:: Karoline Knabberchen: E... se ti introduci alla Vita Beata di Fichte. 39° della morte. |
E... se ti introduci alla vita beata di Fichte In materia di teologia-filosofia Fichte è manualistico didascalico. Completamente diverso dall’arrampicata di Schelling sul Male in Dio. Fichte è pianeggiante. Non ci sono vette e discese e tenebrosi crepacci con fenditure ventose oscure. Per sincerarsene basta affrontare la Die Anweisung zum seligen Leben, l’Introduzione alla vita beata del 1806. Sono undici lezioni che tutti possono capire custodire. Naturalmente in riferimento alla sua Dottrina della Scienza. Il filosofo - che con azzardo in pensosità narrativa, come sai Fabio, ho condotto nella piana della Val di Serchio ("Quaderno illustrato vecchianese. Notizie romantiche dal Sud del mio Nord", Tellus 30: Nomi per 4 stagioni. NdC) - fa riferimento al Vangelo di Giovanni e cioè all’eternità del Verbo presso Dio per sottolineare che Dio è progressivamente attivo e creatore. Come può ordunque l’uomo la donna capire la realtà del divino? Accade se la vivono nella loro vita interiore consegnandosi ad una moralità superiore ch’è viatico alla vera e necessaria beatitudine. La religione cristiana, per Fichte, che nelle sue “lezioni” usa la semplicità del linguaggio per tutti, Dio gliene abbia reso merito!, deve essere praticata continuamente perché soltanto in questa maniera lo spirito interiore del soggetto può dirigere, in virtù e fede e bene, le sue azioni nel quotidiano nella storia. Chi s’interessa scrive pubblica s’erge in cattedra universitaria oppure ne farfuglia sui giornali riviste bar di studenti dovrebbe imparare la smeplicità da Fichte nel trattare quanto è fondamentale in filosofia e teologia. Senza snobbarlo come vecchio rincitrullito che dall’ateismo finisce per inginocchiarsi. Ma anche l’ultimo Schelling, in Italia, nessuno lo conosce e poco anche in Germania.
|