde ansioso delle colline liguri: torno alla mia nuca innocente posata sul gioco della fotografia che stai scattando alla croce di spine. E possiamo dirci amici. Nell’indugio di due occhi vivi due occhi aperti tutti e due sopra gli zigomi che portai in questa cittadina di mare dove mi caddero sotto l’increspatura fine dell’acqua, rilucendo perle senza guscio. Son cieco qui sotto e credo proprio che abbia poca importanza, meglio guardare il cielo da un fondale marino, secondo me. Se torni qui però riportameli.
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