:: Claudio Di Scalzo: Sara particolare Pierrot lunare. Ovvero Misteriosa Dama R in notturno daffare con Laforgue |
Fin da metà anni Settanta presi a dedicarmi a Jules Laforgue. Fondamentali i saggi di Solmi e Margoni e ogni paratesto illustrato che recuperai a Parigi stando nell’albergo di mio zio Lenino in Montparnasse. L’atmosfera conta per farsi permeare. Sembra dicesse Deleuze, alla Sorbona, sorta di spugna porosa o di tubero?, e chi se lo ricorda!, fulminanti le immagini del filosofo che aveva messo il fazzoletto rosso ad Edipo, però, per me, mai come gli schizzi di luna sui Pierrots evocati dal poeta tisico morto prestino. In Italia si spandeva la citazione in Body Art in Narrative Photo declinando poeti decadenti sbattendoli sui denti del leninismo defunto dalle Brigate Rosse nel sangue espunto. Tanto valeva stare a notte a tradurre Laforgue che meriti avea oltre ogni Morgue. Oggi si piange sui social i morti poeti a settanta anni od ottanta, e quanto voglin campa? e poi che perdita gliè?, ah beh! non mi sembrano drammatiche; ma se uno muore a 27 anni e di tisi è un po’ diverso. La perdita c’è eccome! E dopo aver scritto versi che sbarellano la forma e il genere. E dilatato i miti greci e medievali in pantomima eroicomica. E aver inventato personaggi come il Pierrot e lui stesso, personaggio, che fuma lunghe sigarette sulla diligenza che va al cimitero… cribbio, se muore Laforgue, è una catastrofe! Per la poesia intendo. Ma come per il rock, morire giovine, è sigillo di racconto indimenticabile per il morto che resta vivo in chi gli presta ancora voce cura custodia parziali resurrezioni. Vale per Rimbaud per Corbière per Laforgue per Corazzini. Vale per Hendrix Morrison Joplin Cobain. Presi a tradurre Laforgue a pitturare scenografie decadenti e paesaggi cari spalmati da lucori lunari. Ad inventare varianti. Però mancava la Donna. Adatta. Che in Laforgue presenta complicazioni per lui non di poco conto. Il problema si è risolto con l’apparizione nella mia vita di Sara. Nel 2009. Si completa la Misteriosa Dama R (realmente esistita come amante di Laforgue a Berlino) pittura foto scrittura, con reale presenza. “R” dalla consonante del nome della mia bella esperta in musiche di Debussy e Ravel perfetti decadenti. Insomma, per me, figura siffatta è fondamentale. Ne è il sale. Occhi corpo pelle metafisico suono voce fianchi. Sennò tutto resta qualcosa di cerebrale, che per Laforgue vale, ma non per me. Sia detto. -Lo presti il volto in fotografia alla Misteriosa Dama R, Sara?
IV sibilando: “Angelo, tu m’hai inteso, ma l’idea del Maschio, il quale, Non mi tirare pietra telematica, PIERROTS Maquillés d'abandon, les manches Beuglant: Ange! tu m'as compris, Hélas! mais l'idée de la femme Ne leur jetez pas la pierre, ô
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