:: Claudio Di Scalzo: Traducendo come Kaspar Hauser da Dimenticatoio di Leonardo Sinisgalli per Margherita Stein. 1978 |
Quando Leonardo Sinisgalli pubblica nel 1978 DIMENTICATOIO, lui nato nel 1908, ha settanta anni. Morirà tre anni dopo nel 1981. È un poeta anziano. “Dimenticatoio” una delle ultime raccolte. Apologhi impressioni quadretti campagnoli e domestici, piante rigogliose e vinte dalle stagioni avverse, mura, scivolamenti nel sogno atemporale. Risvegli guizzanti serpi. Schegge che movon pulegge del calendario verso la fine. Facile pensare a spine. A caso Sinisgalli dà ordine a quanto si somma e si sottrae oltre ogni geometria un tempo da giovine cercata. E fin qui c’ero io come lettore dell’acquistata copia nella Collana dello Specchio, prima edizione un tempo preziosa pei collezionisti, ed ora svilita dagli acquisti eBay e Amazon, a prezzi stracciati. La poesia poi ‘osa vuoi che costi. Ohi ohi. Mi venne uzzolo, fantasia, di tradurre qualche poesia del poeta Leonardo Sinisgalli per Kaspar Hauser bambino senza parola che uscito dalla cantina ov’era rinchiuso scopre la vista su cose flora fauna uomini e vive altro tempo. Verrà assassinato e sconterà giovinezza-vecchiaia imposta dalla lama di un coltello che lo scempia. Kaspar Hauser non ha accesso alla parola se non balbettata grugnita selvatica idiota. Nessuna scaltra letterarietà lamentela rimpianto e neppure età. Le traduzioni che riscopro, e sul libro ritratti di Sinisgalli, ribattezzato Leosgalli in sovrapposizione occhiali, e Kaspar Hauser giovinetto, mi informano che allora, e ancora oggi, potevo tentare queste temporali astruserie astrali seriali poco serie perché ho (sempre oh le giovanil tempre e le vècie tende!) improntato il mio uso nell’estetica letteratura in maniera libera. Infatti allora, come oggi, non dovevo rendere conto a nessuno, a nessuna gerarchia intellettuale, nessun editore, nessun amico o amica addetto/a ai lavori, a nessun impegno di pubblicazione su carta o mostra o presentazione o veicolazione verso premi vari. Oggi, settantenne come Sinisgalli e ancora bambino Accio Kaspar Hauser mi chiedo perché niuno dei tanti, centinaia, migliaia, oggi on line sui social, in poesia letteratura arti addetti (sprecando loro sì giovinezza fino alla vecchiaia nell'inutile mancato approdo alloro! Che non esiste più sull’orizzontale web) abbia svolto quanto io, non hai pensiero stabile mi dice Kaspar Hauser, praticai ho praticato pratico. Ah, se c’era un’amata ad assistere a queste performance sinisgalliana kausperata? Ovvio. La traduttrice Margherita Stein: che fotografai "Sulla porta della traduzione nuda con scialle" recitante sconcerto per come traducevo alla Kaspar Hauser per come la fissavo dall'obiettivo Polaroid desiderandola selvaticamente.
LEONARDO SINISGALLI PER QUESTO VIOTTOLO Per questo viottolo storto, stretto, gonfio di murmuri, di strepiti potrò raggiungere tra gli iris il recinto di cenere.
KASPAR HAUSER ÜBERSETZER SUESTA VÌOTOLA Suesta vìotola storpida strèta goffia nea bibbigli eppoi strappiti purrìa harivar tragli irisse recintommi fòò spéntospètro.
LEONARDO SINISGALLI STO IN ATTESA Sto in attesa a guardare Laggiù quando scoppiano I fiori tra le foglie
KASPAR HAUSER ÜBERSETZER MIATTO APETTO Mì stòrtosto stono a fissa luentan ando boom bum tria fòlie scoppìno horolle.
LEONARDO SINISGALLI CARI LUOGHI Cari luoghi dove ti pare di udire di rimbalzo la tua voce
KASPAR HAUSER ÜBERSETZER Logghi prezzosi duvve mi sembba d’eccoci rimbarzata vox ammia.
Leonardo Sinisgalli TI VENGO VICINO Ti vengo vicino, per vederti Devo difendere gli occhi Dalle spine.
Ti posso chiamare, nessuno Mi sente nel giardino.
KASPAR HAUSER ÜBERSETZER VEGNO A TÌ PÉ MORÌ Vegno a tìa avvicinosso guardatti meparo l’oci indifesso dàlo cutiello spinna ohii.
Chiammo lo purria (assassino) niuno ebbimi a sentir nèlo giardino.
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