:: Jules Laforgue: Mamma e figlio ipertrofico. Poesia recitata illustrata alla Misteriosa Dama sa(R)a. Traduzione Claudio Di Scalzo |
morì, sentenziò ir dottore, trallalero-trallalà la mamma poveretta; e pur’io presto andrò là congiunto con lei nella nanna. Ir mi’ ‘ore fa toc-toc, è mammina che mi chiama!
Si ridacchia per le vie delle mi’ facce strambe trallallero-trallerillo da bimbetto brillo; ah! Dio! Gliè ch’é a ogni passo io soffòò-scasso, vacillo! Ir mi’ ‘ore fa toc-toc, è mammina che mi chiama!
In esta maniera, vo per ‘ampi piangiolente nei tramonti trallallero è da scemo davvero. Ma-a-me, ir sole, non so sembra un còre che sgronda! Mon coeur scic batte tic-toccheheure, è mammina che mi chiama!
Ahi! picciola Genoveffa se ir-mi’-core che Bum-bum volesse! Pi-lu-ì! Pilum qui! Ah, sìSì! Son gialliccio e sconsolato, ahimè! Lei rosa-in-altr’aria, bella e gaia! Ir mi’ ‘ore fa ticchete-toc, è mammetta che mi chiama!
Cattivi, tutti, chi sta al mondo. Tranne il cuor dei tramont’or, trallallero-trallàlà! E la-mi’-mamma, e voglio da lé-andar là in fondo a far la nanna-nannaoh… Il mio cuor batte toc-toc-toh… Eddai madre-mamma-mammina, mi chiami?
JULES LAFORGUE 1860 - 1887 LA CHANSON DU PETIT HYPERTROPHIQUE C'est d'un' maladie d' coeur
NOTICINA MORTICINA Oggi FESTA DELLA MAMMA. Bien. Ottimo ricorrere a JULES LAFORGUE per tradurre la crudeltà necessaria a trattare l’argomento. Ci si disintossica dall’eccessivo dolciastro sparso da tanta letteratura e dai media riuniti. E pure dalla poesia che non sta nella linea simbolista-surrealista-cattivista. Sono debitore verso MARGHERITA STEIN (Monaco-Lucca 1959) dell’imparato mestiere del tradurre. Duve poi ò aggiunto del mio. Metti l’uso espressionista del vernacolo pisano proverbiale inventato decostruito a menadito. Sull’Annuario TELLUS 30, 2009, Margherita Stein: “Estate con poesia non tradotta da versi non scritti”. Illustrazioni con “Sara o la personificazione del lutto” di Antonio Corradini dalla chiesa di San Giacomo apostolo. |