:: Karoline Knabberchen: Ci sia cura... - Dicembre 1983 |
Ci sia cura. Cura anche nell'abbandono, potrei scrivere. Mi chiedevi letteratura spremuta dalle costole del petto?, eccola che viene!
Sono troppo debole per vivere a lungo. Sia chiaro, lo dico per usura, non per pietà. Perché i denti strappano quel che possono dal pasto comune, però mi stanco prima degli altri. Nella cucciolata sarei stata la condannata a morte.
Se mi vedi qui, ora, è per una sorta di miraggio cui anch'io riesco a credere. Ma devo spianare la tovaglia sulla tavola per creare l'illusione. Altrimenti torno indietro e a ritroso non vedo più la strada...
Fabio ha questo capo del filo in mano. Non ho proprio paura. Perché dall'altra parte del filo non sono legata io. Ma se lui tirasse, per forza, sarei costretta a cadere. È una scelta, diciamo. Incomprensibile anche a me.
A Guarda d’Engadina le luci sono spente, un temporale ci ha portato via pure la vista del buio... Dormirò quel ch’è ragionevole per una sera così. Fabio lo amo. Ma può davvero bastare?
(Karoline Knabberchen – Diario/Formiche sui polsi) Da “Le età dell’Angelo Svizzero Karoline”
NOTA – Formiche sui polsi. Alcuni estratti compaiono nell’Annuario Tellus “Scritture Celesti. Poesie in cerca di Dio”, 2003. Labos Editrice. Valtellina. In questo annuario la parte più vasta del “Canzoniere di KK pubblicata”, pag 1/108.
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