:: Claudio Di Scalzo: Diario per la zia al mar poco vario. Con Fichte e Schelling

 Zia 2

 

 

Claudio Di Scalzo

DIARIO PER LA ZIA AL MAR POCO VARIO

(Domenica 16 novembre 2014 - Con Fichte e Schelling)

Cara Zia Al Mar seguo il tuo consiglio - che dovrebbe “allenare la mia creatività alla disciplina ed all’etica” - di scriverti un diario giornaliero. Impiegherò i miei diciotto anni in questo modo per la bella zia trentasettenne che sei. Ogni sincerità è come mi scrivi “suggerita, accettata, compresa… e benedetta”. Spero non ti ricreda e che io ne sia all’altezza. Mentre ti scrivo da questa valle alpina dove mi ha condotto tua sorella mia mamma e babbo perché lui  insegna in una scuola del corso superiore.

 

Pioneer 1

 

Mi sono svegliato presto. Ancora buio. Vette dei monti sentinelle imperterrite sopra cielo senza stelle o slavato dal ricamo pulviscolare in vista alba. Tutti dormono in casa. Ho scaldato del caffè e del latte. Ho ingoiato dei tremendi biscotti al cioccolato, da primo prezzo, gocciole. Cioccolato scadente pasta dolce senza ammorbidente. Se puoi sorridimi per le rimette che van strette alla serietà ma così mi va. Son nato nella terra di Pinocchio non in questa inglobata un tempo nella Confederazione Svizzera, tanto organizzata e metodica, ma capace, stando a Welles d’inventare soltanto gli orologi a cucù.  Sul tavolino di sala, con la tazza in mano, mentre su Rai 3 vedevo spezzoni di un film in bianco e nero, in francese, con didascalie in italiano, dove chi parlava, lamentandosi del popolo tedesco dedito al nazismo, stava accosto a una donna e a un uomo seduti, ma sempre muti, ho sbirciato con l’altr’occhio un contenitore circolare di plastica, che mi ha distolto dal nervoso che mi prende seguendo film, molto colti, con trame singolari, dei quali poi non riesco né a conoscere il regista né il titolo, perché ho dovuto capire a cosa servisse o di quale oggetto fosse la custodia. Ho capito che, in casa mia qualcuno aveva acquistato degli auricolari. Marca Pioneer. L’ho preso nel palmo e ho pensato che, una facciata ricordava un volto alieno o quantomeno una icona primitiva e che l’altra con la sua plastica trasparente rassomigliava a una lente su cui porre, nel retro, dita o parole manoscritte, che a fotografarle sarebbero state evocative. Con questa scoperta sono salito nella mansarda dove ho il pc, i miei libri, e parecchi segreti. Compreso quello, cara zia, che qui ti penso con i capelli sciolti mentre dormi e siccome è estate ti vedo che indossi sul corpo e sotto complici lenzuola che ti scoprono fino all’ombelico un curioso gilet ricamato aperto sui seni nudi. Però stamani ho altro da fare. Grazie a questo oggetto inconsueto se in esso si riversa della fantasia. Potrebbe anche sembrare una sorta di radiolina con cui comunicare tra cosmonauti oppure adatto a scoprire come chi sogna parla con te. O viceversa per entrare nei sogni di una cosmonauta che dorme. Di una donna irraggiungibile dormiente. Insomma Zia tu torni nella mia domenica anche se salgo in mansarda, e non solo per il diario che ti scrivo, sarebbe lo stesso abitassi in un grattacielo, o sulla luna, e tu in basso da un’altra parte. L’ascensore del linguaggio va dove gli pare ed in veloce linea retta. E qui mi fermo. Non vorrei sembrarti scurrile.  

 

Zia 4

 

 

Luned’ 17 Novembre 2014

Sveglia molto presto e di colori mi vesto. Ti piacciono Zia Al Mar queste mie rime insulse? Le scrivo perché quando mi tenevi sulle gambe bambino mi insegnavi la poesia in rima facile, e mi pettinavi i riccioli che allora avevo chiari,  e poi con te facevo la lezione. Mamma col suo lavoro in banca non c’era mai. Nei momenti decisivi delle mie gioie e delle mie paure. Tu stando in casa con noi e non sposata sei stata la vice-mamma e poi mamma tanto più di mamma perché con te potevo inventare le mie fantasie senza vergognarmi di nulla e tu tutto mi hai spiegato e insegnato. Colato entusiasmato stellato, ti scrivo, perché preparando i colori ieri sera prima di dormire stamani ho fatto dei disegni per te, per noi due, che appena asciutti te li spedisco in busta.

 

Pioneer 2

 

Non arrossire! Sono disegni poi non realistici. Però mi sembrano adatti alla domenica che ho vissuto ieri ed alla notte mia di stanotte. Ora studio Fichte per l’interrogazione al liceo. Tu nella Natura sei il mio Non-Io e io devo fondermi con te. O questo è Schelling? Son confuso. Torno al realismo e lascio l'idealismo da parte. Il rasoio elettrico che mi hai promesso non lo desidero, voglio farmi la barba con la lametta come fa babbo, e se mi taglio un po' di sangue mio lo metterò in qualche disegno, anzi siccome stamani mi son tagliato sta sul tuo seno arrossando di più la matita, e, mentre lo facevo ho ricordato che se mi bucavo con un prune tu mi succhiavi il ditino prima di fasciarlo col cerotto e io allora a volte mi bucavo apposta con uno spillo da sarta ma poi ho smesso perché mi hai sgridato e spiegato che tu il bene me lo davi senza che io mi procurassi il male e hai preso a baciarmi le mani commovendoti. Ricordo tutto vedì? Ho il nostro racconto o fiaba in testa e mi sembra dolce anche se mi sento un po’ stordito a volte perché gli altri miei amici s’industriano per  avere compagne di scuole accanto ed io invece ho una zia irraggiungibile in questo momento in tutti i sensi. Salvo quelli della fantasia spaziale. In questo caso e in quello di ieri.

 

 

...CONTINUA