:: Claudio Di Scalzo: “Ti amo”, dice Karoline Knabberchen in tre movimenti |
Claudio Di Scalzo “TI AMO”, DICE KAROLINE KNABBERCHEN IN TRE MOVIMENTI a Fabio Nardi
I M’è costata fatica questa porzione di vita senza colpe, ritratta alla radice Finisce dove inizia un nulla – polla di suono – o forca d’infinito che punge e spinge fin allo stremo Al cielo ripartito non ho mai creduto e tu m’hai aperto un altro solo per riposare non potevo stare, però così sola ad aspettare unità di separazione Ch’era mia e neppure, forse Una morsa aperta pronta a scattare
Ti bacio da questa posizione d’equilibrista in misura tra le lacrime tue per me Sfoceran tra bianchi alvei di denti, li toccherò bagnati con la lingua
Andremo a dormire, domani sarà risanamento
II (Miti notturni paesaggi) Le storiche rivoluzioni dell’essere combaciano con il movimento di quel fuori
Parlo di ogni fibra controluce che t’assomigli - e - se parlo come qualcuno che abbia sfiorato i patimenti d’una rivoluzione, mi rivolgo alla fibra che in me più gli somigli.
Come si corre rispetto alle tue gambe? Condurrei ogni ciclico respiro alla gogna del sorpasso, lì dove può giacere in pace anche la lotta dura (soppesarmi un vivo edibile)
La mia fortuna è sentir pronunciare da chi ancora impasta memorie e presente al mio presente la parola che non smagli il quadro
e intessa fuori tempo il racconto che non consoli i giorni e non addormenti le notti – io la chiamo mitologia, puoi dire che m’illuda? -
Mentre fuori e dentro sono lo stesso paesaggio guerriero, la medesima delicatezza che s’appella all’esistere nel passaggio corrosivo della storia sulla pelle
III Amore mio,
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