:: Accio: Johann Sebastian Bach per i morti della mia stirpe per il 9 gennaio 2017 |
Claudio Di Scalzo detto Accio Johann Sebastian Bach per i morti della mia stirpe per il 9 gennaio 2017.
Il ritorno di Sara Cardellino, ad inizio 2017, nella mia vita ha portato con sé la musica di Johann Sebastian Bach. Da lei ritenuto il compositore più importante della storia della musica. Ho preso a studiarlo ascoltarlo rifletterci. L’intreccio con le vicende della mia biografia mi ha donato disvelamento e consolazione alta. Per districare eventi tragici di dolore. Che hanno coinvolto la mia famiglia, me stesso, come uomo comunista un tempo artista: Il rapporto con la Morte. Mio nonno paterno Angelo antifascista e comunista viene ucciso dai fascisti sulla via di Pisa a fine anni venti. Mio nonno materno Vittorio Pardini fascista muore per crepacuore alla Liberazione di Vecchiano nel settembre 1944. Le mie cugine, Elisabetta e Cristina, anni 23 anni 18, muoiono per eroina negli anni Settanta. Nell’agosto 1984 Karoline Knabberchen si suicida alle isole Lofoten. Nel 1985 mio zio Lenino, ex albergatore a Parigi Londra Tirrenia viene strangolato a Migliarino di Pisano. Mio padre Libertario Di Scalzo muore al Campo della Barra nel giugno 1995 e sarò io a ritrovarlo. Mia cugina Daniela muore misteriosamente in un cascinale a Ripafratta. Nel 2005 muore cinquantenne d’una malattia che non volle curare smettendo di fumare Paolo Fatticcioni detto il Pazzo. L’amico barbiere, Sundance Kid, mentre io ero Butch Cassidy. Annovero a episodio di morte, anche il 9 gennaio 2017, quando come Jesse Accio James, Robert Ford mi spara a tradimento mirando, da Facebook, la mia testa mentre raddrizzo nella mia casa di Vecchiano il dipinto dell’Olandese Volante appeso in sala. Mi salvo grazie a Sara Cardellino. In questo gennaio 2020, ricordando il Dolore altissimo nella mia reale avventura di vita e quest’ultimo episodio squallido verso l’avventura mia di finzione nell’immaginario per intascare la taglia-patente poetica promessa da Pinkerton da Baffetti di Rame, ricorro a quanto BACH compone suona in relazione al tema della Morte. Propongo all’ascolto per Sara Cardellino e per chi conosce il “Romanzo Western del Nulla 9 gennaio 2017, ballata anarchica nei segni”, le seguenti partiture: Bach: Actus tragicus Bwv 106 La sontuosa TrauerOde Bwv 198, composta da Bach nel settembre 1727 ai miei nonni militanti in campi avversi. La pieta cristiana musicale vale per tutti e due. L’abbraccio politico soltanto per il comunista.
Bach: TrauerOde Bwv 198 Il Frammento di Cantata Bwv 53 per mio padre Lalo camionista e per il Pazzo barbiere. Accumunati dalla morte per non essersi mai affidati a cure mediche che contemplavano la rinuncia a come volevano vivere fumare mangiare esistere.
Bach: Frammento di Cantata Bwv 53 La Cantata Bwv 196 è dedicata alla morte di me Jesse Accio James sparato a tradimento da Robert Ford, al naufragio dell’Olandese Volante, alla mia fine come uomo che si dedicava all’estetica.
Bach: Cantata Bwv 196 Bach è insuperabile. Unica la capacità del Kantor sublime di tratteggiare con equilibrio e pudore la dolente presenza della Morte, il suo oltrepassamento per andare dove siamo giudicati attesi condannati premiati. Bach sia nella grande dimensione sia in quella più minuta, sia col coro solenne come in quello più raccolto, sia nella teatrale scansione in recitativi in arie, sia nell’eloquio del semplice mottetto, l’intenzione è quella di donare - i miei parenti e io stesso morto e risorto il 9 gennaio 2017 così l’accogliamo - preghiera parola meditazione speranza di salvezza. A Robert Ford va la mia pietà. Perché lasci perdere la poesia incentrata sulla Legge Poetica che genera tradimenti e servaggio. Invece d’affidarsi ad astruse teorie orientali e pagane, custodite da sacerdoti stelle di latta, dove non è messa in conto colpa errore ricerca della salvezza, ascolti Bach. E pianga una buona volta quanto c’è da piangere su questa vicenda che la vide impugnare la colt dietro le mie spalle per uccidere un “Eroe da libro” impossibile da uccidere perché appunto “senza libro”. Col solo risultato d’uccidere in sé la poesia, e, come tutti i Robert Ford, di rimpiangere la sagoma dello sparato a tradimento che cade a terra. Odiato e amato. |