:: Karoline Knabberchen: Sette Telegrammi come bianchi stesi panni. Cura Claudio Di Scalzo |
Karoline Knabberchen
1 amore, se mi leggi... son dentro quelle forme mie di inquietudine... abbi pazienza. a volte ci sono fantasmi come lana sulla pelle. ti amo. a dopo tua
2 Mio bene. Sono in una bolla di stupore: tutto ciò che mi possiede e sfianca, alla fine mi apre a una sorta di stupita armonia. Non cerco stabilità e vivo contraendomi e decontraendomi in un lieve canto. Temo l'autosufficienza, chiara e inestinguibile nonostante tutto. Buona notte. Tua
Caro Fabio qui a Guarda... il vento toglie il fiato, tamburella sulla fronte una melodia affilata. Raccoglierò tutti gli esiti del nostro amore, e quando non ci sarai più, tutto per me sarà inconsolabile.
Questi sono i momenti in cui arriva, come a Vicenza, qualcosa di infinito che m'investe. Nessuno è mai riuscito a raggiungermi lì, è il mio punto di solitudine. Arriva quando vuole, ma non volevo darti pensiero dopo una giornata pesante. Mi spiace. Questi momenti sono le mie apnee. Abbi pazienza, e basta. Non serve altro. Tua
Credo di essere qualcosa di indescrivibile. Ma nessun vanto. Nulla se non la consapevolezza di quanto dico: se soffro, soffro in modo universale; se gioisco, la mia risata può redimere. Ma questo non è per me qualcosa di cui vantarmi. Ne farei volentieri a meno. Ti spavento? Ma tu sei Fabio e sei tutta una letteratura nascosta. Non lasciarti catturare da ciò che a terra ha nome diverso da "radici". Mi spiace. A volte io sono il dito e io sono la piaga. Eppure tutto ciò mi apre a qualcosa di grande, che può divorare. A dopo. Chiamami. Tua
Anche nello scherzo c'è letteratura: la diavolina è il regalo combustibile che ti chiedevo (Fabio Nardi spedì a KK a Guarda una composizione visuale usando la diavolina per accensione stufe, NdC cds), e tu prontamente ne scovi giacimenti negli amplessi molto decenti dei nostri corpi attraenti in rapidi movimenti. Sei maestro e io ho parecchio da imparar in letteratura, ma intanto ti lecco l'orecchio! E se scrivo di poesia filosofia accensione stufe di maiolica è perché ho solo 21 anni. Tu hai già dato a narrar dell'amor trovato e perso. Ora tu ti intrattieni con il sentimento che diventa godimento, in te e me mai spento (anche prima di ogni accensione? Diavolina? Angelichina?). Si capisce che ti amo?
7 Quando sono dentro a questa angoscia senza nome, temo che il mondo s'involi lontano da me, e d'altro canto lo spero. Mi rivolto nel contrario di quanto su me stessa grava: leggera e inconsolabile. Da quando ero piccola ho temuto, ogni volta, di non saper tornare. Cammino sul fil di lama e non so mai con certezza su quale equilibrismo mi trovi a volteggiare. Non credo d'essere adatta a questa carne. Pure se so d'intessere trame di bene, di portarle ad altri, in me vince il senso d'impotenza. Capisco cosa ami di me, temo ciò che ti può allontanare. Domani sarò più Ranocchietta. Stanotte sono dentro ai miti di cui tanto si parla.
Tua
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