:: Sara Cardellino: Ricorda Claudio che vivo dentro un madrigale di Barbara Strozzi |
clikka Giulio Strozzi per i Madrigali di Barbara Strozzi
SARA CARDELLINO Se il 31 XII 2022, giro seminuda sull’Olandese Volante e FB perché ti sei sentito ferito dal mio giudizio su di te titolista di mie foto lucchesi, voglio apparire il 1 gennaio 2023 accanto a BARBARA STROZZI figura straordinaria della musica al femminile, tutta, perché capisca, ascoltando-leggendo madrigali (li ho trovati in PDF), che l’unica “ferita” a noi adatta è quella intesa dalla Strozzi compresi i temi: del ritorno, anche del burlesco, del sublime, della castità come della virilità, dell’intesa sovra il tempo e gli accidenti e i bei momenti.
Non mi faccio illusioni, Claudio detto Accio, può darsi liquidi il mio sforzo con una battuta tipo: “Se non capisco Barbara mi strozzi?”, ma il tentativo deve esserci. E so che troverai, subito, una foto per me venexiana da madrigali secenteschi tra quante ne custodisci, non in slip e seno pettoruto al vento. Ma chi era Barbara Strozzi? Figlia illegittima del poeta librettista drammaturgo Giulio Strozzi non fu riconosciuta dal padre ma da questi accolta amata figlia. Strozzi scelse di fornire eccellente cultura musicale e letteraria a Barbara sviluppando in le interesse alto per le arti. Serve ricordare che da tali privilegi nella prima metà del Seicento erano escluse le donne ancorché figlie o mogli dei ceti più facoltosi ed aristocratici. Barbara Strozzi, ardentemente, divenne “virtuosa cantatrice” e compositrice. Ineguagliabile per l’epoca e dopo. Crebbe a Venezia negli anni in cui vi stava Monteverdi ed il suo precettore Francesco Cavalli ne ottenne mirabilie. Compose madrigali, cantò quelli del padre, già a venticinque anni rivelò la sua valentìa. Ritengo che Barbara Strozzi, seguendo la lezione di Monteverdi, abbia sposato nella sua attività di cantante compositrice la causa del valore della parola particella all’interno della frase da esaltare come nicchia di poesia di suggestione di drammaturgia.
Quando ti accorgi, Claudio, di esagerare con me nel versante ludico, pure effimero, su cui si regge l’epoca che viviamo, ricorda, e se non lo fai sarò gentilmente severa con te, che sono discendente di Barbara Strozzi quanto a virtù nel corpo nell’animo musicale. Sopravanzando, se lo voglio, come oggi, Capodanno, i personaggi che scelgo di interpretare assieme a te. Ti amo.
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