:: Claudio Di Scalzo: Passo del Funambolo. A Karoline Knabberchen |
CDS: "Il Passo del Funambolo Scalzo" - Olio e acrilico su carta - 29 x 42 cm
Claudio Di Scalzo IL PASSO DEL FUNAMBOLO SCALZO Il Funambolo raggiunse il passo roccioso – che da allora fu detto del Funambolo Scalzo – tirò un filo di corda da una roccia all’altra e prese a camminarvi. Cadde di sotto inesperto com’era nel rinverdire l’antica arte latina del funis ambulare, cioè camminare sulla fune. L’assurdità della sua condizione stava poi nel fatto che non sapeva il latino e veniva dal mare. E sarebbe morto se un’aquila non lo avesse raccolto nella tragica caduta. Inizialmente l’aquila pensava di sbranarlo, di cibarsene, ma poi era così giovane, così imberbe, direi implume, che lo adottò. Nel nido. Il Fubambolo le insegnò a camminare sul filo e lui ebbe una rete alata protettiva se cascava. E accadeva spesso. -Cosa farai quando io non ci sarò più?, le chiese l’Aquila. Perché io morirò prima di te. Sono vecchia ormai! -Scenderò a valle, tornerò al mare, scriverò la nostra leggenda, forse disegnerò la vetta dove ci siamo incontrati, forse aspetterò che tu mi venga a prendere per portarmi in volo, dove tu già starai: in qualche cielo metafisico o divino. Non ci separeremo. Stava nella caduta la mia salvezza. Sta nel tuo tornare a me dall’orizzonte marino la tua missione. Da completare.
POSTFAZIONE Stanotte mi sono svegliato verso le tre. Ero felice. E non avevo più sonno. E allora ho scritto questo apologo o leggenda. Poi mi sono riaddormentato. All’alba ho disegnato, a olio e tecnica mista, il “Passo del funambolo Scalzo”. Prima leggenda-apologo di una serie illustrata con dipinti ad olio dedicati alla mia Signora della Poesia! Karoline Knabberchen
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