:: Accio: Alfabeto per un giorno di febbraio 10 - a Sara Esserino |
Accio ALFABETO PER GIORNO DI FEBBRAIO (10.2.2011) Quest’alfabeto per un giorno muta addirittura nelle ore nei minuti nei secondi. Retto com’è dal camaleonte. Questo rettile è la metafora della mutabilità. Il nostro camaleonte cambia il colore il suono la pronuncia a ogni lettera sia vocale o consonante: metti la T o la I. Poi su di esse si arrampica roteando gli occhi e dimenando nell’aria la lingua per accostare casualmente le lettere in connubi inusitati. Il camaleonte giornaliero e alfabatiero s’immagina intermedio tra la divinità non narrabile e l’umano narrabile ma siccome è poco metafisico (ricorda un po' la scemenza di Marco Pachi) se la cava dicendo AMO al fiore vero che accoglie il cuore nero. E fatta la rima, illuminante, cambia albero e giorno. Lettere d’alfabeto, segniche o disegnate, totalmente inventate, con le quali a febbraio 2011, ogni giorno, compongo parole da far “leggere e vedere” alla donna amata. SARA ESSERINO. Soltanto a lei offro, in segreto, la chiave per decifrare l’alfabeto. Ogni giorno una composizione diversa. L’alfabeto segreto per Sara Esserino è però il titolo alla cornice in scrittura che contorna l’alfabeto. Anche qui, per comprendere il testo, bisogna conoscere l’alfabeto-titolo, e dunque tutto rimane segreto, e per due, per due artisti intrecciati. Ovviamente se non esistesse questo legame, lo stesso penserei l’opera segnica-visuale, ma non la realizzerei. L’ho fatto per anni. Sarei lo stesso un autore cattivaccio, agli occhi della donna che sa di latino versificazione musica col flauto traverso, ma non ci sarebbe bisogno che parole e colori si materializzassero. Non m'interessa pubblicare libri o esporre in galleria. E lo potrei fare con facilità. Questa è l’originalità della mia vita nell’estetica. Nessuno può giungere fin qui. Anarchismo e cristianesimo francescano puro. Ora invece questa necessità c’è, che la parola appaia e suoni (e la tecnica web la pratico per questo scopo riversandovi i miei diversi mestieri) perché esiste la donna che a breve raggiungerò, a Venezia, in Cannaregio, suonerò il campanello della casa, e lei apparendo sulla soglia, con il dono della sua ironia dagli occhi luminosi scuri, dirà: “ Alfabeto a febbraietto mistero perfetto”. |