:: Margherita Stein - Claudio Di Scalzo: L'ARCHANGELIQUE, LE VIDE, IL VUOTO, di GEORGES BATAILLE. 1978. Nota di Accio 2023 |
Sorpresa a rileggerla, dopo la parte prima, e spero di ritrovare anche la seconda L’AURORE, perché “miracolosamente” questo tradimento in traduzione regge per ironia divertimento innovazioni che confermo “rivoluzionarie”. In genere le traduzioni in giro, con tanto di prefazioni analisi riflessioni teorie sono più invecchiate d’un pessimo vino in aceto. Tutto questo squittìo colto-filosofìò sta appunto sul ramo del Fio-fico che si spezza. Tutto questo sbucciarsi fichi, alcuni restano “palloni” nun maturino, restino sullo stecco, sulla Parola sul Gesto sulla Morte sul Silenzio sulla Lubricità Sacrificio più Ebbrezza Orgia Erotismo misto Lacrime Dolore appare oggi una perversione altamente superata da ogni VIDEO PORNO su Youtube. Chi l’avrebbe detto neh? Ed è anche la versificazione più scaduta di BATAILLE. Aggiungo parecchio noiosa, ripetiva, se non innervata da quanto nella sua poesia, anche prosa?, raramente c’è: il riso nudo e crudo, materialistico appunto: la risata beata in dialettica con la serietà mostrata. Rima. Pertanto tutta la sua ri-lettura spremitura di Hegel mi sembra una gigantesca mancata esca. Tutta sta’ tortura, a cominciare da GILLES de RAIS, e altri varie “sovranità trasgressive” son troppo serie: mi fecero già allora ricordare il sangue nei Fotoromanzi di KILLING-Storie del Brivido.
Allora pensai, leggendo le riserve di Sartre, sull’opera di Bataille, che c’era troppo dispendio inutile. Bisognava casomai declinarlo pittura, narrative-photo, e TRADURLO con semenza tradente che irrideva al tutto sotto vuoto-spinto. Ecco allora che se BATAILLE scrive, ne LE TOMBEAU, IL SEPOLCRO, ripetutamente di IMMENSITÀ, con Margherita Stein, inserimmo il DON BACKY della canzonetta; tra parentesi il critico BLA BLA n CHOT CHOT, canzonandoli; nella Parte Terza, LE VIDE, IL VUOTO, il suo urlo diventa MUNCH.ATO e gli ultimi versi un reale accoppiamento-godimento-sbrodolamento.
3 LE VIDE IL VUOTO vampate di fòo ci racchiusero sotto le sòle s’aprì l’abisso-biribisso lattoso silenzio latteo di ghiaccio nell’ossa ci legò in alone
Tu = la meta-morfizzata a-tè ir mì fato t’à rotto i denti ir tù-còre singhiozza-nella-strozza le tù unghiette vanno ar vuoto-frasette
tu-te-ti chiacchieri ‘ome si ridacchia tifoni mòvino le tù ciocche nevrosi-istèria storia strizza còre ruzzola tua impertinenza
mani-tue sulla mi’ nuca-buca affèrino sortanto la muerte i baci ridacchianti che mi spallottoli si spalmino sol sull’infernale mia povertà
sotto ar bardacchino duve pendino lerci pipistrelli la meravigliosa nudità-tua si nomina solamente bugia senza pianto
ir mi’ grido-Munch.ato ti richiama al Sahara duve mai potrai giungere istesso t’invoco di venì ner deserto duve-sembra che sogni tuoi si compiranno
tua bocca labbra saliva la mia tua linguarossalangue su mi’ denti-palato-parla accussì la smisurata morte ti godrà-accoglierà voilà la vastanotte cadrà-oh ohhh
a questo punto avrò fatto ir vòto (di godimento?) nella tua testolina rilasciata all’indietro sarà nudità completa tua assenza-venuta-semenza sulla coscia senza (sbrodolate?) calze
in attesa d’altro disastro-rostro quando si spegne la luce (uccellante? ficante?) sarò miele nel tuo cuoricino-bacino come il gelo-pelo della (finta?) morte
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