:: Karoline Knabberchen: Vento s'alza sopra San Frediano in Lucca |
Claudio Di Scalzo VENTO S’ALZA SOPRA SAN FREDIANO IN LUCCA
I Vento s'alza come un condor sonnecchiante sulle nostre teste, ti smuove i capelli quasi fossi sospesa nell'acqua.
II La parola è muscoli, inaridita assenza di sonno.
Fuori popoli interi rischiano la loro presenza. Perché m’avverti così incongruente?, ingrediente fuori posto, raramente a proprio agio
nel rimescolio dell'impasto.
Sono, più che altro, volatile; e il vento, lo sai, scricchiola tra le persiane. Perché le cose, se le guardo io, paiono meno poetiche?, mentre ficcate negli occhi di un altro - separato magari dalla poesia da continenti interi - rende il loro racconto più 'vero'? Io dove mi trovo, mentre tutto accade? Mi merito d'esistere, cioè, io mi merito d'esistere nella contemporaneità delle mie azioni - dicono i personaggi
che s'infittiscono dentro l'orizzonte.
Ecco dove sta la differenza. Essi lo affermano senza crederci, a volte illudendosi che ciò appartenga loro non meno del diritto a muoversi nello spazio intorno ignorando quasi completamente gli altri
(a meno che questi ultimi non intervengano a rimarcare la necessità
di quel movimento, nel bene e nel male);
io ribadisco il mio diritto senza scoccare mai nel centro del mio tiro. Ci credo, ma devo provarlo a me stessa; e in questo lascio spazio a chi
nel suo derviscico movimento straniante non cerca nulla e tutto crede
di possedere.
Il pensiero è la mia frattura, la parola il gesso. E non deve mai esserlo, ingessata. da "Le età dell'angelo svizzero Karoline" |