:: Claudio Di Scalzo: Margherita Stein rivela come appresi filosofia da lei da Karoline Knabberchen da Idina Faro da Silvae Lo. Con sue considerazioni sulla biografia on line. Luglio 2009.


Filosofico Cuoricino sulle alte dune da tener vicino
riflesso nelle lenti sovra di belva denti.
  Margherita Stein fotografata da Accio bagnino a Forte dei Marmi. 
1998



 

Claudio Di Scalzo

MARGHERITA STEIN RIVELA COME APPRESI FILOSOFIA
DA LEI DA KAROLINE KNABBERCHEN DA IDINA FARO SILVAE LO


Filosofia, correnti d’essa, filosofi, teorie, libri… l’ho avuta accanto ben presto. Quella marxista in casa come da stirpe dei Di Scalzo fin dai libri custoditi da mio nonno Angiolo Di Scalzo e per come ne dialogavo con Daniela Cantelli compagna in Lotta Continua. La filosofia, accosto frammenti teologia, in seguito trasfusa in avventure nei segni scritti illustrati fotografati, che sta nella Storia della filosofia, Ottocento/Novecento nelle opere fondanti, nei manuali, l’ho conosciuta vissuta studiata grazie a Margherita Stein, Karoline Knabberchen, Idina Faro, Silvae Lo. Ricavandone continuo perturbamento, pure. Perché i mondi filosofici erano e sono in contrasto tra loro. In ciò la Stein, con la sua ironia, finestra sarcastica sul mio vissuto, così la riassunse nel luglio 2009: “Capisco che scegliere tra diverse filosofie, fra l’altro proposte da quattro donne amate, sia per te arduo, direi quasi impossibile. Allora te la sei cavata da furbo maschio senza poi tanto rischio. Intendi la quasi rima, Di Scalzo? A volte abiti l’una casa poi esci e vai nell’altra e nell’altra ancora. Una, quella svizzera, è nel lutto. Lei è assente dall’agosto 1984. Lì stai come in una chiesa. Ma astutamente, astutamente?, sei Fabio Nardi. Ne custodisci reliquie. Le hai dedicato ogni risorsa in vita poi in morte. Le altre tre case han donne vive e vegete e ancora belle. Ci sei toccato intero Claudio Di Scalzo. Lì, per te, la comodità di sposo e volendo con amante. Con acclusi segni suggeriti e operette varie. Anche nel senso di operetta allegra viennese umoristica. Se avrai altre case. Sì, stavolta però dovrà essere non di filosofia bensì di un’estetica a te poco conosciuta: metti la musica. E Schopenhauer sarebbe pure d’accordo. Da quanto scritto capisci che so della tua nuova,  e giovanissima Musa, veneziana. (Monaco)"

Sara Cardellino leggendo questo frammento della Stein, era il settembre 2017, approvò ogni giudizio. “Mi serve a stare in guardia, quanto scrisse, se entri ancora, e lo vengo a sapere, nelle case citate, tradotto letto, seppure con qualche calcolo di date siano stagionate, tu maggiormente, la sottoscritta, Claudio detto Accio, non la vedi piu!”

 


Margherita Stein dorata Caina. 1998. CDS



 

LETTERA DI MARGHERITA STEIN E SUOI APPUNTI IN FORMA AFORISTICA. Monaco, 1999.

Tu, la filosofia, l’hai appresa da me e da Karoline Knabberchen. Lei per la sua scelta e destino non si è laureata. Io non ho mai pensato di iscrivermi, non ho neppure preso la laurea a lingue in Traduzione. I laureati in filosofia siete: tu, con abilitazione all’insegnamento di essa, mai svolto in licei e accademie musicali, però, per stare nei tecnici e professionali, “al servizio del popolo”?, che scemenza! Accio. Lasciamo perdere! Anche Idina Faro, docente nel classico di Sondrio con tutta la sua teologia reazionaria, devota a Monsignor Lefebvre, ma come hai potuto frequentare una "folle" simile!? Pure innamorartene tu marxista e cattolico imbevuto d'ogni eterodossia pauperista; e lei di te? Mistero teologico infernale? Scusa se l'azzanno! M' è insopportabile accettare sia stata con te. Poi tua moglie, per lei ormai ho una sorta di ammirazione, perché il peso sopportato sposandoti deve esse stato simile a certe vette retiche!, Silvae Lo, laureata in filosofia e pedagogia, impegnata a redimere il popolo valtellinese come maestra, in missione per crescere nella parola illuminista-positivista-neopositivista i liguaggi nelle elementari. Proprio una bella coppia di sposi! Utopisti. In ogni caso, Il pessimismo che ti ho in manuale divulgato: Shopenhauer, Hartmann, Nietzsche, Stirner, Heidegger; L’idealismo-esistenzialismo di Knabberchen; il neopositivismo di tua moglie con tesi: “Sulla pedagogia nella filosofia del linguaggio e nel neopositivismo logico a partire dal pensiero di M. Schlick nel confronto con letteratura italiana” , il lungo titolo me lo spiattellasti (lucchesimo proverbiale) sul tavolo del secondo addio, dopo quello che mi desti per Karoline Knabberchen nel 1979, quando mi informasti che ti sposavi con lei. Fulminato dallo scoperto linguaggio di Wittgenstein e soci? Decisamente non ho fortuna di costante accoppiamento nel tempo con te!"

L’ampio stralcio, di lettera, informano sulla “crudeltà” della Stein verso me e tutti e tutte. Ma assieme a certe lettere custodite ho qualcosa, secondo me, di più prezioso: e cioè Frammenti in forma aforistica o di battuta o considerazioni poco morali sulla filosofia di chi si discostava dagli autori da lei prescelti maestri. Ai frammenti ho dato i titoli. Nel primo che pubblico, e allora emergeva, era il 2000, la Rete con i blog e siti vari. Emblematiche le considerazioni di Margherita Stein per quanto da decenni e oggi avviene sui social, nel settore che riguarda letterati, filosofi, poeti, su Facebook, Instagram, X, Tik-Tok. Usando il punto di vista del suo amato Schopenhauer.


 





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BIOGRAFIA E AUTOBIOGRAFIA DIFFUSA. FEBBRI NARCISISTE E FUSA.

La prateria-web che adombri come avvenura in libertà verso qualche Ovest libertario da inventare nelle estetiche, è una sciocchezza; ancor più se rimaniamo nella poesia e letteratura, ma stringiamo ancor più al Diario alla Biografia alla narrazione con l’io in visibil’IO, da quando scopro in questo novello Duemila, e anche nei siti che hai la sventatezza di nominarli inventati, come cavalcatura o carro verso la Frontiera?, sono particella d’uno Strumento di Produzione e il Mezzo di Produzione, uso la tua terminologia marxista classica, non ne possiedi un’unghia. Sei né più né meno che il filatore al nuovo telaio meccanico nelle fabbriche londinesi, La condizione dell’operaio Accio?, direbbe Engels!; scrivi scrivi illustra illustra tanto il plusvalore va ai “padroni telematici” e a te stipendio di magra visibilità! Sei contento? Fra l’altro cosa produci sui blog siti, alla Tellusfolio, e sui social emergenti Facebook? Diario rima letterario! Ora tendo a smontare questo tuo procedere con esempi. Spero li ricordi. E con te i tuoi simili. Son già centinaia e centinaia. Poeti e letetrati.

Nietzsche prese a scrivere biografia fin da giovanotto. Goethe giunse a stipendiare un segretario che annotasse tutto quello che lasciava per via orale; Wagner ebbe gioia dal matrimonio con la sposa che annotava ognidì gli avvenimenti della sua vita. Mi fermo qui. Se tu non sei l’amante della testa di cavallo torinese; e neppure l’autore del Parsifal; manco la firma sul Faust; anche gli altri pallidi autobiografi di sé stessi e biografi di lor poematiche son qualcosa di paragonabile al Filosofo Compositore Poeta-Scrittore. Allora perché lo fanno? Lo fai? Pensaci. Operata la Diagnosi s’impone la Cura. Fossi in te imiterei Schopenhauer che in qualche paginetta di curriculm fra l’altro in latino spedita all’Università di Berlino se la cavò egregiamente. E poi fine. Col Diario. Pensaci. Ma siccome ci rimarrai male malissimo leggendomi. Ti conosco Claudio! Conosco il mio Gallo. Io Gallina regina! Eh eh. Schopenhauer scrisse che non aveva necessità di autobiografarsi perché stava tutto nei suoi libri di filosofia. Spero tu completi il tuo i tuoi, libri, tutti dedicati a figure femminili. Ci sono anch’io. E poi che sia Nirvana… e finita ogni estetica pena! Scritto ciò… facile capire, leggendomi, che sei l’uomo che amo. Da una vita. E a scrivere biografia dovrei esser io sentendo che bussa menopausa.
 

CONTINUA?...