:: Claudio Di Scalzo: La mia morte come autore dopo i fatti dolorosi del 9 gennaio 2017 - Con Sara Cardellino alla tomba di Libertario detto Lalo a Vecchiano |
LA MIA MORTE COME AUTORE In questo saluto, in questa lapide soffice, voglio ricordare, non lo faccio mai, quanto scrissi sopra un evento legato a Karoline Knabberchen nella Pisa del 1980 (Clikka): Esclusività L’amore, e c’è l’amore in questo congedo, anche nei suoi diversi esiti, … necessita di esclusività. Nessun grande amore da Paolo e Francesca fino a quello di Jeanne e Modì, sarebbe esistito senza esclusività-esclusiva. Rinunciando a ridurre l'amore ad enfatismo letterario delle cui spoglie farne argomento culturale. Chi afferma che l’esclusività-esclusiva danneggia il rapporto tra uomo e donna, non ha capito nulla dell’amore e non è adatto all’amore assoluto. L’amore che a me interessò con Karoline Knabberchen e che m’ interessa nell’oggi… necessita di esclusività che non viene ridotta a merce estetica da "vendere".
Intendo MORIRE COME AUTORE che negli ultimi 17 anni in Rete con riviste e incursioni nei social ha proposto una sorta di “romanzo transmoderno” dove l’estetizzazione esistenziale in vari generi e trame si poneva come work in progress. Avventura spesso svolta in coppia. O con pochi ristretti amici. Non intendo, ovviamente, morire come libertario, dunque, tolta l’estetica, tornerò come semplice combattente o partigiano. Come anarco-cristiano che sono da sempre. Le vicende ultime dell’OLANDESE VOLANTE, nel gennaio di quest’anno, impongono questo cambiamento. Vicenda finale, con "tradimento", che è, era già, avvenuta - con i suoi snodi e nodi nel West come nel Vangelo come in certe poesie di Borges o in certe pagine di Conrad - perché era sbagliata la prassi estetica ed etica. Ed ho grandi responsabilità in ciò. Non era Rivoluzione non era Religione. E vivrò il mio privato, compreso il rivoluzionamento Cardellino, e altri eventi che attengono al bello e al bene senza darne rifrazione on line. Se non molto episodicamente. L’OLANDESE VOLANTE diventerà UN'ANTOLOGIA di quanto ho ideato in 40 anni. Anche per tutelare un’avventura così come è necessario tuteli i personaggi creati e le persone che dietro questi personaggi ho amato e con cui ho vissuto. Non può accadere!, che testi e immagini, generi e temi, e cura di poeti con scritti fotografie disegni, come è accaduto per Giovanni Boine (e chissà per quanti altri testi decontestualizzati accadrà!), nati sull'Olandese Volante, vadano a sorreggere, in un altro sito, come sta accadendo da questo febbraio! 2017, teorie letterarie che la mia prassi ha sempre disconosciuto e rifiutato. Questi esiti mi hanno convinto che è meglio mi dedichi a pescare orate a Marina di Vecchiano e che disegni e scriva, se ne ho voglia, privatamente e solo per chi so che mai! userà in maniera indecente quanto dono o creo in coppia.
Sara Cardellino - Accio COME LE LUCCIOLE...
“Come le lucciole quando morì il tu' babbo". Mi dice Sara Cardellino entrando nel cimitero di Vecchiano aperto anche a sera per la Festa dei Morti. Usa il vernacolo a me caro. Le nostre mani si cercano. I lumimi accesi, le rifrazioni di quelle fiammelle danzanti, sui fiori, sui cipressi, sembrano lucciole, Sara ricorda come Antonio Tabucchi descrive nel poemetto in prosa "Campane del mio Villaggio" la morte di mio padre, nel giugno 1995, sotto ad un ulivo, nel Campo alla Barra in Val di Serchio. Raggiungiamo la tomba. Libertario detto Lalo ci guarda dalla sabbia del suo tempo, indossa una camiciola rossa stinta dagli anni in cui sta lì, ma sempre adatta a narrare l'appartenenza a un'avventura che varca la morte. L'utopia dell'uguaglianza per i vivi prima che muoiano. Saluto a pugno chiuso mio padre. Il braccio di Sara Cardellino mi tiene la vita. La guardo. Una lacrima solca le gote perla. "Da qui posso salutare anche i miei morti. L'anno prossimo verrai tu a Venezia" .
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