:: Zerelda Zee Cardellino: Dagherrotipo sul guanciale del bandito scemo Jesse Accio James sparacchiato dalla codarda Robert Ford il 9 gennaio 2017 |
Zerelda Zee Cardellino
“Dagherrotipi attuali”. Così li chiama Sara Cardellino. Questo demonio di donna che ò avuto la sventura d’amare. C’è la posa l’immobilità e la sua interpretazione con memoria fotografica degli accadimenti stando nel letto veneziano o pisano. E se dal dagherrotipo passo al carnale dicendo che son seni ad attrarmi… più d’una calamita più del miele l’orso ghiotto più del caffè in cerca del latte più del pomodoro con l’insalata… lei impone foto di parole divertendosi un mondo a sviluppare la foto prima dopo durante mentre sto con testa posata sul petto suo, con licenza di pittarmi scuri ricci mentre son grigi e radi. Dagherrotipo-Illustrazione-fumetto molto richiesto è quello che riguarda “La Robert Ford” nei miei paraggi di bandito Jesse Accio James ai tempi che mi sparacchiò a tradimento in testa, il 9 Gennaio 2017 nel Western del Nulla; mentre accomodavo la tela dell’Olandese Volante. Per Sara diventata Zerelda Zee Cardellino, la vicenda è rivelante della mia umoristica idiozia e di note caratteriali persistenti. Nonché, lo penso e non lo dico, del suo “ruolo” nella vicenda fondamentale! Primo perché mi ha salvato (clikka) dalla pistolettata a tradimento (clikka) venendo a soccorrermi. Secondo perché il “fenomenale bandito dei segni” in realtà era, ancora lo è, molto ingenuo se non scemo grullo mona, a scelta. Terzo: è grazie a lei, al ricordo, “inestinguibile nostalgia misto desiderio” (parole sue!) che avevo di lei, alla sua presenza nel mio cuore da innamorato, seppur incattivito alla Heathcliff, che io, bandito allocco, non son diventato un nome e cognome nella sfilza dei “fidanzati” usati non solo in estetica ma anche a letto, dalla mantide Robert Ford. “Che ne macina uno all'anno pur appartenendo alla categoria delle bruttine con cosmesi poesia d’occasione” (parole sue crudelissime). Quarto, e qui Zerelda Zee Cardellino, suadente mi battezza nella postura estetica seguendo un ragionamento che non contesto tanto se lo fo perdo e l’analisi sua, da moglie-amante del bandito, si farebbe ancora più dolorosa, per me. Riassumo. Traducendo in vernacolo il veneto linguaggio. Lo scorno della Robert Ford maggiore, nei mesi successivi alla “pistolettata da estetica colt polvere bagnata” (rima sua discretamente umoristica, toh!) nasce dalla tua scelta, Jesse Accio James, di non far conoscere a chi s’avvicina a te, anche alla interessata, allora, e vogliosa Robert Ford, quanto avevi pubblicato. Potrei pensare perché non t’interessa quanto si fa merce nella società capitalistica dello spettacolo poetico letterario, in parte è vero, ma se qui mi fermo t’incensi troppo. Tu non le facesti leggere e conoscere i vari Tellus, annuari, dove avevi pubblicato ornitologia filosofica da banco; erbari; testi di Karoline Knabberchen; Giovanni Boine; perché, come non hai fatto con altri autori e autrici, poi avresti dovuto scambiarti con loro, discutere di quanto avevi scritto nelle diramazioni estetiche e illustrate: insomma non ne avevi voglia! Perché sei perdigiorno vagabondo non ti vuoi impegnare in alcun confronto. A questo punto, la “meschina Robert Ford”, e l’aggettivo se lo merita tutto, perché capace, oscenamente, di usare quanto attiene a una giovane donna morta suicida, copiando orecchiando quanto avevi pubblicato sull’Olandese Volante, li diede al teorico della Nuova Ontologia Estetica. Che se ne uscì, scoperta la novità dell’approccio a tal generi, con la frase che “non esisteva una ermeneutica ancora adatta” a capire la poesia della Robert Ford. E tu, leggendo ciò sull’Ombra delle suole”, rivista Pinkerton, ci ridevi. Perché implicitamente l’esaltato critico faceva a te i complimenti. E per te sarebbe finita lì. Ma siccome il critico, ancorché ripetitivo nella sua missione da messia ontologico-poetico, non è che non sappia il suo mestiere: qualche cautela la usò dopo aver letto parecchio sull’Olandese volante dalle vele alla stiva: infatti acquistò dalla piccola casa editrice valtellinese, e ne sei stato informato, tutti i TELLUS/ANNUARI dove compari, e che citavi sul veliero. Scoprendo le furbate scopiazzate dalla codarda pistolera. Pertanto il libro alla Robert Ford, promesso e già copertinato per il suo tradimento ed “ermeneutizzato” (neologismo di ZZC) nella Legge Pinkerton-Ontologica venne bloccato: cancellato. Tu ci godesti come un riccio. Ma la Robert Ford, traumatizzata e tutt’ombra dal nervoso rancoroso, andò in fuga dall’eletta Redazione Internazionale Sceriffa (sic!). Lasciando lì un fidanzato coi baffetti coltissimi parecchio in avanti con l’età, più di te, si vede che s’era consolata con qualche tomo rilegato più anticamente prima di migrare verso altri saloon e western e bazzecole malmostose. Tanto nella moltitudine poetante social e web mare qualche altro spettacoletto si può trovare con annesso idioletto da copiare. Facendolo come proprio figurare. Immagini seppia in rima! Che ne dici Accio James ti convince il dagherrotipo col tipetto che ti fé lo scherzetto? Ci faccio la figura dello scemetto, ma la fotografa-narratrice western sei tu, oggi, in questa venezia aprile 2024. Posso solo alzarmi ed uscire per calli e canali quatto quatto…
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