:: Sandro Ivo Bartoli: Se Marco Fornaciari sona al mi 'ampanello di 'asa... |
Sandro Ivo Bartoli SE MARCO FORNACIARI MI VIENE A TROVARE… (Lettera vernacola di striscio sulla politica locale e approfondita su paganini)
Caro Claudio detto Accio! Stamattina, in piazza a Vecchiano, c'erino'apannelli di gente tutta presa dall'elezzioni. L'area PD gravitava sulla sinistra dela piazza, angolo ex-Adamo de la Riesa. Davanti ar Bar Sport (ex grubbe repubbriano) c'erino i'osiddetti “Corsari”, ragazzotti giovani e volenterosi che è anco'apace piglino varche voto, mentre sulla panchina a destra, vicino a Brunetto, c'erin' velli di Tamburini, la lista civia.
Intanto, tutte le strade godono d'una rinfrescata di asfalto (vando ci vole ci vole), e io, che di polìtia 'un ci'apisco nulla, nun l'ho me' fatta e me' la faró (si, coll'accento acuto, 'ome va di moda a Vecchiano anco se'n italiano 'un si dovrebbe fa'!),me ne son tornato a casa a fa' le mi'ose bono bono. Passa 'r tempo, e io ero sempre vi' a fa' le mi'ose: un popo' di 'omputer, tre note'n croce ar piano, m'er'anco messo a riopia'una certa musica d'un mi' antenato 'he porterò a giro pere'mondi d'estate (ma di vella te ne dirò in un'antra occasione). Poi m'ha sonato'r campanello di'asa: era Marco Fornaciari, ir grande violinista (e qui la faccio finita con il vernacolo, perché è bene che quel che segue sia comprensibile ai più). Di tanto in tanto, suoniamo insieme: qui, là, dove capita e senza rigore. L'ultima volta, qualc giorno fa, gli avevo prestato un frac perché lui si era dimenticato il suo a casa, ed oggi è venuto a restituirmelo. Però, insieme al frac, mi ha anche dato la sui 6 CD con l'integrale di Paganini per violino e chitarra. Ora, Accio, a 46 anni io non mi sento vecchio, anzi, però di musica ne ho ascoltata tanta, ne ho masticato in tutte le salse, ne ho digerito (e rigettato) una caterva di declinazioni. La curiosità è femmina (VIA!), sicché son venuto subito a sentire un po'dei “peccadilli” musicali del mio illustre amico, e ci sono rimasto di stucco! “Genio” è un termine abusato, oggi. Ma quando un pisano è costretto a scrivere ciò d'un livornese, vuol dire che siamo proprio arrivati alla frutta. Mai – ripeto: MAI – prima d'oggi avevo sentito la musica di Paganini risuonare con tanta e tale naturalezza, con apparente noncuranza delle feroci difficoltà tecniche che albergano ogni pagina di quel compositore genovese di tanti anni fa. Paganini è un compositore che ispira parecchia rabbia nei musicologi moderni; troppo “superficiale”, troppo manierato, troppo “esteriore”.
Oggi, dato che siamo “evoluti”, vogliamo musiche “profonde”, mica tarantelle, capricci e moti perpetui! Fermi lì! Se Paganini lo si suona come fa Marco Fornaciari, questa musica apparentemente vacua diventa imponente, importante, irresistibile. Il violino di Fornaciari parla, canta, strilla, sussurra, ride, piange, si lancia verso i picchi più alti e poi sprofonda nelle melopee più desolanti; in meno parole, esprime un mondo di emozioni. E la Musica cos'è, se non emozione? Medita, Accio, medita... Ti saluto con l'antico affetto, Sandro
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