:: Accio: Possiamo definirci reciprocamente morti? Wild Bill Hickok e Jack McCall |
Dopo che Wild Bill Hickok spirò, il 2 agosto 1886, a Deadwood, ricevendo la pistolettata alla testa, da dietro, sparata da Jack McCall mentre giocava a poker dando la prima e ultima volta, le spalle all’ingresso del saloon, decise di rimanere nei paraggi terrestri, come fantasma, per scoprire se il suo assassino la passava liscia per la legge. Non si spara a tradimento. C’è il capestro. E corda venne, per l’ometto McCall, il 1 marzo 1887 a Yankton, dopo otto mesi e una prima insensata assoluzione. Spirato dopo la sgambata nel vuoto, Accio Hickok andò incontro al suo assassino anima trasandata e vile. McCall con risatina sordida per gola strozzata aggiunse sibilante serpe l’irridente battuta verso Wild Bill: Possiamo definirci reciprocamente morti? Wild Bill Hickok guardò con pena, e leggero capogiro di nausea perché foro bruciava nella sua nuca, quell’ometto insignificante che mai avrebbe potuto vincerlo con la colt guardandolo negli occhi, e aggiunse: tu sei più morto di me perché lo eri anche da vivo. Tutti e due andiamo verso l’eternità, però con storie diverse. Io, l’ucciso, lascio la mia leggenda. E tu che avesti la vocazione di legarti al mio nome col tradimento starai nella mia tomba in amicizia coi vermi. Possiamo tutti e due considerarci morti e risorti per il Giudizio sui meriti sui torti. Lo intendi?, ero pure poeta in rima, e grazie alla tua rivoltellata ora mi ci dedicherò nel celeste orizzonte. Addio Jack McCall. Con la forca che t’ha impiccato ricaveranno legno per scaldarsi nel freddo mese in cui diventasti l’uccisore dalla lingua muta. |