:: Claudio Di Scalzo: Sandro Ivo Bartoli prova Liszt a Villa Roncioni |
"Celeste, linee, ombre ben cucite" Sandro Ivo Bartoli al piano - Prove Villa Roncioni-Pisa - 25 VIII 2015 Foto Claudio Di Scalzo
Claudio Di Scalzo SANDRO IVO BARTOLI PROVA LISTZ A VILLA RONCIONI Questa fotografia pomeridiana, è il 25 agosto 2015, del maestro Sandro Ivo Bartoli che a Villa Roncioni nelle prove suona Liszt per il concerto serale, tenta un minimale racconto di musica riflessa nell’automatismo dialettico coinvolgente quanto per sua natura converge verso l’intreccio. L’immagine si regge sul trompe-l’oeil (inganna l’occhio tradotto dal francese) dipinto sulle pareti e sulle linee, sempre celesti - anche la musica sulla tastiera è celeste trattandosi del san Francesco di Liszt - della camicia del pianista. Il trompe l’oeil rimanda a un realismo che in realtà non esiste, le arcate le volte sono soltanto dipinte, ma anche la musica di Lizst da un apparente realismo della vita del santo porta alla mistica del Canto delle Creature dove gli elementi del creato sono fratelli e sorelle dell’uomo santo e comune. Simboli. Che aprono ad altro. Esattamente questo è il compito della musica, dell’interprete, che coniuga la linearità della musica scritta dal compositore con quanto piega nell’animo di ciascun ascoltatore. Anche il fotografo la sera ascolterà il Cantico di San Francesco S.499 (assoluta rarità lisztiana che SIB ha “scoperto” con perizia da indagatore di rimossi spartiti). Altri elementi però completano la fascinazione narrata dalla fotografia. E sono fondamentali. Infatti dopo il trompe-l’oeil la natura teatrale della fotografia propone l’abito nero che proviene da un allestimento di melodramma (Villa Roncioni espone stabilmente abiti presenti nelle maggiori opere del melodramma da Rossini a Puccini) ma qui quasi ombra del pianista, ombra anche birichina, senza testa, che per contrasto (dialettico) evidenzia quella con lunghi capelli di chi sta suonando. A lato del pianista una porta. Conduce a delle scale che vanno ai piani superiori. Dove un tempo lontano, per alcune notti, dormì anche il poeta Ugo Foscolo. Indossante bianca camicia con farpali sugli scalini e tenendo per la vita una capricciosa e invaghita contessa. Questa porta aperta, oltre i richiami letterari ad amanti ottocenteschi passionali (anche Liszt lo fu tra un intermezzo religioso e l’altro proprio in Lucchesia), è un’uscita di sicurezza dalla fotografia per chi guarda. Perché se l’immagine che evidenzia la seduzione della musica - nel suo attimo d’intesa totale con quanto la racchiude - diventa insostenibile ammettere che essa ci sta pensando, noi che guardiamo, ospiti stabili dentro il perimetro fotografato, possiamo fuggire turbati, perturbati, e scegliere o i sotterranei bui con cianfusaglie immonde o i piani verso l’alto. Dove c’è altra luce. Forse altre finzioni ma nel Bello.
Ringrazio Sandro Ivo Bartoli, uno dei maggiori pianisti italiani ed europei (integrali pianistiche di Liszt-Busoni, Bach-Busoni, e dei concerti di Gian Francesco Malipiero) della sua generazione, per aver potuto seguire le sue prove di “Bianchi e Neri Piano Fest Tuscany” e per aver potuto scattare questa fotografia ed altre da cui ho ricavato “narrazioni in musica” per L’Olandese Volante. E che inserirò anche nelle mie pubblicazioni su carta stampata.
|