:: Aglaia: Mendelssohn sincretista apre a religiosa vista. Al Maestro delle Onde. |
Scarlatto compimento fede antica nella nòva (dall’Ebraismo al Protestantesimo) musica arterie nervi nella Cantata OP. 60 compiuta salvezza con ombre suono: ginocchio si piega labbra si serrano sentinella. Goethe e Heine strabiliano per il ventiduenne Mendessohn. Contro ai nazisti Ravel lo chiama: “Un grand confrère”. Mi sento alga oggi mossa da tanti flutti: vuoi intendermi Maestro delle Onde? Sfiorami nel liquido fiore nascosto.
Felix Mendessohn ebbe vasta capacità di sintesi in musica. Fusione Fantasia Fiocco sul neoclassico impeto sciolto in istanze romantiche. Prodigio. Riconobbe Schumann. Sono tentata di definirlo sincretista per questa capacità di migliorare utilizzare sciogliere sonori materiali diversi, teologie diverse, libri sacri e irreligiosi compresi! L’OP. 60 Cantata per soli coro e orchestra la scrisse a ventidue anni. Goethe l’ascoltò. Era infatuato del miracoloso giovine. Come dargli torto? Mendelssohn ri-usava un suo poemetto del 1799 per virarlo nel suo vigoroso protestantesimo dopo il rifiuto della religione ebraica ancorché il testo del Titano avesse accenti anticristiani. Il sincretismo religioso impera. Mendelssohn riesce a dare unità a quanto non è conciliabile con il suono il canto. Stando, qui di seguito, nella sola partitura: rimango incantata dai legni nei brividenti colori; lode sia ai corni che sussultano fantasiosa supremazia. Scrivo dei versi su questo ascolto. Per te, amato Maestro delle Onde.
CDS/NOTA
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