:: Accio: Album Triestino per San Valentino e Foibe 2020. A Sara |
La Trieste di certi palazzi; anche parchi con statue, o case isolate con sfondo mare o colline, verso il confine, mi ricorda dipinti di Carel Willink. Sorta di inquietante metafisica delle finestre chiuse sotto nubi di storia passata sollevata e mai più calata. Nubi che né concedono piovaschi per aumentare la cupezza di certi edifici in architettura eclettica, né il celeste stabile che rassereni e conceda oblio alle ferite tragiche del passato. Però, mentre scatto la fotografia, i giovani fuori dall’edificio, del tutto contemporanei a qualche via e cielo elettronico, mi sembrano una salvezza.
Nel febbraio di quest’anno si scambieranno ninnoli per San Valentino il 14 e avranno notizia del Giorno della Memoria per le Foibe in Istria il 10 febbraio. E l’accostamento di leggero rosa, che vale con i fidanzatini abbracciati di Peynet, ai corpi legati col fil di ferro e infoibati, può dare brividi, risultare incongruo, violazione insensata. Ma quanto accade ogni dì, a Trieste come via di qui, nel reale nel virtuale, sta proprio in ogni accostamento, da quando esiste la Rete, di episodi linguaggi, date, eventi, che si consegnano all’intreccio, vengono consegnati, senza alcuna distinzione. Di necessità, di genere estetico, di pulsione. Incorniciata questa foto, Sara, però, quanto decifro di senso, è il mio legame, verso te. Il San Valentino per il Cardellino valica il male il brutto la stupidità, nell’episodio triestino, per rivelarsi tangibile amore. Oltre la pittura la storia che lo racchiudono nel rumore.
Di meglio non so fare. E tutto si tiene se mi ami. Sennò anch’io, potrei avere mille volte migliore mestiere estetico, non sarei che rumore dinanzi a palazzi chiusi alla conoscenza alla grazia.
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