:: Margherita Stein traduce Rilke: "Scavo verso te nella notte fonda..." (2003)


Margherita Stein eroina del film muto fallita Rivoluzione fallita Traduzione. 1 - Foto Accio


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Otto Marzo Scotto Sfarzo. Accio e Margherita a Chatsworth House



MARGHERITA STEIN TRADUCE RILKE:
“scavo verso te nella notte fonda...”. (2003)

 

IN TIEFEN NÄCHTEN GRAB ICH DICH, DU SCHATZ

In tiefen Nächten grab ich dich, du Schatz.
Denn alle Überflüsse, die ich sah,
sind Armut und armsäliger Ersatz
für deine Schönheit, die noch nie geschah.

Aber der Weg zu dir ist furchtbar weit
und, weil ihn lange keiner ging, verweht.
O du bist einsam. Du bist Einsamkeit,
du Herz, das zu entfernten Talen geht.

Und meine Hände, welche blutig sind
vom Graben, heb ich offen in den Wind,
so dass sie sich verzweigen wie ein Baum.
Ich sauge dich mit ihnen aus dem Raum

als hättest du dich einmal dort zerschellt
in einer ungeduldigen Gebärde,
und fielest jetzt, eine zerstäubte Welt,
aus fernen Sternen wieder auf die Erde
sanft wie ein Frühlingsregen fällt.

 

da DAS STUNDEN-BUCH

 

scavo verso te nella notte fonda,

tesorino. perché ogni copiosità che vidi

è miseria misero raffronto alla tua beltà

(che ancora non appare).

 

però lunga e ardua la via fino a te

e, da quando nessuno la percorre, cancellata

dal vento. ohi, tu sei solingo. solitudine-tu

còre per valli lontane in transito.

 

le dita, sanguinanti

per lo scavare, le sollevo aperte nell’aria,

si diramano come albero,

ti succhio con esse dallo spazio

quasi un tempo ti fossi spezzettato

in atto impaziente,

e adesso cadessi, mondo in polvere,

da remote stelle nuovamente sulla terra

leggermente pioggia a Primavera.

 

(Monaco, 2003) - Ti faccio leggere, Accio, da me tradotta, questa poesia di Rilke. L’unico suo merito ai miei occhi è quello d’aver sverginato Lou Salomé quarantenne. Non riuscì al dionisiaco a parole a tragici empiti: Nietzsche. Troppi pensieri filosofici cazzo moscio? La poesia decadente invece rende duro al dente il cazzo? Sbrigatela tu. Ti porgo enigma in rima, dove ti diletti, e vernacola postura. Ciò è quanto “mi garba” di te da Lucchese-tedesca, ancora ancora ancora come lontanissima ex-fidanzata. Rilke ha canonizzato tutti i luoghi poi comuni di certo Decadentismo. I milioni di poeti su carta stampata poi on line non sanno quanto siano rilkiani appena trafficano di Bellezza-Desiderio-Ore-Immagini-Stagioni: appena appena smazzettano lor strofette. Se tu sei tra questi milioni te ne tieni alla larga per Natura-tua di bestia in provincia nel paese sul Serchio. L’infelice Karoline Knabberchen (1959-1984), abbia pace nell’oceano, non ha scalfito col suo decadentismo elvetico spesso rilkiano la tua stazza: Accio. O devo scrivere Fabio Nardi? Ti mando queste traduzioni per l’annuario TELLUS per la tua presenza da pioniere in Rete... e perché se tu fossi qui... “scaverei in te” con ogni mezzo e fine e muscolo cardiaco sanguinante e seni ancora sodi da quarantenne! Dopo le capriole che inventammo sotto al tendone-sovversione io ventenne. Rimiamo se ancora ci amiamo.

Salutami la Nada i suoi fritti. Tra le due bionde in transito nel cascinale con me ci si intendeva di più a preparà la panzanella lucchese e il pancotto. Mentre di botto ti perdevi fritto nell’esistenzialismo cristiano della mi’ rivale elvetica. Svizzera 1 - Germania-Lucca 0. Risultato perenne. Se fu rilkiana ecco perché il fondatore non lo sopporto a tutte l’ore in libro sversato. Anche se lo traduco. Ah, nelle rime son più brava di te. Così come a tradurre: il Nichilismo rivoluzionario comporre. Ciao baffi che van nel sale pepe. Me li farai mordere ancora?